The Muppets 1x04, "Pig Out": la recensione

La nostra recensione del quarto episodio di The Muppets, intitolato "Pig Out"

Condividi
Pig Out dimostra che le cose funzionano meglio quando i Muppet si trovano tutti assieme, a interagire tra loro, ognuno con le sue 2-3 stranezze che li caratterizza. L’occasione centrale dell’episodio è la tradizionale bevuta serale post-trasmissione della crew in libera uscita senza i boss, in cui Piggy si inserisce a gamba tesa perché non può tollerare di essere esclusa e, di conseguenza, di non poter elargire un gentile rifiuto.

Sebbene le premesse per il disastro ci siano tutte, Piggy in realtà rivela un animo festaiolo di tutto rispetto, incentivato dall’incontro con l’amico-attore Ed Helmes di The Office (premio all’ovvietà che non avresti voluto sentire alla battuta di Floyd sul titolo). La serata prosegue fino a notte fonda tra alcol e karaoke (un filo ripetitivo): per continuare a folleggiare Piggy, che naturalmente non è in grado di mettersi nei panni altrui, concede a tutti di arrivare al lavoro in ritardo l’indomani. Così Kermit trova lo studio deserto e poi tutti in hangover pesante, e allora decide, come al solito, che la cosa migliore è che Piggy rimanga l’altezzosa star di sempre.

Finora The Muppets non è molto di più che un inno allo status quo

Nel frattempo il povero Fozzie manda accidentalmente all’ospedale Statler, uno dei due anziani irridenti spettatori fissi dei Muppets: il senso di colpa di Fozzie, la solitudine di Statler, il dialogo conseguente sono momenti quasi toccanti, ma ancora una volta tutto si ribalta rapidamente in burla. E in entrambe le storyline la domanda difficile da scacciare è: perché far tornare ancora una volta tutto al punto di partenza? Perché solo dinamiche ricorrenti? Kermit sempre in grado di premere i giusti tasti manipolatori, Fozzie sempre umiliato e bastonato. Se non altro, almeno fino all’arrivo Kermit, lo screentime dedicato a Piggy dà un minimo di profondità ai suoi pur insensati lunatismi, e la sua necessità di essere invitata per poter dire no, per poi cambiare nuovamente idea, è in character senza risultare patetica.

Nonostante “Pig Out” sia vagamente più riuscito delle puntate precedenti, finora The Muppets non è molto di più che un inno allo status quo. È ovvio che nessuno si aspetta chissà quali evoluzioni da una serie fatta su pupazzi animaleschi e monoespressione, che per forza di cose non possono rappresentare lo spettro delle emozioni umane. Ma allora a traballare è l’intera operazione, creata proprio sull’idea di approfondire aspetti emozionali che li avvicinano all’umanità, al presente, al mondo reale.

muppets

Continua a leggere su BadTaste