The Leftovers 3x06 "Certified": la recensione
The Leftovers si avvicina alla conclusione della sua storia, e torna a parlare del tema della morte
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Noi abbiamo bisogno di raccontarci che la nostra vita ha un senso, anche nel dolore, anche nell'insoddisfazione, perfino nella morte stessa. Il senso di lutto condiviso diventa allora qualcosa che, di generazione in generazione, viene dall'umanità elaborato e assorbito, incanalato in schemi e addirittura routine quotidiane. Che poi nella società attuale questo sia stato in qualche modo celato è anche vero, ma a livello intimo persiste la sua forza, quella possibilità di tracciare una linea netta, un segno tra un prima e un dopo. Qualcosa che, detto molto banalmente, ci permetta di farcene una ragione.
Laurie crolla emotivamente nel momento in cui scopre di non avere risposte per i suoi pazienti. Accarezza il suicidio come slancio istintivo, poi rilancia la propria vita con il silenzio e la protesta, ma anche questo viene meno. Il senso di chiusura non c'è, l'ossessione per la ricerca di un senso nella vita la consuma nell'arco di anni dei quali vediamo qui solo parentesi iniziale e finale. Giunta in Australia insieme agli altri, finirà per congedarsi dal gruppo, tradirà gli altri ad una cena come Giuda (di cui si parla), incontrerà infine Kevin. Ed è ancora, nelle parole dei due, la morte a dare un senso alla vita.