The Mother, la recensione
Dentro The Mother c'è il gender swap dei film in cui i padri salvano le figlie, e sarebbe anche fatto bene se l'azione non fosse così brutta
La recensione di The Mother, il film d'azione con Jennifer Lopez in uscita su Netflix il 12 maggio
La mamma chiamata a riallacciare i rapporti con una figlia ormai adolescente ma adesso bisognosa proprio di protezione fisica, fa cose che solitamente gli uomini non fanno in questo genere di film, la componente di esagerazione barocca del cinema d’azione è qui portata ad un livello superiore (non siamo ancora nella zona cinecomics o Fast & Furious ma un gradino sotto), senza però la perizia tecnica di John Wick o Atomica Bionda e senza nessun addestramento specifico come per Io sono nessuno. È tutto rigorosamente molto montato e tutto di spalle, con controfigure, raramente in prima persona. Questo non è un film per chi ama l’azione, non la fa bene e anzi la intende in modi molto generici.
In questo film in cui il waterboarding è fatto un po’ come viene, senza eccessiva precisione, in cui anche gli espedienti e le coreografie d’azione non richiedono grande precisione, l’unica cosa che ha un senso è la costruzione del rapporto. I film in cui i padri devono salvare le figlie sono altamente codificati e si basano proprio sul salvataggio e la protezione, questo in cui una madre riallaccia i rapporti con una riottosa adolescente invece è basato più sul rapporto. La ragazza si dovrà salvare anche da sola alla fine, dovrà imparare dalla madre e diventare come lei. Dovrà capire che la durezza materna ha un perché e nasconde amore. L’allegoria è chiara e anche corretta ma ancora più chiaro è il punto di vista, questo è un film in cui le madri hanno tutte le ragioni e la figlia insopportabile e lagnosa non deve fare altro che capire che sbaglia. Fine.