The Man in the High Castle 4x03 "La scatola": la recensione

In un episodio di The Man in the High Castle dal finale mozzafiato, gli autori giocano con il destino e su come influisca sulle scelte dei protagonisti

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Spoiler Alert
Dal rapporto genitori-figli, tema centrale del secondo episodio di The Man in the High Castle, in La scatola tutto è incentrato sull'impatto che l'ambiente che ci circonda ha sulle nostre scelte, influenzandone le decisioni. L'azione principale di questo terzo episodio torna ad ruotare intorno agli eventi che si svolgono nella nuova realtà con Juliana ed il suo difficile rapporto con la famiglia Smith: Thomas sembra deciso ad arrolarsi, nonostante il parere contrario di tutte le persone che gli sono più vicine e la donna, sentendo sempre più il fiato degli agenti del Reich del suo universo sul collo, decide di procurarsi una pistola per protezione personale.
Inoltre, dopo il tentativo fallito da parte di John di farla confidare con lui in "Ogni porta di uscita...", in una delle scene più significative della puntata, la ragazza gli chiederà di incontrarsi in un bar e cercherà di carpire da lui qualche informazione utile da usare contro il Reichmarshall della sua realtà.
E sarà proprio in questa intima occasione che John Smith le confiderà come abbia deciso di non continuare la carriera militare per ciò che si era ritrovato a vedere e fare in guerra e per impedire che quella parte oscura di lui prendesse il sopravvento, sottolineando appunto come i due John non siano poi così diversi, ma come abbiano fatto certe scelte spinti delle circostanze in cui si sono trovati ad agire. In un sorprendente finale di puntata, il destino giocherà poi un terribile scherzo a questo pacifico e consapevole John Smith che, nel difendere Juliana all'uscita del locale dall'aggressione di un uomo che non sa essere un agente del Reich, viene accoltellato a morte, dando la vita in questa realtà per una donna che è invece intenzionato ad uccidere in un'altra.

Anche l'Ispettore Kido, in maniera del tutto inaspettata, troverà a confrontarsi con la propria mortalità e con il destino grazie al figlio.
Il ragazzo, che sta scendendo una china sempre più pericolosa a causa del suo disturbo post traumatico da stress, aggredisce il cliente di un club per soli uomini uccidendolo brutalmente, venendo fermato dalla polizia e riconsegnato nelle mani del padre che era sul punto di andare all'asta organizzata da Robert Childan. I due finiscono per avere uno scontro e Kido lo caccia di casa pochi secondi prima di scoprire dell'attentato ai danni degli ospiti dell'asta, di cui lui stesso era un ignaro target, finendo così per avere salva la vita proprio a causa di quel figlio per cui prova tanta vergogna.

A casa del Reichmarshall, nel frattempo, dopo la telefonata ricevuta dalla figlia Jennifer e dopo aver evidentemente riflettuto sulle parole del marito, Helen decide di lasciare il Montana e tornare a casa riprendendo il ruolo che le spetta non solo come madre, ma anche come moglie di un ufficiale di alto rango del Terzo Reich e questo nonostante i dubbi del marito e il desiderio della figlia maggiore di non vederla tornare, preferendo immaginarla salva e felice nella Zona Neutrale.

Ma è all'asta del vecchio west che si svolge la vera azione dell'episodio, con il piano piuttosto rocambolesco per uccidere gli alti dignitari Giapponesi organizzato da Wyatt Price e dalla BCR che miracolosamente riesce a discapito della perdita di alcuni membri della resistenza. Quando il gruppo si riunisce nel luogo prestabilito, trova però Robert Childan nascosto in una delle auto usate per la fuga e poco prima che uno dei militanti della Black Communist Rebellion gli spari, l'antiquario lo ferma assicurando di poter essere loro prezioso per le informazioni che ha e che può ottenere in futuro grazie alla sua privilegiata posizione ed al suo rapporto con la Principessa Ereditaria del Giappone. Per dimostrare il suo potenziale valore, Childan dice inoltre al gruppo di aver sbagliato ad uccidere i ministri presenti all'asta se il loro scopo era quello di far ritirare il Giappone dagli Stati del Pacifico, spiegandogli come ci sia una corretene politica che concorda con la loro visione, che vorrebbe che il Giappone si ritirasse dall'America e che così agendo loro hanno ucciso, in maniera del tutto controproducente, proprio alcuni dei maggiori esponenti di questa corrente.

La scatola è inoltre un vero e proprio omaggio alla cultura afro-americana e ad alcuni dei suoi famosi rappresentanti con Frances Turner, che interpreta il ruolo di Bell Mallory - liberamente ispirato ad Angela Davis, un'attivista del movimento afroamericano statunitense e militante del Partito Comunista arrestata e sottoposta al regime di carcere duro per il rapimento e l'omicidio del giudice Harold Haley negli anni Settanta, accusa da cui fu poi completamente scagionata - che nell'incoraggiare gli uomini prima della missione cita le parole della poesia Se dobbiamo morire di Claude McKay, scrittore e poeta giamaicano trapiantato negli USA e membro dell'Harlem Renaissance, un movimento artistico-culturale afroamericano sorto negli anni venti, che recita:

Se dobbiamo morire, non sia da porci
Braccati e chiusi in un luogo ignobile,
Mentre cani rabbiosi e affamati intorno ringhiano
Beffandosi della nostra infame malasorte.
Se dobbiamo morire, moriamo nobilmente,
Che il nostro sangue prezioso non sia versato invano;
Allora anche i mostri che sfidiamo

Ci dovranno onorare, pur se morti!
Fratelli! Il nemico comune affronteremo!
Se è in soprannumero, mostriamogli valore,
Diamo un colpo mortale ai suoi mille colpi!
Che importa se ci si spalanca una tomba?
Noi siamo uomini, loro un vile branco assassino,
Stretti al muro moriamo, ma contrattaccando!

La quarta ed ultima stagione di The Man in the High Castle è disponibile su Amazon Prime Video dal 15 novembre.

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