The Last Witch Hunter, la recensione

Dopo un ottimo inizio pieno di stile e personalità, The Last Witch Hunter decide di non volersi distinguere da nessuno e leva ai personaggi ogni originalità

Critico e giornalista cinematografico


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C'è una fusione di tante mitologie diverse in The Last Witch Hunter, dall'immortale condannato a vivere per sempre senza veri affetti (Highlander) a quella del mondo stregonesco, fino agli ordini nascosti che vivono nel nostro mondo ma sono invisibili (Beautiful Creatures, Twilight, Percy Jackson e ovviamente Harry Potter), tutto amalgamato in una storia originale che non è male. Un cacciatore di streghe medievale nell'uccidere la strega più potente di tutte durante il prologo del film viene da lei maledetto ad essere immortale e da lì diventa il braccio di un ordine (provate ad indovinare.... Cattolico!) con il compito di impedire alle streghe cattive di dominare il mondo. Questo perchè esistono anche streghe buone solo che hanno un cattivo ufficio stampa e tutti pensano che siano solo cattive.

La minaccia che incombe sulla nostra società moderna è il ritorno di quella strega regina che si pensava morta per sempre. Un classico, come è classico l'incontro del cacciatore con una strega buona che gli eventi costringeranno a stargli vicino e aiutarlo nella caccia o i suoi aiutanti cattolici che gli forniscono le informazioni.
Quello che allora non funziona in The Last Witch Hunter è la maniera in cui è costruita l'avventura, perchè all'adeguata sinossi in linea con il genere è affiancata una sceneggiatura che esagera in clichè, che non ha il minimo ritegno nel riproporre sempre le medesime frasi che abbiamo sentito troppe volte in film troppo brutti. Non è un problema se lo svolgimento è in linea con altri film ma lo è se i personaggi hanno in bocca le parole di altri, le frasi fatte, le one line a tutti i costi. Che l'azione segua un percorso prestabilito è parte dell'idea stessa di fare un film di genere, che i personaggi non abbiano un'identità propria invece sottrae a The Last Witch Hunter la possibilità di essere ricordato, gli sottrae di colpo tutto il suo possibile fascino.

Vin Diesel introverso ed esperto guerriero, Rosie Leslie streghetta buona e timida che si atteggia a dura, Elijah Wood pavido pretucolo e (attenzione) Michael Caine vecchio saggio aiutante, fanno tutti bella mostra della mancanza di personalità e del riciclo di identità pescate da altri film. Molti altri film.
E dire che invece il film inizia molto bene con un medioevo strano e originale, con un look particolare e un'idea molto asciutta di azione. Invece il resto di The Last Witch Hunter è un film che nemmeno ha un'idea intrigante del movimento, nemmeno riesce a divertirsi agitando i propri personaggi e facendo muovere un corpo imponente come quello di Vin Diesel, non ha il minimo gusto materico per la performance e rischia quasi di buttare al vento anche belle idee sceniche come la spada infuocata. Vuole strafare, vuole esagerare ogni scena, moltiplicare i punti di inquadratura, spezzare il montaggio il più possibile ed enfatizzare ogni colpo con l'ovvio risultato di non trovare mai nessuna enfasi.

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