The Man in the High Castle 2x06 "Kintsugi": la recensione

La nostra recensione del sesto episodio di The Man in the High Castle, intitolato Kintsugi

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Spoiler Alert
A Berlino Joe Blake sta ancora cercando di affrontare le conseguenze delle rivelazioni di suo padre circa il fatto di essere un bambino di Lebensborn, sostanzialmente una sorta di esperimento genetico atto a formare il perfetto rappresentante della razza ariana e dell'impero nazista, il che si scontra non poco con i suoi sentimenti personali nei confronti della politica hitleriana e di tutto ciò in cui suo padre, il Reichsminister Martin Heusmann, crede... o quasi. Perché, se uno osserva attentamente il messaggio di fondo lanciato da questa seconda stagione di The Man in the High Castle si accorgerà che esiste un leitmotiv che serpeggia in ogni episodio e che, in particolare in Kintsugi avremo modo di approfondire, e cioè che anche il più convinto dei nazisti si scopre ad avere dei ripensamenti nel momento in cui gli estremismi del proprio partito toccano la loro vita personale. Così è stato per il padre di Joe, che - consapevole del fallimento del progetto del Führer sui bambini di Lebensborn - ha lasciato che la madre di suo figlio lo portasse lontano da quel mondo per crescerlo in America e così è per l'obergruppenführer John Smith, che uccide un uomo per proteggere il proprio figlio dalla severa legge nazista che lo vorrebbe morto a causa della sua malattia.

Tornando quindi a Joe, il ragazzo si trova a dover combattere una battaglia interiore tra ciò che è destinato a diventare e ciò che vorrebbe essere, una battaglia che si profila complessa, soprattutto quando entra in contatto con altri coetanei berlinesi ed in particolare con una giovane e affascinante donna di nome Nicole Becker (Bella Heathcote) la quale, proprio come Joe, è una figlia di Lebensborn. La scena della festa a cui il ragazzo prende parte, con tatto di trip indotto dall'ingestione di alcuni acidi offerti gentilmente dai partecipanti al raduno, ha tuttavia qualcosa di grottesco e soprattutto ha il perfetto sapore del cliché: nel suo viaggio indotto dalla droga, Joe affronta infatti il suo subconscio e ha una visione di Juliana che lo prende letteralmente per mano e gli comunica che va tutto bene e che non è morta. Nella sua visione, mentre la bella Nicole gli dice sostanzialmente che il loro contributo nel mondo non cambierà le cose, Juliana lo spinge invece a fare la differenza, ma chi delle due donne Joe deciderà di seguire? L'episodio finisce poi con il ragazzo che indossa i vestiti lasciati a lui dal padre con la fascia con la svastica da mettere al braccio, lasciando intendere che abbia deciso di abbracciare il suo futuro come membro del partito nazista.

"I giapponesi hanno una filosofia che si chiama Kintsugi, prendono i pezzi di qualcosa che si è rotto e li rimettono insieme con dell'oro. L'imperfezione può essere bellissima."

Altrove, mentre il Ministro Tagomi continua a vivere la sua esperienza in un universo parallelo in cui scopre che la moglie ha avviato le pratiche del divorzio per la sua continua abitudine a sparire dalla sua e dalla vita del figlio Nori, Juliana cerca discretamente di portare avanti la missione assegnatale (o impostale) da George Dixon, avvicinandosi sempre di più alla famiglia Smith e alle amiche della potente di Helen, la moglie dell'obergruppenführer Smith che lo stesso Dixon definisce come "l'ape regina" del circolo sociale nazista. In particolare Juliana lega con Lucy Collins (Emily Holmes) finendo per scoprire, come è ormai evidente agli occhi dello spettatore, che dietro all'immagine della perfetta ed ideale società in cui i nazisti vivono, si nascondo tragedie come quella di Lucy, che da tre anni cerca di concepire un figlio con il marito e che non riuscendoci si sente un totale fallimento, perché nel Reich "la maternità è tutto". La dolcezza di Juliana ed il modo in cui cerca di consolare e rassicurare Lucy, promettendole che non rivelerà il suo segreto ad Helen e alle sue "amiche", cominciano a delineare il genere di rapporto che la giovane riuscirà a instaurare con queste persone così diverse da lei ed abituate ad una politica del sospetto e della denuncia, contrapposta al suo sincero desiderio di sostenere una persona che sta vivendo un momento difficile senza colpirla quando è più vulnerabile.

In casa Smith, nel frattempo, il giovane Thomas riceve una missiva sorprendente: il ragazzo è stato selezionato insieme ad altri nove membri della Gioventù Hitleriana per un viaggio di un mese in Sud America "per civilizzare ed educare quelli meno fortunati che vivono fuori dal Reich". Nonostante il grande onore, la reazione di Helen è drastica, conoscendo le condizioni di salute del figlio, la donna gli dice che non potrà andare, senza ovviamente spiegargli i motivi, mentre John sembra invece più possibilista e presto scopriremo il perché. L'uomo spiegherà infatti successivamente alla moglie di aver ideato lui stesso questo piano per salvare la vita del figlio: poco dopo l'arrivo in Sud America, un gruppo di semiti lo rapirà e nonostante il loro dolore ed i loro tentativi di rintracciare il figlio, Thomas non verrà mai ritrovato e potrà avere salva la vita e vivere nell'agio e al sicuro lontano dal Reich invece che essere "terminato" dalla politica del governo nazista in giovane età a causa di una terribile malattia genetica. Non ci è dato di sapere, almeno per ora, se questa vicenda servirà come presa di coscienza per la famiglia Smith e se anche loro cominceranno a rendersi conto che gli ideali in cui credono non sono poi così... ideali, quel che è certo è che, anche se lentamente, il perfetto mondo costruito da un ormai vecchio e malato Adolf Hitler sta cominciando a mostrare delle crepe.

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