The Man in the High Castle 4x09 "Per un soffio": la recensione
La penultimo puntata di The Man in the High Castle, in termini di colpi di scena, ci regala forse uno dei migliori e più sorprendenti episodi della serie
I neo sposini, con in tasca una lettera di passaggio per il Giappone firmata di suo pugno dalla Principessa ereditaria per ringraziare l'antiquario per i suoi servigi, si apprestano a lasciarsi alle spalle il continente americano portando con loro solo alcuni dei più preziosi oggetti d'arte di Childan, deciso a seguire la moglie nonostante la certezza che in Giappone sarà sempre trattato come un paria, ma fiducioso di potersi ricostruire una vita grazie alla benevolenza della casa reale. I loro progetti, tuttavia, vengono letteralmente bloccati sul nascere da una guardia che, oltre ad intascarsi tutti gli oggetti con cui i due cercano di comprare l'accesso alla nave che li deve portare nella patria di Yukiko, impedisce a Childan di imbarcarsi e di seguire la moglie, che lui convincerà comunque a partire e che guarderà malinconicamente allontanarsi seduto da solo su un molo di San Francisco.
L'azione principale dell'episodio, come accennavamo, si svolge però a Berlino ed in termini di colpi di scena è probabilmente quanto di meglio The Man in the High Castle ci abbia mai regalato. Inizialmente John Smith siede infatti quieto alla riunione nella quale viene condiviso con il Führer il piano per prendere possesso della Zona Neutrale e dei territori abbandonati dai giapponesi in America, obiettando solo sull'utilità di radere al suolo le principali città della California e di governare quindi su un cumulo di macerie e sarà proprio a questo punto che verrà rivelata, come tutti noi ci aspettavamo, la vera ragione del suo invito in Germania.
J. Edgar Hoover entrerà infatti nella stanza dei bottoni con un fascicolo di informazioni sulla famiglia Smith che li addita senza mezzi termini come traditori del Reich e quando Himmler richiederà la sua presenza nel proprio ufficio, John Smith sembra rassegnato ad accettare con una sorprendente compostezza il suo fosco destino.
Il Reichmarshall, tuttavia, è ben lontano dall'essere tranquillo o rassegnato, tanto che - in un colpo di scena - risponderà al patetico appello del suo Führer che gli dice di aver sempre guardato a lui come il figlio che non ha mai avuto, dicendogli senza mezzi termini di non averlo mai rispettato né tanto meno amato, un attacco a causa del quale Himmler reagirà venendo colto da un attacco di tosse che lo obbligherà ad usare la bombola ad ossigeno che tiene nel suo studio e che è stata però riempita di Zyklon B dietro ordine di John Smith che si libererà così di lui, causando un nuovo terremoto successorio nel Reich.
Tornato nella stanza dove lo attendono tutti i generali del Reich, John si incontrerà con l’Obergruppenführer Wilhelm Goertzmann, quello che avevamo creduto essere il nuovo pupillo dell'ormai defunto Himmler, che nel frattempo avrà compiuto un vera e propria strage e che verrà quindi rivelato aver stretto un patto segreto con John per spartirsi il Reich.
Da quel momento John Smith regnerà infatti sull'America, mentre Goertzmann resterà in Europa, ma prima di separarsi, come ultimo regalo, Goertzmann consegnerà a Smith J. Edgar Hoover che il nuovo Führer accoltellerà con le sue stesse mani, uccidendolo a sangue freddo e segnando la svolta definitiva che cambierà per sempre il suo destino.