The Muppets 1x09, "Going, Going, Gonzo": la recensione

La nostra recensione del nono episodio di The Muppets, intitolato "Going, Going, Gonzo

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The Muppets scivola nella parte finale di stagione remando poco convinto sulle rotte poco coraggiose stabilite fin da subito.

A determinare la maggiore o minore riuscita dell’episodio sono poche variabili: l’interesse nei confronti del Muppet più esposto, l’integrazione con le guest star, le gag di contorno; l’unica costante sembra l’incapacità di costruire su qualsiasi minima evoluzione

Il nono episodio è dedicato a Gonzo fin dal titolo, Going, Going, Gonzo. Il nasuto personaggio è uno dei Muppets più interessanti perché caratterizzato non solo da idiosincrasie rispetto al presente ma per il suo rapporto nostalgico con il passato da stuntman. Nella puntata Gonzo ritrova per caso l’adrenalina del pericolo grazie a un rocambolesco incidente, che lo spinge ai ricordi e a voler organizzare uno spettacolare lancio col cannone all’interno dello show di Miss Piggy.

I temi che provano a emergere, col contagocce, dalla trama sono ancora quelli del superamento dei propri limiti e dell’amicizia, che fanno da filo conduttore non proprio saldissimo, visto che l’integrazione con gli altri elementi della trama è spesso forzata: l’egocentrismo di Miss Piggy sottoforma di product placement, l’idea, poi affatto sviluppata, della sua “lista nera”, la voglia di vivere “on the edge” di Scooter sono snodi tutt’altro che memorabili.

Probabilmente è proprio il corto circuito innescato dall’attribuzione di problemi e difetti umani a pupazzi a non funzionare: ci vorrebbero più battute come il doppio senso di Bobo sui Chicago Bears e meno Gonzo che non entra nella tuta perché appesantito dagli anni trascorsi.

Completano l’episodio due guest star di una certa rilevanza: il primo, l’attore Joseph Gordon-Levitt, è un po’ sottotono, nonostante si esibisca in un rischiosissimo duetto con Piggy sulle note di Fly Me to the Moon; la sua presenza è funzionale al disastro della prima parte di puntata, e la successiva scenetta del poker ha davvero poco mordente.

Meglio il secondo cameo, cioè Dave Grohl, forse perché ha la capacità fisica di apparire perfettamente integrato all’universo Muppets anche solo comparendo nell’inquadratura. Più che l’esibizione (in playback) di Learn to Fly, è la sfida alla batteria con Animal della coda finale a celebrare un’apparizione che sembra del tutto “naturale” – scontro immediatamente rimbalzato in forma di clip su tutti i magazine USA.

Spiace anche un bel po’ constatare che Piggy sia tornata ad essere un tutt’uno con le sue manie, compresa una evitabile scenetta sul lifting: a una manciata di episodi dalla fine, i difetti rimangono sempre gli stessi, così come gli sporadici pregi, che però in questo caso non riescono a risollevare una puntata scomposta.

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