The Legend of Zelda: Link's Awakening è un'avventura magica e delicata - Recensione
In fondo già sapevamo che The Legend of Zelda: Link's Awakening è il capitolo più delicato e magico della serie. Ma è stato bellissimo ricordarlo
The Legend of Zelda: Link's Awakening: la recensione
E pensare che si tratta di un remake. The Legend of Zelda: Link's Awakening lo è del gioco omonimo originariamente uscito su Game Boy nel 1993, e dei più fedeli, perché almeno per quanto riguarda l'aspetto squisitamente ludico non modifica praticamente nulla dell'impianto di gioco originale: stessa l'impostazione da action adventure bidimensionale inquadrato da una visuale dall'alto a tre quarti, identica la mappa del mondo, persino negli angoli più reconditi e, all'apparenza (perché davvero nulla nell'Isola Koholint sta lì per caso), insignificanti, immutata la progressione, dettata dall'ottenimento dei vari oggetti, come si faceva una volta, e regolata da un world design pazzesco, intelligente e creativo. Nessuno di questi elementi evidenzia minimamente anche il più piccolo segno di erosione causata dal passare del tempo, tutto funziona benissimo oggi come allora, il che equivale a dire che se l'originale era un capolavoro lo è anche il suo remake per Nintendo Switch, anche secondo i canoni moderni, anche in un'epoca nella quale i congeneri e persino il più recente capitolo della stessa serie vanno in un'altra direzione, l'open world. La perfezione di un mondo disegnato in maniera che non sia un contenitore di divertimento, ma parte del divertimento stesso, è forse oggi ancora più moderna e fresca.
[caption id="attachment_199520" align="aligncenter" width="1280"] L'estetica è semplicemente magnifica[/caption]
Fin da subito si stablisce un legame con l'isola stessa, principalmente attraverso i suoi abitanti, che non sono solo comparse con poche linee di dialogo ma, quasi ognuno di essi, latori di una piccola storia, che sia questa allegra, stramba o persino malinconica in una maniera struggente (come ben sa chi conosce la quest del fantasma della Baia di Martha). A renderle memorabili sono il loro intrecciarsi continuamente con la componente ludica, sia nell'ottenimento di oggetti necessari alla progressione, sia in divagazioni (solo all'apparenza) secondarie, come la più gustosa sequenza di scambi nella storia della serie, ma soprattutto la loro capacità di trasmettere tantissimo con poco: una frase, un'espressione, un piccolo evento. E a tal proposito quanto si sente la sciagurata mancanza del fotografo, il personaggio che nell'originale non solo inaugurava una intrigante avventura secondaria, ma rendeva ancora più significativi certi personaggi, luoghi, situazioni.
[caption id="attachment_199519" align="aligncenter" width="1280"] Torna anche il minigioco della pesca, più difficile che in passato[/caption]
Attraversare l'Isola di Koholint è quindi un piacere, si combatte contro mostri di ogni tipo, si parla con i suoi abitanti, pronti a rivelare a Link informazioni e segreti o ad affidargli sfiziosi incarichi, si utilizzano gli strumenti per portare l'esplorazione ancora un po' più in là, si conquistano i dungeon con abilità e intelligenza, o semplicemente si vaga spinti dalla voglia di vedere cosa nasconda (tanto, per i più curiosi). È un'esperienza che è resa ancora più bella da un'estetica magnifica, che scaturisce da uno stile dal quale si rimane estasiati. Non è solo grazie all'impatto scenico, a quello spettacolo di forme morbide e colori vivissimi che dipinge un mondo incantevole, ma anche alla cura nelle piccolissime cose, come l'irresistibile trotterellare di Link o i passettini che fa quando si rifugia dietro lo scudo. Ed è solo giocando che si può apprezzare questa immane e certosina attenzione nelle minuzie. Peccato che ci sia uno scotto da pagare, un frame rate spesso ballerino e che a volte inciampa in maniera vistosa; ed è l'unico problema del gioco, che ci auguriamo possa essere risolto già al day one con una patch.
Accompagnati dalla struggente ballata del pesce vento, una delle melodie più belle tra quelle dell'intera saga, e dagli altri brani di una colonna sonora magari non molto varia, ma di assoluta qualità, si vive un'esperienza gioiosa, dolcissima, ma capace anche di stringere il cuore, con i suoi risvolti più malinconici, forse proprio quelli che maggioramente la rendono indimenticabile. E siamo invidiosi di coloro che ne godranno per la prima volta in questa sua nuova, magnifica veste. Noi, come gli altri, in fondo già sapevamo che The Legend of Zelda: Link's Awakening è il capitolo più delicato e magico della serie. Ma è stato bellissimo ricordarlo.