The Leftovers 2x02, "A Matter of Geography": la recensione

Secondo episodio inferiore alla première della scorsa settimana, ma The Leftovers rimane una serie diversa da tutte le altre

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Spoiler Alert
Oggi è il 14 ottobre, la data fondamentale nel mondo di The Leftovers, il giorno della scomparsa immotivata e inspiegabile del 2% della popolazione mondiale. Buona parte delle diffidenze all'inizio della prima stagione partivano proprio da questa considerazione. Come possiamo immedesimarci ed empatizzare con dei personaggi che hanno vissuto un trauma impossibile da concepire, lontanissimo da noi, che non ci riguarderà mai? La stagione rispondeva a quelle domande – almeno a queste, dato che i misteri rimarranno tali – nell'unico modo possibile: utilizzando il "Rapimento" come un accadimento simbolico che si apre ad altre considerazioni su quelli che rimangono, spiazzati e allarmati. È da questa idea che A Matter of Geography riparte.

Perché l'uomo tende per sua natura a cercare una spiegazione agli eventi che lo circondano. È ciò che lo distingue, e qui non importa che la spiegazione sia scientifica o divina, una soluzione di comodo o provata, perché non è quello l'obiettivo finale. La cosa importante è trovare uno schema, avere l'illusione del controllo, per non dover essere continuamente ossessionati dal pensiero che ciò che è accaduto una volta potrà ripetersi, e non c'è nulla da fare in proposito. Quindi creare barriere di qualunque tipo, razionali o irrazionali, contro la paura dell'inevitabile. È questo il tema dell'episodio, è quello che fanno tutti i personaggi della puntata. E, in fondo, non è anche quello che facciamo noi giorno dopo giorno?

Episodio che funziona meno rispetto a quello della scorsa settimana

Il dialogo centrale, quello che fornisce la chiave di lettura e il titolo dell'episodio, si svolge tra Nora e un gruppo di studiosi che offre per la sua casa quasi quattro volte il suo valore. Questo perché la casa di Nora è l'anti-Miracle, un luogo dove si sono verificate ben tre sparizioni. Una circostanza che spinge appunto a pensare che ci sia un motivo, una spiegazione geografica sul perché un posto è stato colpito e altri no. È un approccio meno deterministico e più casuale, meno religioso e più scientifico, che rispetto alla prima stagione sposta il ragionamento non sulle persone, ma sull'ambiente. Nora in ogni caso accetta, ma ciò che le rimane in testa è l'idea che ciò che è accaduto potrebbe ripetersi, perché in fondo "why not?". Giunta a "Miracle", al primo problema reagisce d'istinto e in modo avventato, spendendo tutti i soldi per una casa mai vista.

Va male anche per Kevin, che continua con i blackout, con gli episodi di sonnambulismo, e soprattutto con le apparizioni. E sono molto fastidiose quelle di Patti, personaggio sgradevole, disturbante ogni volta che appare in scena, una voce della coscienza fin troppo consapevole: Very interesting family, those Murphys. Hard to tell if they're part of your story of you're part of theirs. Idea buona del segmento è la musica a tutto volume sparata in cuffia da Kevin, che nel corso dell'episodio capiremo serve da scudo contro i rumori esterni, ma che in conclusione non lo potrà proteggere da quelle appare come un tentato suicidio. Ago della bilancia nel rapporto tra Kevin e Nora, fondamentale nel confronto iniziale in cui si ride e si empatizza moltissimo parlando di tragedie, molto azzeccato nella sua caratterizzazione così diversa da simili personaggi in altri show, è Jill.

Episodio che funziona meno rispetto a quello della scorsa settimana. The Leftovers rischia tanto, è sempre seria, tende al massimo e, proprio perché viaggia molto al di sopra della soglia di mediocrità di molti altri show, quando non lo raggiunge si sfracella al suolo. Questo non è accaduto oggi comunque. Solo tematiche, solo sottintesi, solo sviluppo dei personaggi in questa serie impossibile da spiegare a parole, tanto è diversa da qualunque altra in onda.

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