The Man in the High Castle 2x03 "Travelers": la recensione

La nostra recensione del terzo episodio di The Man in the High Castle, intitolato Travelers

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Spoiler Alert
Joe Blake ha lasciato New York per Berlino, la capitale del Reich, per ordine del suo potentissimo padre Martin Heusman, ma l'incontro tra i due è tutt'altro che rose, fiori ed abbracci. L'atteggiamento del ragazzo è comprensibilmente freddo e distaccato, dopotutto vede per la prima volta l'uomo che gli ha dato la vita e di lui sa solo quanto gli è stato raccontato dalla madre, morta di stenti in America dopo che l'uomo li ha abbandonati. Ma le cose sono davvero come sembrano? L'impresa del giovane e la consegna nelle mani del Führer della pellicola da lui recuperata, si è rivelata l'occasione perfetta per un riavvicinamento padre-figlio e Martin Heusman ha davvero molte spiegazioni da dare al ragazzo, soprattutto quando Joe ha modo di sperimentare l'opulento stile di vita del genitore e gli rinfaccia di aver abbandonato lui e la madre a morire di fame in America. Dopo un ennesimo scontro con il padre ed un party decisamente fallimentare, il ragazzo - infatti - cerca di tornare a casa, ma viene bloccato, scoprendo che per lasciare Berlino ha bisogno dell'autorizzazione di Heusman. Ancora una volta - mostrando un aspetto del suo carattere che fino ad ora non avevamo visto - Joe deciso l'uomo, infischiandosene del suo rango e della sua posizione e dicendogli in faccia cosa pensi di lui."Ho visto il sangue che paga per questo champagne e se pensi anche solo per un secondo che mi farà dimenticare quello che hai fatto a mia madre..."

Nel frattempo, a New York, Juliana si trova a dover affrontare un'umiliante ispezione medica per verificare che risponda a tutti i requisiti per ottenere l'asilo politico richiesto. Nel peggior incubo lombrosiano la ragazza viene misurata, spogliata e visitata. Ogni centimetro del suo corpo viene osservato e valutato, fino ad arrivare alla conclusione che l'incidente occorso con l'autobus che l'ha investita e che le ha fratturato il bacino potrebbe essere ostativo ai fini della sua richiesta, perché la donna potrebbe non essere in grado di procreare ed una femmina che non può avere figli agli occhi del Reich è inutile. Tuttavia, e nonostante le apparenze, Juliana non è solo un pezzo di carne da valutare, ma nasconde segreti ed informazioni preziose per i nazisti e la cosa viene resa evidente quandoviene interrogata e le viene chiesto di scrivere tutto quello che le sia successo dal momento della morte della sorella, chi abbia incontrato, se abbia una relazione sessuale con Joe Blake e se faccia parte della Resistenza, il tutto con l'Obergruppenführer John Smith che osserva le sue risposta al di là di un vetro a specchio e che, conclusosi l'interrogatorio, si trasformerà improvvisamente nel più delizioso degli degli ospiti annunciandole che le concederà personalmente asilo e consegnandole - metaforicamente parlando - le chiavi di una nuova vita in cui le viene garantito un alloggio, del cibo ed un sostegno economico fino a che non le verrà data definitivamente la cittadinanza. Juliana si ritrova così, da sola, in un mondo completamente estraneo, in un appartamento accogliente ed in una società che vive senza nemmeno avere bisogno di chiudere a chiave le porte delle proprie case, se questo avvenga perché non esiste criminalità o perché così è più facile subire controlli o perquisizioni a sorpresa, è un altro paio di maniche.

Tornando al severo Obergruppenführer che - per chi non lo sapesse - è un termine che si può tradurre con "leader del gruppo di anziani", un grado paramilitare del partito nazista, l'uomo ha problemi personali da affrontare non meno gravi di quelli di Juliana. Come è stato infatti rivelato nella prima stagione, al figlio maggiore di John Smith, Thomas - fiero membro della Gioventù Hitleriana - proprio come allo zio Edmund, è stata diagnosticata la distrofia facio-scapolo-omerale, una sindrome che lo porterà progressivamente alla paralisi e per la quale non vi è alcuna cura. Il medico che ha fatto la diagnosi sta ora facendo pressione su John Smith perché faccia quello che la legge richiede e uccida suo figlio. Nella stessa misura in cui per il Reich è intollerabile che una donna sia sterile, uno storpio o un malato non hanno alcun diritto alla vita, solo che a subire questo destino, questa volta, spetterebbe al figlio di John Smith e, si sa, quando si è personalmente ed emotivamente coinvolti, diventa molto più difficile rispettare una legge tanto inumana, tanto che l'uomo, per proteggere il primogenito, finirà per uccidere il suo medico e amico promettendo poi alla moglie Helen che non permetterà a nessuno di far male al loro bambino.

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