The Last Kingdom: la recensione

Sulla BBC America si chiude The Last Kingdom, trasposizione dei romanzi storici di Bernard Cornwell: un buon drama storico dalle parti di Vikings

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Il panorama delle serie tv storiche si fa sempre più affollato. C'è questa voglia di tornare a scenari antichi, tra storia e leggenda, non necessariamente attendibili o veritieri, ma in grado di convincere e coinvolgere grazie alla forza dei loro personaggi, strumenti narrativi per rileggere in chiave quasi mitica tempi passati. Dopo Outlander, The Last Kingdom della BBC America ne è l'ultimo esempio. Basato sui romanzi di Bernard Cornwell, il drama in otto parti è una scommessa vinta, la stessa che nomi più altisonanti – Kurt Sutter e il suo già cancellato The Bastard Executioner – non hanno saputo raccogliere in modo adeguato.

Nel IX secolo la Britannia deve fronteggiare le incursioni dei sempre più bellicosi e sfrontati danesi. Uno dopo l'altro, i regni divisi e ostili tra di loro cadono sotto i colpi dei barbari, finché rimane solo il Wessex del sud, l'ultimo regno da cui prende il titolo la serie, come baluardo della cristianità nell'isola (questo attributo è molto importante nella serie). Tutto questo ci viene raccontato tramite lo sguardo, prima da bambino e poi da adulto, di Ulthred di Bebbanburg (Alexander Dreymon), erede delle terre nella regione dell'Anglia. Il suo piccolo mondo ristretto, che non si spinge più in là dell'indifferenza del padre e dei rituali cristiani di cui non capisce il senso, viene spazzato via dall'arrivo degli invasori. Ulthred viene risparmiato e quindi allevato come un danese, fino a crescere e diventare schiavo delle sue doppie origini in un mondo in preda al caos e dove la guerra non è mai finita.

Il primo, ovvio paragone che viene in mente è con Vikings. Nel corso degli anni la serie di History Channel, pur senza imporsi come show noto al grande pubblico, ha costruito una propria visione, un proprio universo narrativo, storico, visivo che ha lasciato il segno. Il confronto e i punti di contatto sono immediati. Al di là del ritorno di nomi che abbiamo ben imparato a conoscere o del periodo storico comune, è nel tema centrale, rimarcato con grande forza per tutte le otto puntate, che troviamo il maggiore punto di contatto. Nel caso di The Last Kingdom, ancora più che in Vikings, è giusto parlare di scontro di civiltà. L'elemento religioso è fondamentale, torna ancora e ancora a definire limiti e caratterizzazioni di entrambi i popoli.

Ed è un elemento centrale nello stesso Ulthred. Come il monaco Athelstan di Vikings, il protagonista di The Last Kingdom è un uomo strappato dalle sue radici, tradizioni, credenze ancora superficiali nella sua mente di bambino. Poi l'attributo in sé, la questione della fede, rimarrà sempre una questione di superficie – credere, ma fino a un certo punto, in questi rituali che ci appaiono tanto vuoti – ma per lui sarà sempre il punto di maggior contrasto con il suo vecchio mondo, anche quando per vari motivi tornerà ad esso e cercherà di stabilire nuovi legami con la sua vecchia gente.

Ma questo è solo un tema. The Last Kingdom è soprattutto un denso racconto di guerra, vendetta, passione, potere. Tutto questo in otto episodi che procedono spediti e inarrestabili, accumulando salti temporali (mai sottolineati ma lasciati alla nostra comprensione), e più personaggi, location e svolte di quante ce ne saremmo aspettati. Senza scendere nel dettaglio della trama, il lavoro su personaggi, motivazioni e sviluppo della trama è riuscito e curato. C'è grande forza narrativa nell'impostare il racconto di questa piccola vita che non ha nulla di originale rispetto a mille altre storie – anzi è tutto molto già visto – e che nonostante tutto riesce a coinvolgerci, e spesso c'è anche la capacità di andare oltre lo stereotipo del singolo personaggio e le azioni che ci aspetteremmo da lui.

  • Molti oltreoceano hanno paragonato la serie, più che a Vikings, a Game of Thrones. Mi sembra un paragone fuoriluogo, storia medievale romanzata non vuol dire fantasy.

  • Nel cast anche Rutger Hauer.

  • La stagione coprirebbe i primi due romanzi della saga. Il finale è soddisfacente ma ci sono ampi margini per continuare la storia, anche se al momento non si sa nulla su una seconda stagione.

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