The Mandalorian 3x05, la recensione

La recensione del quinto episodio della terza stagione di The Mandalorian, disponibile su Disney+

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La recensione del quinto episodio della terza stagione di The Mandalorian, intitolato Il Pirata, disponibile su Disney+

Il titolo del ventunesimo capitolo di The Mandalorian, il quinto della terza stagione, è eloquente: Il Pirata. Riprendiamo il filo della minaccia introdotta fugacemente nel primo episodio, quella dei pirati di Gorian Shard. Il re pirata alieno, impaziente di vendicarsi per lo smacco subito in quell’occasione, torna con forze più massicce ad aggredire i cittadini di Nevarro. È l’occasione per omaggiare un altro archetipo dei film Western, il villaggio ricco e operoso tenuto in scacco da una banda di fuorilegge che ha bisogno di eroi ‘giunti dall’esterno’ per salvarlo. I Magnifici Sette di turno sono Mando e la sua banda di fuorilegge, che allertati del pericolo giungono in soccorso della popolazione in un episodio ricco di azione e di scene di battaglia aerea e terrestre mirabolanti, il cui esito è facilmente intuibile fin dalle prime battute.

Proprio come accadeva con il mostro volante dell’episodio precedente, la minaccia piratesca si rivela di entità limitata e funge più da ‘cornice’ e da pretesto per portare avanti le storie di protagonisti e coprotagonisti che non da motore principale della storia. Non che ci sia niente di male in questo, ma questa stagione finora si sta dimostrando avara di nemici memorabili o di sfide in grado di mettere in crisi seriamente i nostri eroi e probabilmente dovremo aspettare gli episodi finali per vedere scendere in campo qualche antagonista di grosso calibro. 

Incertezze del Passato

Le vicende dell’assedio di Nevarro si intrecciano con quelle della Nuova Repubblica. Assieme a Carson Teva, il capitano Repubblicano che già ha fatto capolino nelle vicende di Mando negli episodi precedenti, facciamo di nuovo capolino su Coruscant, dove troviamo ulteriori conferme del divario che separa le intenzioni della Nuova Repubblica, nobili sulla carta, dalla sua effettiva capacità di agire in modo incisivo. Recuperiamo temi (e personaggi) già conosciuti nell’anomalo terzo episodio, ma stavolta l’innesto funziona meglio: la parentesi Repubblicana è legata alla trama principale in modo più intuibile e portata avanti parallelamente, senza mettere in pausa le vicende dei protagonisti per l’intero episodio com’era accaduto col Dottor Phershing della puntata precedente. Ma cosa sarebbe un episodio di The Mandalorian senza i suoi cammeo? Stavolta tocca nientemeno che al ‘forzuto’ della serie animata di Star Wars Rebels, il lasat Zeb Orrelios, che discute dell’accaduto con altri piloti e agenti Repubblicani. Comparsata fine a se stessa, o preludio a un ritorno più incisivo dell’equipaggio dello Spettro, in previsione del suo coinvolgimento nelle venture vicende della serie Ahsoka? The Mandalorian ha sempre funto da rampa di lancio per i futuri progetti narrativi starwarsiani, quindi chissà che anche Zeb non vada interpretato con un anteprima di future avventure.

Luci del Presente

Sul fronte dei protagonisti, Mando e Grogu fanno quasi un passo indietro e si tengono in secondo piano (e si ha l’impressione che la loro strada in questo terzo ciclo di storie sia un po’ incerta, o quanto meno più difficile da discernere rispetto al percorso più lineare delle due stagioni precedenti). Chi invece continua a crescere è Bo-Katan, che prosegue il percorso di crescita già avviato nell’episodio precedente e ottiene addirittura l’“investitura” di colei che riunificherà il popolo disperso di Mandalore. Va detto con schiettezza: tutto quello che ruota attorno a Mandalore, alla Spada Oscura, ai vari clan e ai loro precetti è gestito con una certa disinvoltura, molto in funzione delle necessità narrative del momento. Su questo fronte, meglio fare i conti alla chiusura di questo ciclo, quando le linee narrative saranno più chiare, avremo più dati a disposizione e certi percorsi saranno giunti a un punto di svolta.

Ombre del Futuro

Il terzo filone narrativo, portato avanti nelle ultime scene dell’episodio, porta avanti quello che è l’ormai dichiarato ritorno in scena di Moff Gideon. Da un lato c’è di che rallegrarsi: il villain interpretato da Giancarlo Esposito è, nel bene e nel male, la nemesi di Din Djarin, e un cattivo ricorrente è un bene di cui nessuna serie d’azione dovrebbe privarsi. Per contro, la sua presenza/assenza, e soprattutto l’assenza di un antagonista alternativo che ne faccia le veci in attesa del suo ritorno ufficiale, costringe narrazioni e personaggi a un atteggiamento attendista che gioca, almeno in questa fase, a loro discapito. Tra vicende Repubblicane, popoli da unificare e avamposti da far prosperare c’è moltissimo world building in questa terza stagione di The Mandalorian, un aspetto che è sempre stato uno dei più interessanti nelle serie starwarsiane e uno dei punti di forza principali della gestione Favreau/Filoni. È solo un peccato che questo vada a volte a discapito dei due personaggi principali, che al momento si ritrovano a essere quasi ‘ospiti’ nella loro serie e a muoversi al traino delle vicende altrui. Abbiamo la sicurezza che l’ultima parte della stagione non mancherà di regalarci battaglie epiche e grandi colpi di scena. La speranza è che riporti anche al centro della trama il personaggio titolare e il suo piccolo pupillo, che continuano a essere un po’ spaesati in questa terza stagione.

Trovate tutte le notizie su The Mandalorian nella nostra scheda.

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