The Mandalorian 3x03, la recensione
La recensione del terzo episodio della terza stagione di The Mandalorian, intitolato Il convertito, disponibile su Disney+
La recensione del terzo episodio della terza stagione di The Mandalorian, intitolato Il convertito, disponibile su Disney+
La scena d’apertura si riallaccia rapidamente alla conclusione dell’episodio precedente, chiudendo definitivamente (un certo Mitosauro a parte) la questione delle Acque della Vita e della redenzione di Din Djarin. Fa da coda alla chiusura della missione un’esaltante scena di combattimento aereo nei cieli di Kalevala, la dimora di Bo-Katan. Vanno finalmente in scena in versione ‘live’ gli Intercettori TIE, forse i caccia Imperiali più amati e apprezzati a livello di ‘lore’, finora relegati a comparsate in sottofondo o a narrazioni secondarie. Sarebbe stato bello vederli ‘caratterizzati’ un po’ di più, magari sottolineandone la maggiore resistenza o manovrabilità, ma a conti fatti il loro ruolo non si rivela poi così diverso da quello dei caccia TIE regolari: ‘carne da cannone’ per i nostri eroi, che se ne sbarazzano senza troppe difficoltà. La battaglia ha però un colpo di coda con l’arrivo di forze soverchianti e con il bombardamento del castello di Bo, cosa che consentirà di ‘compattare’ il personaggio di Bo al resto degli esuli Mandaloriani che Djarin già conosce.
È una scelta anomala e spiazzante per The Mandalorian, che si concede la sua prima vera puntata in cui i protagonisti vengono messi da parte, una tecnica che rispecchia sotto molti punti di vista quella avvenuta a suo tempo in The Book of Boba Fett, dove la trama principale della serie veniva messa in pausa per aggiornarci sulle vicende di Mando e Grogu. Anche in quel caso, la ‘spallata’ non troppo delicata riservata alla trama portante della serie aveva fatto inarcare qualche sopracciglio, ma se in quel caso la deviazione chiamava in scena un protagonista ‘importante’ nella narrativa seriale starwarsiana, stavolta la manovra è ancora più estrema, dato che la parentesi si apre a favore di quella che finora era stata nel migliore dei casi una figura secondaria, e nel peggiore dei casi un mero espediente narrativo.
Il risultato è un misto di punti deboli e di punti forti. Da un lato è impossibile non vedere nella puntata odierna un richiamo, forse casuale, forse voluto, ai temi e alle atmosfere di Andor. Per le vie di Coruscant va in scena un intrigo a metà tra il thriller e lo spionaggio e le atmosfere cupe e opprimenti e gli intrighi hanno la meglio sulle scene d’azione scanzonate e i ritmi più solari a cui The Mandalorian ci ha abituati. In verità, più che di potenziali ispirazioni ad Andor, ha forse senso vedere in questa puntata il recupero di trame e atmosfere che avrebbero dovuto caratterizzare la perduta serie Rangers of the New Republic, annunciata ai tempi del ‘big bang’ di Disney +, finita nel limbo nel corso dello sviluppo dei vari progetti e stroncata definitivamente con la discussa uscita di scena di Gina Carano che avrebbe dovuto essere tra i protagonisti. I vertici Lucasfilm avevano annunciato che parte dei temi trattati in quella serie sarebbero stati recuperati in The Mandalorian, e probabilmente ci troviamo di fronte a uno di quei casi.
Questo episodio è anche un’ottima occasione per aggiungere un prezioso tassello alla narrativa starwarsiana globale, vale a dire quello di farci conoscere in maggior dettaglio gli scenari della Nuova Repubblica: teoricamente il frutto del trionfo della Ribellione nella Guerra Civile Galattica, all’atto pratico afflitta da non pochi problemi. Come il programma Amnistia attorno a cui ruota l’episodio, la Nuova Repubblica aderisce a ideali elevati sulla carta, ma sembra cieca o incapace di cogliere le problematiche e i rischi insiti in queste scelte una volta applicate ai duri scenari della realtà. Risulta un po’ più facile intuire come le radici del futuro Primo Ordine possano attecchire in un terreno così ambiguo.
Alla fine della cavalcata su Coruscant, tuttavia, si resta con qualche punto interrogativo di troppo. Qual era lo scopo di questo excursus improvviso? Forse il Dottor Phershing tornerà e avrà un ruolo più attivo negli eventi futuri (anche se le scene finali dell’episodio non lasciano molti spiragli) e probabilmente sono stati piantati dei semi narrativi che daranno frutto in futuro, ma resta l’impressione che l’operazione sia stata fatta con una buona dose di brutalità e con poca eleganza. Per di più, con una certa nonchalance, nel corso dell’episodio si accenna di sfuggita a una potenziale evasione di Moff Gideon, ponendo probabilmente le basi per l’annunciato ritorno del personaggio. Probabilmente sarebbe risultato più gradito e avvincente un episodio anomalo dedicato al Moff e alla sua evasione e un accenno in secondo piano alle vicende di Phershing che non viceversa, ma forse Giancarlo Esposito inizia a diventare difficile da avere sul proprio carnet a disposizione regolarmente!
A conti fatti, ogni tentativo di non adagiarsi nella routine e di esplorare temi e metodi di narrazione nuovi va sempre applaudito, quindi manteniamo la fiducia che l’‘investimento’ fatto in questa puntata sia destinato a dare i suoi frutti in futuro. Suscita qualche perplessità in più il fatto che, giunti quasi a metà della stagione, la serie per ora ci abbia offerto affondi in varie direzioni apparentemente molto diversi tra loro, ma debbano ancora emergere in modo evidente i temi tema portanti e la trama principale di questo ciclo di storie. Un’unità tematica chiara e lineare è un marchio di fabbrica di The Mandalorian e farebbe bene alle attuali avventure di Mando e Grogu. Confidiamo che emerga nel resto della stagione.
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