The Leftovers 2x02, "A Matter of Geography": la recensione
Secondo episodio inferiore alla première della scorsa settimana, ma The Leftovers rimane una serie diversa da tutte le altre
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Perché l'uomo tende per sua natura a cercare una spiegazione agli eventi che lo circondano. È ciò che lo distingue, e qui non importa che la spiegazione sia scientifica o divina, una soluzione di comodo o provata, perché non è quello l'obiettivo finale. La cosa importante è trovare uno schema, avere l'illusione del controllo, per non dover essere continuamente ossessionati dal pensiero che ciò che è accaduto una volta potrà ripetersi, e non c'è nulla da fare in proposito. Quindi creare barriere di qualunque tipo, razionali o irrazionali, contro la paura dell'inevitabile. È questo il tema dell'episodio, è quello che fanno tutti i personaggi della puntata. E, in fondo, non è anche quello che facciamo noi giorno dopo giorno?
Episodio che funziona meno rispetto a quello della scorsa settimanaVa male anche per Kevin, che continua con i blackout, con gli episodi di sonnambulismo, e soprattutto con le apparizioni. E sono molto fastidiose quelle di Patti, personaggio sgradevole, disturbante ogni volta che appare in scena, una voce della coscienza fin troppo consapevole: Very interesting family, those Murphys. Hard to tell if they're part of your story of you're part of theirs. Idea buona del segmento è la musica a tutto volume sparata in cuffia da Kevin, che nel corso dell'episodio capiremo serve da scudo contro i rumori esterni, ma che in conclusione non lo potrà proteggere da quelle appare come un tentato suicidio. Ago della bilancia nel rapporto tra Kevin e Nora, fondamentale nel confronto iniziale in cui si ride e si empatizza moltissimo parlando di tragedie, molto azzeccato nella sua caratterizzazione così diversa da simili personaggi in altri show, è Jill.