The Morning Show, 2x10: La febbre, la recensione

L'arrivo della febbre per Alex coincide con la sua opportunità di tornare a contare per The Morning Show mentre la seconda stagione annuncia la prossima

Critico e giornalista cinematografico


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Spoiler Alert
The Morning Show, 2x10: La febbre, la recensione

Arrivati alla fine della stagione possiamo dire che il Covid è stato integrato con moderazione dentro la narrazione, ovviamente è stato nello sfondo (per alcuni episodi) ma solo in fase terminale è entrato nella trama propriamente detta. O forse. Perché sempre di più l’impressione è che UBA+ e tutta la sottotrama del grande lancio della piattaforma sia una maniera di poter fare una terza stagione interamente ambientata durante la fase più dura della pandemia, con il network pronto a reagire con la propria piattaforma streaming, in un momento in cui, lo sappiamo, le piattaforme hanno lanciato molti servizi e hanno avuto un grande pubblico a disposizione, fermo a casa.
Lo capiamo bene quando viene data ufficialmente, durante l’edizione del Morning Show, la notizia che l’OMS ha dichiarato lo stato di pandemia e subito dopo con tutto altro tono e colori: “È previsto per oggi il lancio di UBA+!”. L’uno è strettamente legato all’altro.
La vicenda di questo lancio in piena pandemia ha diversi punti in comune con la parabola di Quibi e un po’ viene da pensare a Jeffrey Katzenberg, il Cory di quell’impresa.

È tuttavia una grande scena nell’ufficio di Cory con un temporale di sfondo fa davvero partire la puntata con grande dinamismo. Finalmente messa in scena e scrittura vanno di pari passo. È il momento di decidere cosa fare con la notizia della positività al Covid di Alex, a chi dirlo, come dirlo e come fare quella cosa chiamata “contact tracing”.
La cronaca di ciò che abbiamo passato e di ciò che è stata l’immediata comparsa di una pandemia, tramite mascherine, vetri di plexiglass imposti dalle risorse umane e via dicendo lentamente lascia il passo a qualcosa di più interessante, cioè alla sovrapposizione di diversi piani di racconto.

the morning show plexiglass

The Morning Show fa la storia dei media oggi. Lo ha fatto dal punto di vista dei movimenti di cancellazione e di gestione della suscettibilità pubblica e ora lo fa dal punto di vista della gestione della pandemia e dello sconvolgimento tra televisione e piattaforma che ha portato.
Invece che cancellare definitivamente Alex le viene dato un programma grazie all’insistenza di Chip, qualcosa di innovativo, la cronaca della gestione della salute di una malata di una malattia che preoccupa tutti. Il covid raccontato da chi l’ha avuto, mentre ce l’ha. L’idea è di mostrare alla gente qualcuno che conoscono, con cui hanno confidenza e che considerano un volto amico, che ha preso il covid. Ma è anche una maniera di raccontare a noi, tramite qualcuno che conosciamo molto bene (Jennifer Aniston), quel processo di gestione della malattia.
Alex avrà uno spazio per sé, per raccontare il Covid ma su UBA+ che al momento non ha abbonati. Non è difficile immaginare che il programma sarà un successo, sarà il vero lancio della piattaforma e la rimetterà al centro nonostante scandali e accuse.

Nessuno probabilmente in Italia avrebbe pensato ad una trama di questo tipo, cioè al fatto che una persona malata di una malattia che spaventa, una persona che non ha molte forze, si rimetta in piedi per andare in onda in televisione. Soprattutto nessuno probabilmente l’avrebbe messo in scena con un montaggio musicale di questa persona che si impegna per trovare le forze, che fa di tutto per combattere la malattia grazie al nuovo obiettivo: lavorare. “Spero di non morire facendo questo” è la frase che Alex dice prima di andare in onda. È un po’ il punto dell’etica del lavoro statunitense (la dedizione in quel che si fa è un valore morale da anteporre a se stessi) ma anche della descrizione che The Morning Show fa fin dall’inizio di come la vita e la professione siano la stessa cosa nel mondo della televisione.
Non ci stupisce inoltre che tutto questo sia anche un modo per rimettere Chip e Alex vicini, nella solita relazione (anchor e produttore) ma da soli, in maniera intima. Una riproposizione in versione The Morning Show di Apollo Creed che porta Rocky nella palestra di periferia per recuperare se stesso e tornare al successo.

the morning show alex chip

Contemporaneamente una eccezionale Valeria Golino fa un gran ritorno irrompendo nell’ufficio di Cory con tutta la sua vitalità italiana (risate di sottofondo) facendo esattamente la stessa operazione appena vista per Alex, solo con Mitch. Impone di guardare 2 minuti del suo documentario/confessione di Mitch e già dalla faccia di Cory capiamo che è una roba grossa. È un “contenuto” per il quale c’è desiderio. Lei non vuole divulgarlo, lo usa solo per mostrare di essere una persona che sa fare quelle cose lì, ma Cory vuole divulgarlo. E subito è chiaro che la partita diventa una per la morale e l’etica: ha promesso a Mitch di non farlo uscire ma tutto nell’industria dei media la attira e la spinge a farlo, potrebbe essere un gran colpo per lei.

Così The Morning Show chiude la seconda stagione senza un vero grande cliffhanger ma con una delle puntate più secche e decise. Lungo tutta la stagione ha rimescolato gli ingredienti, levato la trama di Mitch da mezzo e creato un nuovo dualismo (UBA+ e UBA normale), rivelato la sessualità di Bradley e messo Alex nella stessa posizione in cui era Mitch ad inizio stagione, solo con un’altra consapevolezza, un’altra forza e un altro supporto della sua rete. Cosa che fa pensare che per lei le cose non debbano andare come per Mitch. Dalla cancel culture c’è una via d’uscita.

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