The Mandalorian 1x08 "Chapter 8: Redemption": la recensione
Anche nel finale della prima stagione, The Mandalorian conferma la sua formula semplice, capace di trarre il meglio dall'essenzialità
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Ognuno ha una sua idea personale, ma al tempo stesso assoluta e impossibile da scalfire, su ciò che è Star Wars. Su ciò che deve essere Star Wars. E quindi su ciò che non lo è. Eppure la forza di questo universo sta proprio nella sua malleabilità, nel suo essere una maschera di gomma che si adatta a tutti i generi, i toni, le forme del racconto. L'ottavo e ultimo episodio della prima stagione di The Mandalorian ne è la prova. Inizia con uno sketch comico trapiantato nella sceneggiatura, prosegue con un assedio drammatico, tra rivelazioni e sacrifici, termina con l'ultimo esagerato upgrade dell'armatura del protagonista. E con un piccolo, ma irrinunciabile, cliffhanger per la seconda stagione (con la terza già annunciata).
Abbiamo un nome, abbiamo un volto, che è quello di Pedro Pascal, e abbiamo anche un po' di backstory sul personaggio. Qualcosa che si ricollega all'assedio di Mandalore, in cui lo stesso Gideon era coinvolto, e che già contiene qualche collegamento con l'ultimo arco narrativo di The Clone Wars. Le serie di Dave Filoni dialogano l'una con l'altra, per quanto possibile. Moff Gideon brandisce la Dark Saber, arma apparsa nella serie animata e in Rebels, mentre Ahsoka apparirà nella seconda stagione di The Mandalorian, interpretata da Rosario Dawson. Tutti questi elementi condiscono una storia che però, più che in altri episodi, mette davvero il protagonista di fronte a se stesso e ai suoi pregiudizi.
Notazione a margine: lo scambio iniziale tra i due scout trooper, Jason Sudeikis e Adam Pally in originale, è divertente, ma la battuta "do the magic hand thing" di Greef insieme alla risposta di Baby Yoda è imbattibile.
Finisce la prima stagione di The Mandalorian, e c'è ben poco qui che possa far cambiare il giudizio, positivo o negativo, sullo show. Nell'epoca della tv complessa, delle stagioni rilasciate in blocco, degli intrecci arzigogolati, la prima serie live action di Star Wars segue la strada opposta. Riscopre la formula della visione settimanale, che è rarissima sulle piattaforme streaming. Lo fa perché può permetterselo: è l'intera piattaforma Disney+ a elaborare la nostalgia e un'esperienza di visione più lenta perché si appoggia a cose che, in larga parte, abbiamo già visto. E quanto a un inedito come The Mandalorian, basta l'evento a riportare settimanalmente gli spettatori alla serie.
Formula semplice, episodica, prevedibile, ma che riesce anche a trarre il meglio dall'essenzialità, anche solo da un casco, un tormentone, una creaturina. Riscoprendo il piacere di una visione leggera e semplice, mai compulsiva o gravosa.