The Lesson, la recensione
Con il fare metodico del cinema d'autore che segue pedissequamente un protagonista, The Lesson racconta di una determinazione brillante
Come vuole il genere tutto sembra complottare contro di lei in un breve lasso di tempo, dalla sfortuna fino agli sconosciuti e di certo le istituzioni non saranno la salvezza. Tuttavia il confine geografico non si sente, siamo in Bulgaria ma potrebbe essere ovunque, The Lesson ha il grande pregio di non voler parlare della situazione del suo paese, di non usare il paesaggio come vero soggetto del film. La parabola del film cerca di essere universale e, specie nel finale, si rivela di un’umanità disarmante.
Là dove molti altri si sarebbero beati della possibilità di fare critica sociale, di distribuire le colpe, di dividere il genere umano in bestie e angeli o ancora di dare i tratti del martirio a questa serie di eventi, Grozeva e Valchanov invece rimangono attaccati all’idea della complessità. La protagonista non è perfetta, anzi! Perde molte occasioni di tirarsi facilmente fuori dai guai, somiglia a quelle vittime del fato e del proprio carattere che i fratelli Coen amano inserire nei loro film più caotici e ispirati come A serious man, solo che lei è parte di un mondo che non fa ridere per niente, in cui la sopraffazione arriva gentile, un passo alla volta.