The Legend of Zelda: Skyward Sword HD, una riedizione dovuta, solo in parte necessaria | Recensione
The Legend of Zelda: Skyward Sword HD è un gioco più che discreto, imprescindibile per i fan. Ma è anche uno dei capitoli più controversi del brand.
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
Da una parte, difatti, parliamo di un episodio cosmogonico, che fa luce sulle radici della leggenda di Link, di Zelda e della stessa Triforza, manufatto divino che di fatto regola e condiziona, ciclicamente, l’andamento della battaglia tra il Bene e il Male. Da questo punto di vista, siamo lontani anni luce dal minimalismo narrativo di Breath of The Wild. The Legend of Zelda: Skyward Sword HD, al contrario, è tra i capitoli più loquaci, generoso di dettagli, rimandi e “spiegoni” che potranno essere meglio carpiti e per questo apprezzati solo dai fan di lunghissimo corso della saga.
[caption id="attachment_227792" align="aligncenter" width="1400"] La colonna sonora di The Legend of Zelda: Skyward Sword HD resta uno degli indiscutibili pregi della produzione Nintendo[/caption]
In seconda battuta, è evidente che ci troviamo di fronte ad un episodio ispiratissimo per quanto concerne il level design degli enigmi proposti. Molto più che in passato e altrove, in quest’avventura l’intero inventario di Link torna utilissimo a più riprese per spianarsi la strada. L’introduzione del Manto Magico, che permette al nostro di sorvolare da piattaforma a piattaforma, dello scatto e della possibilità di arrampicarsi, feature che diventeranno poi fondanti del gameplay alla base di Breath of the Wild, ha permesso agli sviluppatori di sbizzarrirsi con soluzioni fino a quel momento sconosciute dalla saga.
"Oltrenuvola resta oggi come ieri un regno vuoto, privo di attrattività, noioso da attraversare da parte a parte"Se le modifiche apportate all’introduzione rendono il tutorial meno asfissiante, se la possibilità di saltare le cut-scene è una (blasfema) possibilità in più, se velocizzare i dialoghi ha il pregio di snellire alcune fasi, se la telecamera finalmente gestibile tramite stick analogico è un graditissimo upgrade di questa remastered, Oltrenuvola resta oggi come ieri un regno vuoto, privo di attrattività, noioso da attraversare da parte a parte. Tanto era emozionante solcare i mari in The Wind Waker, tanto ci si scopre tediati piuttosto in fretta alle redini del proprio Solcanubi, che pur può condurvi di isola fluttuante in isola fluttuante compiendo qualche evoluzione nel tragitto.
Al tempo stesso, messi i piedi su Hyrule, al di sotto delle dense nubi che separano Oltrenuvola dalla terraferma, ci si accorge di come l’avventura si componga di un unico, gigantesco e sfiancante dungeon, in cui i punti di atterraggio, tra l’altro, a meno di non possedere l’Amiibo di Zelda commercializzato proprio in questi giorni, costringono a lunghe, frequenti e noiose fasi di backtracking.
Tutto, insomma, funziona alla grande finché si risolve l’enigma di turno e si scoprono nuovi dettagli sulle origini della leggenda. Va un po’ peggio non appena ci si accorge che, di fatto, non esiste nessuna Hyrule da esplorare palmo a palmo, che non si ha alcuna pausa tra un puzzle e l’altro, che spesso e volentieri bisogna tornare sui propri passi per raggiungere la successiva location, ripetendo operazioni già compiute in precedenza.
Nel mezzo, ovviamente, ci sono anche tanti combattimenti all’arma bianca. Se una volta si eseguivano “armati” di Wiimote e Nunchaku, in The Legend of Zelda: Skyward Sword HD i Joy-Con se la cavano decisamente meglio, anche quando c’è da sfoderare uno dei tanti gadget che sfruttano i sensori di movimento. La precisione e reattività con cui armi e strumenti rispondono è sensibilmente migliorata, rendendo soprattutto certi scontri meno frustranti che in passato.
Opzionalmente, o obbligatoriamente per i possessori di Nintendo Switch Lite, si può anche fare a meno di sbracciarsi di fronte allo schermo, lasciando allo stick destro la gestione di fendenti e item che altrimenti richiederebbero ampi gesti con la mano. Questa novità è certamente gradita, ma all’atto pratico non sempre il sistema di controllo si rivela all’altezza della situazione, tanto che le battaglie, diventano automaticamente più semplici da affrontare, proprio per rimediare alla macchinosità con cui si impartiscono i comandi tramite stick.
[caption id="attachment_227790" align="aligncenter" width="1400"] Difficile dare un giudizio netto sull’avventura veicolata dal gioco: di sicuro, nel bene e nel male, non vi lascerà indifferenti.[/caption]
Anche graficamente ci troviamo di fronte ad un lavoro convincente solo per metà. Il frame-rate fisso a 60fps è un plus graditissimo. L’alta definizione, al contrario, porta indiscutibili benefici per quanto riguarda modelli poligonali e texture, ma mortifica il piacevole effetto acquerello dell’originale, rendendo evidente l’arretratezza grafica della produzione, anche considerando l’assenza di ulteriori migliorie grafiche al di là di frame-rate e definizione.
The Legend of Zelda: Skyward Sword HD è un’avventura più che discreta, imprescindibile per i fan sfegatati del brand di Nintendo. Al tempo stesso, tuttavia, è anche uno dei capitoli più controversi e peggiori della saga. Questa remastered migliora il sistema di input basato sugli accelerometri, ci regala un frame-rate solido e rende l’avventura più digeribile introducendo la telecamera libera.
Al tempo stesso, tuttavia, fa davvero troppo poco per stimolare gli avventurieri della prima ora a rivivere l’epopea dopo averla già completata su Nintendo Wii. La stessa alta risoluzione, inoltre, mortifica l’effetto acquerello che rese tanto peculiare l’art design dell’originale, svelando l’effettiva arretratezza tecnica della produzione.
I neofiti, curiosi di scoprire le origini della leggenda, lo apprezzeranno. I fan più navigati riscopriranno perché odiano e amano questo bizzarro capitolo della leggenda di Zelda.