The Invincible, la recensione

The Invincible è un'avventura dal forte piglio narrativo. Una storia da vivere in prima persona, ispirata al racconto di Stanisław Lem

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The Invincible (in italiano tradotto come “L’Invincibile”) è un romanzo scritto da Stanisław Lem nell’ormai lontano 1964. Una storia che rispecchia in tutto e per tutto lo stile dell'autore polacco, specializzato nella fantascienza e, nello specifico, nel raccontare storie che mettano in discussione la presunta onnipotenza della razza umana. 

Con queste premesse, capirete perché abbiamo accolto con entusiasmo la notizia del settembre del 2020, quando i ragazzi di Starward Industries hanno annunciato di star lavorando a una trasposizione videoludica di questo avvincente romanzo. Il curriculum della software house non presentava titoli di grande spessore alle spalle, ma sapere che nel team erano coinvolte persone che hanno lavorato con CD Projekt RED e Techland ha lasciato acceso un bagliore di speranza nei nostri cuori. Se a questo aggiungete il fatto che l’azienda ha sede proprio in Polonia e ha dichiarato di avere a cuore il patrimonio narrativo lasciato da Stanisław Lem, capirete perché le nostre aspettative si sono ulteriormente alzate.

Sono ormai passati tre anni dall’annuncio e il 6 novembre 2023 The Invincible è finalmente approdato su PC, PlayStation 5 e Xbox Series X. Dopo aver tenuto traccia del gioco per tutto questo tempo, abbiamo indossato la nostra fidata tuta spaziale e ci siamo catapultati su Regis III, pianeta appartenente alla costellazione della Lira. Sarà valsa la pena di aspettare per mettere mano sul lavoro di Starward Industries? I dev saranno riusciti a mantenere intatto lo spirito del romanzo? Scopritelo insieme a noi.

THE INVINCIBLE

Sin dai primi minuti di gioco, la trama di The Invincible ci ha lasciati straniti. La storia, infatti, presenta un cast di protagonisti del tutto nuovo rispetto al libro e vede l’astronauta Yasna precipitare insieme al suo equipaggio su Regis III, un pianeta desertico dove alcuni scienziati stanno studiando quella che sembra in tutto e per tutto una civiltà perduta. Yasna deve quindi tentare di salvare i suoi compagni di viaggio, cercando nel frattempo di sopravvivere alle intemperie e a una forza aliena e misteriosa, che sembra nascondere più di qualche segreto. L’unica figura al suo “fianco” è Novik, operatore che rimarrà collegato via radio con la nostra protagonista per tutta la durata dell’avventura dalle , guidandola di volta in volta verso la direzione da raggiungere.

Lo ammettiamo: inizialmente non abbiamo capito quale fosse la direzione intrapresa con questo titolo. I parallelismi con il romanzo erano evidenti, ma The Invincible sembrava voler raccontare una storia del tutto diversa. Eppure, minuto dopo minuto, abbiamo capito l’obiettivo dei ragazzi di Starward Industries. La loro opera, infatti, non è altro che un prequel del romanzo di Stanislaw Lem. Un prequel che espande quell’universo narrativo, che ci mette nei panni della fazione opposta a quella dell’equipaggio dell’Invincibile e che non solo omaggia il racconto, ma ne elabora persino il messaggio. Un risultato davvero appagante che mai ci saremmo aspettati e che, grazie anche alla durata di circa sei ore, ci siamo goduti come se fosse una miniserie televisiva.

UN GAMEPLAY AL SERVIZIO DELLA NARRAZIONE

È evidente che la trama sia l'elemento principale di The Invincible, che dal punto di vista del gameplay appare invece estremamente lineare. Il titolo di Starward Industries permette all'utente di interagire con il mondo di gioco, ma sempre con una chiara direzione narrativa. È possibile raccogliere oggetti, esplorare zone facoltative, ma sempre e solo con lo scopo di attivare linee di dialogo aggiuntive in grado di fornirci un ulteriore approfondimento su Regis III. Questo talvolta scaturisce anche in tematiche profonde e in alcune interazioni a risposta multipla con il succitato Novik, ma nulla di più complesso o ludicamente interessante.

Per ritmo e meccaniche, The Invincible ci ha ricordato lo straordinario Firewatch, titolo che punta tutto sulla trama e sulla comunicazione con qualcuno “all’altro capo della linea”. Esattamente come l’opera di Campo Santo, il giocatore potrà utilizzare la mappa per capire quale direzione intraprendere, ma la presenza di muri invisibili e di zone chiuse all’occorrenza rendono anche l’esplorazione molto mirata e incapace di trasmettere una qualsivoglia sensazione di libertà. Poco importa, comunque, visto che l’intento dei dev è chiaramente uno e uno soltanto: raccontare una storia accattivante, facendola vivere al giocatore in prima persona.

NUBI E METALLO

Mentre si esplora Regis III è impossibile non rimanere ammaliati dal comparto tecnico di The Invincible. Gli ambienti che ci troveremo a esplorare sono non solo curati graficamente, ma anche ispirati stilisticamente. Siamo rimasti ammaliati più volte dalla palette cromatica che ondeggia tra il rosso e il giallo. Una palette che viene spesso utilizzata anche per valorizzare i momenti più intensi narrativamente. Impeccabile anche il comparto sonoro, che vanta un doppiaggio in inglese di ottimo livello e una soundtrack d’atmosfera capace di insinuarsi sotto la pelle di chiunque decida di affiancare Yasna nella sua avventura. Segnaliamo la mancanza della localizzazione in italiano, un problema che potrebbe affliggere coloro che ancora non hanno grande dimestichezza con l’inglese. In ogni caso, il lessico utilizzato è quasi sempre comprensibile e, salvo un paio di termini, è affrontabile da chiunque abbia una conoscenza base della lingua d’Albione.

The Invincible è un’opera dal ritmo compassato e fortemente incentrata sulla narrativa. Se siete alla ricerca, quindi, di un titolo frenetico o dal gameplay stratificato, potete stare lontani dall’opera di Starward Industries. Se, al contrario, cercate una storia di fantascienza avvincente e dalle tematiche tutt’altro che scontate, allora questo potrebbe essere il titolo che fa per voi. Infine, se amate il romanzo di Stanisław Lem, The Invincible è un'esperienza semplicemente imperdibile. Un omaggio curato e delicato, in grado di dimostrare per l’ennesima volta la forza dei racconti dello scrittore polacco.

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