The Leftovers 2x06 "Lens": la recensione

Entrato nella seconda parte della stagione, The Leftovers continua a costruire un episodio perfetto e intenso dopo l'altro

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Spoiler Alert
Nulla di nuovo da segnalare, The Leftovers continua a essere semplicemente perfetto in questa sua seconda stagione. Settimana dopo settimana lo show di Damon Lindelof (Damon Lindelof!) si è confermato come la migliore serie di questo inizio di stagione 2015-2016. Senza clamori, senza eccessi, senza pubblico direbbe qualcuno. Rimane il fatto che la serie c'è, è incredibilmente solida e lucida, le interpretazioni raggiungono settimana dopo settimana valori fuori scala, arrivano le piccole risposte e rimangono le grandi domande. C'è una forza, una tensione, una ricercatezza nella messa in scena che difficilmente trovano pari.

Il fulcro dell'episodio è il rapporto a distanza tra Nora e Erika. La prima ancora ossessionata dall'idea del controllo sulla situazione in atto, molestata da un ricercatore che vorrebbe confermare la teoria delle lenti per la quale alcune persone sono in grado di attirare con la loro vicinanza la dipartita su altre. In questa ricerca ci sono motivazioni che una volta rivelate oscillano più dalla parte dell'isterismo e della religione da due soldi che da quella della pseudoscientificità come potevano essere quelle esposte in A Matter of Geography. C'è quindi il sollievo, misto a rabbia, misto a senso di colpa (perché nulla è mai scontato e nulla ha una sola faccia) di Nora, che nel corso dell'episodio scaglia con un sasso attraverso la finestra contro i Murphy. Contro John, reo di aver praticamente esiliato Matt – anche se lei per amore della tranquillità lo difende – e contro Erika, che con la scomparsa della figlia ha spezzato l'idillio del posto.

Ne ha colpe la donna? Ovviamente non lo sappiamo e non lo possiamo sapere. Gira un questionario nuovo redatto con un algoritmo formulato dai giapponesi (ma che vuol dire?) che Nora ruba e somministra a Erika. Ed è uno scambio semplicemente meraviglioso quello tra le due donne. All'inizio della puntata Erika aiuta i Garvey riportandogli la piccola che avevano dimenticato in macchina (Kevin perde colpi) e tutta questa tregua sottile crolla di domanda in domanda, con l'inquisitore che diventa inquisito. La tensione è martellante, crescente, sottile, gioca con gli sguardi più che con le parole, e alla fine esplode con una nuova sassata e un cerchio che si chiude.

Scopriamo intanto i retroscena di due dei piccoli misteri che avevamo visto nel primo episodio di quest'anno: la capra sgozzata e l'uccello seppellito. La logica e la verosimiglianza magari non stanno di casa qui, ma tutto viene sempre riportato allo stesso identico tema: il tentativo di controllo di eventi che invece non sono controllabili, affidandosi a comportamenti rituali, superstizioni, studi non confermati o ciarlatani. E ovviamente alle proprie bugie, quelle che ci raccontiamo per stare meglio, come Nora che afferma di essersi lasciata il passato alle spalle e di essere andata avanti.

Tutto le torna addosso nel momento in cui vorrebbe scaricare il peso del suo timore su Erika con quel questionario, ma al tempo stesso spera in una smentita per non dover vivere con il dubbio di essere lei stessa una responsabile. Poi, quando sembra che tutto sia finito, quando qualunque altra serie avrebbe così concluso, The Leftovers decide che non è abbastanza, e mette Nora di fronte alla confessione di Kevin. Sceglie un sottofondo potentissimo, esclude saggiamente la visione di Patti – che rimane la cosa peggiore vista finora – e dalla scena e riporta entrambi i protagonisti a terra dopo che si erano illusi di poter vivere una vita tranquilla.

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