The King of Fighters XIV, la recensione
Il nuovo capitolo di una serie storica ne cambia la veste grafica tradizionale e la rende leggermente più accessibile: la recensione di The King of Fighters XIV
Il quattordicesimo capitolo della saga è massiccio, soprattutto nel roster, che conta ben 51 effettivi, ma anche nelle modalità di gioco, che non saranno particolarmente elaborate, ma fanno il loro dovere, ovvero quello di fornire al giocatore un'offerta ludica di indiscutibile sostanza, anche se, lo sappiamo, nonostante la quantità di contenuti inseriti nella componente single player è nel multiplayer che si va a rintracciare l'elemento che ne determina la longevità per l'appassionato medio. E allora benissimo una modalità storia ricca di incontri, aperta e chiusa da filmati di buona fattura e scene ben disegnate, con un cattivo, Antonov, che poi tanto cattivo non è, e un boss finale che vi lasciamo il (dis)piacere di conoscere, bene le missioni, che consentono di capire quali siano le migliori combo a disposizione dei componenti del roster, ordinaria amministrazione la modalità Versus, ma interessa capire la qualità del multiplayer online: discreta, è generalmente facile trovare qualcuno con cui giocare, ma la qualità dei match è altalenante, fluidissimi o massacrati dal lag.
Quanto il gioco propone sarebbe comunque inutile se non supportato da un impianto di gioco all'altezza, e non si perde in The King of Fighters XIV una sapienza picchiaduristica ventennale, anzi, la si ritrova quasi così com'è sempre stata, con qualche piccola concessione alla facilità di fruizione, ma non alla semplicità. Il titolo è quindi un picchiaduro a incontri assolutamente tecnico, come da tradizione, che non lascerà scontentati gli appassionati alla ricerca di complesse combo, cancel al limite ed in generale tutto quello che richiede al giocatore movimenti precisi e combinazioni da effettuare con un tempismo totale. Qualcosa interviene a mitigare la rigidità del sistema di gioco, come la combo automatica, performabile con ripetute pressioni del pugno debole, fino ad una spettacolare conclusione: scenografica, facile da effettuare, fa in realtà poco danno rispetto alle combo che chi sa il fatto suo riesce a inanellare, quindi il suo inserimento nel sistema di combattimento è indolore. Anche l'inserimento di una sola barra speciale è funzionale alla semplificazione dell'azione, ma permette anche elucubrazioni strategiche: meglio attivare la modalità Max al suo riempimento, utilizzando mosse speciali più potenti di quelle standard, o lasciarla lì piena, in attesa di scatenare un attacco devastante?
"The King of Fighters XIV riesce a camminare in perfetto equilibrio sul confine tra il picchiaduro più tecnico e quello più accessibile"[caption id="attachment_159765" align="aligncenter" width="600"] The King of Fighters XIV - screenshot[/caption]
Nel giudicare quindi nel complesso il nuovo capitolo della serie picchiaduro di SNK si può senz'altro affermare che i timori suscitati al momento dell'annuncio, dovuti ad una sensazione di trascuratezza che le prime immagini non potevano non suscitare, si sono rivelati infondati. Il comparto grafico poche migliorìe ha subìto rispetto a quanto visto in origine, ed è comunque l'aspetto meno curato della produzione, ma tutto il resto, dal gameplay al comparto sonoro, è di apprezzabile qualità. E' difficile scacciare un po' di mestizia, quando magari capita di rivedere la meravigliosa bidimensionalità del suo predecessore, ma The King of Fighters XIV rimane un titolo godibilissimo, probabilmente il massimo che la compagnia giapponese avrebbe potuto ottenere con un budget tutt'altro che stellare.