The Magicians 1x01 "Unauthorized Magic": la recensione

Descritto come "Harry Potter per adulti", arriva su SyFy The Magicians, trasposizione dei romanzi di Lev Grossman

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Spoiler Alert
Da qualche parte, a un certo punto, qualcuno ha deciso di descrivere The Magicians come "Harry Potter per adulti", e da quel momento quella definizione è stata irrinunciabile ogni volta che si voleva parlare della serie di romanzi di Lev Grossman e ora della serie omonima in onda su SyFy. Se il riferimento al mondo della Rowling rimane – l'ispirazione maggiore, insieme alle Cronache di Narnia, è quella – l'idea di vicenda "per adulti" vacilla invece abbastanza. Il lungo pilot che anticipa la serie che debutterà ufficialmente il prossimo 25 gennaio ci consegna una storia molto vaga, tappezzata di misteri, con dei personaggi non molto definiti. Qualcosa lo riscatta nel finale, ma se l'idea di un prodotto destinato agli adulti riguarda la maturità e non l'età media dei protagonisti, allora forse è il caso di cambiare definizione.

Protagonista della storia è il giovane Quentin Coldwater (Jason Ralph). Ragazzo solitario, che preferisce la lettura di vecchi fantasy alla compagnia dei suoi coetanei. Tra questi fantasy spicca la saga dei fratelli Fillory, che attraverso una vecchia pendola riescono ad entrare in un mondo incantato. Sembra una precisazione inutile, e invece non lo sarà, dal momento che tra le altre cose anche la passione per questa serie porterà il giovane Quentin a poter sostenere un esame per entrare nel segretissimo Brakebills College: in poche parole, una scuola di magia. Prime conoscenze, primi misteri, una sezione proibita, pericolosi esperimenti magici notturni, Harry Potter viene spesso in mente in effetti, ma non è tutto qui.

Forse è perché è rimasto qualcosa nella sceneggiatura della prima bozza di Ashley Miller e Zack Stentz (X Men – L'inizio), ma The Magicians più che una scuola di magia viene raccontato come un luogo di addestramento per soggetti con facoltà straordinarie, appunto gli X-Men. La verosimiglianza scricchiola parecchio e la transizione dalla realtà al mondo magico è troppo veloce e accettata con naturalezza. Se Quentin sembra predisposto ad accettare l'impossibile, al tempo stesso è mal gestito il personaggio di Julia Wicker (Stella Maeve), l'amica confidente del protagonista (già il loro rapporto non è chiarissimo) che in cinquanta minuti attraversa circa quattro caratterizzazioni diverse.

Un pilot molto classico nella presentazione di situazioni e personaggi, che si avvale della regia di Mike Cahill (Another Earth e I Origins) ma che costruisce poco sotto il profilo della meraviglia o della creatività. L'unica vera eccezione – ma si tratta di un'eccezione che non può essere trascurata – è rappresentata dalla scena finale. Che sembra uscita fuori da una serie completamente diversa rispetto a quella che abbiamo visto fino a quel momento, che è orrorifica, creativa, e ci viene sbattuta in faccia in tutta la sua cattiveria.

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