The Leftovers 2x07 "A Most Powerful Adversary": la recensione
Finale sconvolgente ed ennesimo episodio perfetto per The Leftovers, che sta costruendo una stagione indimenticabile
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Protagonista dell'episodio, il più corale finora e quello che tira in scena più protagonisti, è Kevin. A Most Powerful Adversary lo segue esattamente da dove lo avevamo lasciato la settimana scorsa, dalla sofferta confessione a Nora della sua condizione psichica. La donna prende il bambino e lo lascia ammanettato a letto in un ultimo slancio di protezione nei suoi confronti. Per tutta la puntata Kevin non riuscirà a togliersi quel cerchio di metallo dal polso, ma lo porterà con sé, da un luogo all'altro, come testimonianza concreta del suo disagio mentale. Nel suo vagare incontra la figlia Jill e l'ex moglie Laurie, vive attimi di tensione con John Murphy e infine giunge alla roulotte del padre di John, Virgil, che gli pone una drastica soluzione per il suo problema.
E d'altra parte la ricompensa della serie è sotto gli occhi di tutti. C'è la solita capacità nel gestire la gravità delle situazioni e di lavorare solo su quella, senza intrecci, solo lasciando affiorare in superficie il necessario e al momento giusto, come la scoperta della scomparsa di Tommy sulla quale ancora non sappiamo niente, o la strana relazione tra Jill e Michael. E ovviamente le suggestioni, le nostre e quelle che la serie crea. Cos'è Patti? In realtà, proprio per il fatto di essere così sfacciate in una serie così sottile, le apparizioni di Patti sono state l'unico punto non convincente della seconda stagione, ma visto che ci siamo parliamone. Almeno in due occasioni in questa puntata Patti ha delle percezioni che Kevin in teoria non potrebbe avere, e mai come stavolta dimostra un'identità propria che le altre volte non aveva.
Torna Where is My Mind, stavolta sia in versione originale che nella cover al piano che avevamo ascoltato in Off Ramp. Arriviamo ad un finale teso, grandioso, sorprendente eppure così naturale nella sua evoluzione. Lo è talmente che la decisione di Kevin di uccidersi appare logica anche a noi. Cliffhanger enorme a parte, la vita di un personaggio che rimane nel limbo, se The Leftovers ha scelto questa strada non lo ha fatto per allinearsi a un canone comune, quello seguito ad esempio recentemente da Game of Thrones o The Walking Dead. Lo ha fatto perché serve alla storia e perché vuole trarne qualcosa di importante. E questo sì che è un atto di fede.