The Last Ship 1x01 "Pilot": la recensione
Una pandemia porta l'umanità sull'orlo dell'estinzione: il commento a The Last Ship, prodotto da Michael Bay
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La Nathan James, nave della marina militare statunitense, ha appena terminato una missione nell'Artico, e si appresta a tornare a casa dopo aver interrotto per mesi le comunicazioni con tutto il mondo. Il risveglio per il comandante Tom Chandler (Eric Dane) e per il resto dell'equipaggio sarà terrificante. L'intero pianeta è stato devastato da una pandemia di proporzioni mai viste, che ha dimezzato la popolazione, ha praticamente abbattutto i governi di tutto il mondo e ha portato l'umanità sull'orlo dell'estinzione. L'ultima speranza di salvezza si troverebbe proprio sulla nave, rappresentata dalla dottoressa Rachel Scott (Rhona Mitra), sorprendentemente vicina a trovare un vaccino. La missione nell'Artico era infatti solo una copertura – della quale nessuno a bordo era al corrente – per consentire alla scienziata di condurre i propri esperimenti. Ora che la salvezza sembra a portata di mano, l'equipaggio scopre che forse non esiste più una casa alla quale tornare. Lottando contro se stesso, contro la malattia, contro coloro che vogliono impossessarsi della cura, l'equipaggio inizia una lotta per la sopravvivenza.
Se tutto è finalizzato alla costruzione di uno scenario che viene consolidato nel finale di episodio, le premesse non sono esattamente logiche e coerenti. Ad un certo punto il comandante, quasi interpretando il nostro pensiero, si chiederà come mai il governo abbia riposto la salvezza nelle mani di due scienziati. Le risposte, le tempistiche del disastro mondiale, i termini della missione e in generale tutto il contesto globale non saranno soddisfacenti, e da questo punto di vista anche alla fine rimarranno più perplessità che altro. Ma in fondo non sarà così importante. The Last Ship è un po' come il suo produttore: quello che gli interessa è presentarci un giocattolone estivo, più serioso della media dei film di Bay, carico di machismo made in U.S.A. (una bella contrapposizione vecchio stile, qui anche visiva, tra i bianchi americani e i neri russi) capace di non arrestarsi un secondo nel corso dell'episodio, dai ruoli classici e dai subplot ancora più prevedibili (all'orizzonte già si vedono tradimenti, amori tormentati e ammutinamenti). Non esattamente un gioiellino, ma, come per Dominion, se cercate qualcosa di leggero e scorrevole per accompagnare i mesi estivi, potrebbe fare al caso vostro.