The Morning Show 1x08, "Lonely At The Top": la recensione
Tutto in flashback viviamo un momento del 2017 nella redazione di The Morning Show, ed è molto diversa da quella che abbiamo conosciuto
THE MORNING SHOW 1X08, "LONELY AT THE TOP": LA RECENSIONE
Questa puntata poteva tranquillamente essere la prima.
Come abbiamo visto nel resto della serie Mitch non è mai messo in cattiva luce ma nemmeno in una buona. È un personaggio a tutti gli effetti positivo, che in qualsiasi altra serie sarebbe un protagonista anche un po’ stucchevole e che poi però attira donne e fa sesso con loro. Quando queste cominciano ad avere atteggiamenti strani le scarica da un’altra parte, non ci vuole più lavorare.
Non lo fa con cattiveria, almeno non è così che è mostrato, lo fa come prassi lavorativa, senza pensare che sia un peso, senza pensare che per le donne sia una tragedia.
E qui arriviamo al fatto che Lonely At The Top invece non è la prima puntata ma l’ottava. Con il senno di poi vediamo tutto quello di cui si è parlato, cioè quell’ambiente di lavoro in cui Mitch prosperava e Alex era in crisi, sempre meno benvoluta dal network per il suo gradimento in calo. Un ambiente da cui capiamo i crolli che poi Alex ha avuto in California e quanto i due fossero importanti l’uno per l’altra. Ma capiamo anche che tipo di gerarchia spietata fosse quella che consentiva a Mitch di comportarsi come un Dio benevolente che non si cura troppo della vita delle creature sotto di lui.
“Cosa rimarrà di me?” si chiede Mitch alla fine della sua festa di 50 anni “Nessuno riguarda i notiziari a meno che non siano quelli che annunciano tragedie indicibili. Quale sarà la mia eredità?” non sa che per quanto possa vederla fosca tutto peggiorerà molto di più e la sua eredità ora rischia di essere quella di uno dei tanti predatori sessuali.
La puntata è nettamente dalla parte delle vittime, non esita mai a mostrare le conseguenze delle azioni di un predatore sul posto di lavoro. E se nelle altre puntate abbiamo capito il dramma di un uomo scaricato da tutto e tutti in un giorno, qui capiamo qual era lo sporco nascosto sotto il tappeto, cosa sia che lui non riesce a capire della situazione che sta vivendo. Ci eravamo appena fatti un’idea e ora bisogna rivedere molti assunti.
E se l’atmosfera non è buona alla base, figuriamoci in alto.
Mentre sul megatelevisore alle sue spalle vanno le immagini della messa in accusa di Weinstein, il padrone del network accoglie una vittima di Mitch e la consola (blandamente) con una promozione. È il momento in cui si chiude la puntata e si chiude anche il cerchio dell’ambiente di lavoro pre-Weinstein, quello in cui la mentalità maschilista si sposa con il disinteresse per i sottoposti e i molestati. Alex poi, due anni dopo, quando inizia la serie, dirà di essere stupita, di non aver capito, si stupirà in buona sostanza di non aver mai nemmeno sospettato che Mitch fosse un predatore eppure gli indizi erano ovunque, solo che rispetto a quel che abbiamo visto dallo scandalo in poi, in questo flashback lei come tutti gli altri in cima non sembra nemmeno guardare i sottoposti.
E questo aggiunge un tassello in più che quasi mai è tirato fuori quando si parla di metoo, cioè il fatto che una simile cultura delle sfruttamento sessuale sia possibile solo in un regime in cui non c’è nessun interesse per i livelli più bassi, nessuno li guarda e gli unici che si accorgono di cosa accada sono le figure di potere da cui vanno a confessarsi. Le stesse che per lavoro devono attutire, minimizzare, sviare e non far scoppiare un casino.
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