The Librarians: la recensione del doppio pilot

La nuova serie di TNT, The Librarians, racconta il seguito delle avventure narrate nella trilogia originale

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I vaghi ricordi di una lontana visione del primo film della trilogia diretta per la televisione non deponevano bene nei confronti di The Librarians. Era un progetto molto modesto, volutamente sopra le righe, palesemente ricalcato sul mito di Indiana Jones. Funzionava? I due film successivi, le trasposizioni in romanzi, i fumetti e una nuova vita sotto forma di serie tv, tra l'altro premiata dagli ascolti, ci dicono che sì, funzionava e continua a funzionare. Il doppio pilot andato in onda su TNT scombina quanto basta le carte in tavola, ma si mantiene coerente con quell'approccio e fedele alla "mitologia" della serie. Intendiamoci, niente di nemmeno lontanamente memorabile – e la serie lo sa bene – ma un intrattenimento leggero, scacciapensieri, ridicolo al punto giusto, e che potrebbe bastare.

Il "librarian" della storia – come la scrittura ci ripeterà una decina di volte – è Flynn Carsen (Noah Wyle), un uomo incaricato di proteggere la biblioteca nella quale sono custoditi una serie di artefatti magici. La sua selezione, le sue prime avventure e il rapporto con il suo mentore Judson (Bob Newhart) e l'impiegata Charlene (Jane Curtin) non verranno esplorati nel corso dell'episodio, ma non c'è niente che pregiudichi la visione per chi è a digiuno dei film originali. Il doppio pilot, che in conclusione, anche per la durata, può essere considerato come un ideale quarto film della saga, vede invece la formazione del nuovo gruppo di "librarians" (al plurale, come nel titolo della serie), che dovranno fronteggiare i vari pericoli futuri.

Sì, perché Noah Wyle non sarà una presenza fissa nel corso dei dieci episodi complessivi ordinati dal network. Il nucleo centrale è quindi quello formato dalla guardiana Eve Baird (Rebecca Romijn) e dai tre giovani Jacob Stone (Christian Kane), Cassandra Cillian (Lindy Booth) e Ezekiel Jones (John Kim). Tutti loro troveranno aiuto in Jenkins (John Larroquette), un reclutatore e storico custode della biblioteca, che li addestrerà nel loro nuovo, importante compito. Contro di loro, probabilmente come nemici occasionali, la Serpent Brotherhood guidata dallo spietato Dulaque (Matt Frewer).

Partiamo con i difetti e descriviamo i primi cinque minuti in breve. A Berlino per qualche motivo si incontrano Flynn e Eve, il primo intento a manipolare una specie di sarcofago magico, la seconda impegnata in una sparatoria con due malviventi, il tutto mentre una bomba sta per esplodere. Dialoghi surreali, azione ridicola, incontro immediato con la partner (caso? destino? la serie non si espone) e il tutto che si conclude con un "I'm the librarian" (il primo di tanti) che si apre sui titoli di testa. L'approccio è questo: se vi rilassa, proseguite, se vi fa venir voglia di sbattere la testa al muro, fermatevi qui. Non c'è un solo momento serio, o serioso, in tutto il pilot. Le interpretazioni, soprattutto quella di Wyle, vanno dall'eccentrico allo stereotipato, tutto è sopra le righe, battute leggere sempre e comunque, cattivi che vogliono dominare il mondo perché sì: il contesto è di quelli in cui parole come "scagnozzo" possono essere usate a ragione.

Tuttavia, proprio per la ferma convinzione con la quale si porta avanti con coerenza quest'avventura scanzonata, il ritmo non cala un secondo e l'attenzione si mantiene sempre vigile. Allora il senso di già visto, le svolte telefonate e tutto il resto diventano una specie di rassicurazione indiretta su ciò che andremo a vedere. Nessuna sorpresa, tanti punti di riferimento (Indiana Jones, Il mistero dei templari, Doctor Who, Warehouse 13, Relic Hunter) e un senso dell'avventura leggero che in fondo basta a giustificare se stesso. Funziona la statuaria Rebecca Romijn in versione ironica, funziona Wyle, da imbranato dei film a eccentrico nella serie tv. Scricchiolano parecchio tutti gli altri, tranne Cassandra e i suoi calcoli alla "A Beautiful Mind".

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