The Innocents: la recensione
La prima stagione di The Innocents arriverà su Netflix il prossimo 24 agosto
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Giusto un accenno di trama, anche per fare ordine nelle informazioni diffuse già con il trailer. The Innocents parla di una ragazza di nome June. All'improvviso, si manifesta in lei un potere particolare, quello di prendere le sembianze delle altre persone. La persona che viene "copiata" diventa quindi incosciente fino alla ritrasformazione, e solo le superfici specchiate riescono a svelare la verità. Si tratta di una facoltà che June condivide con sua madre. Si mette quindi alla sua ricerca, insieme al proprio ragazzo Harry. Sulla loro strada incontreranno altri con gli stessi poteri, ma anche persone decise a sfruttare questo dono per scopi personali.
Due giovani soli contro il mondo, in fuga contro un mondo di adulti malvagi e bugiardi. Questa sarebbe una base ideale sulla quale costruire un tipico teen-drama, con i suoi conflitti giovanili, amori tormentati, un certo romanticismo e idealismo di fondo. Se è questo quel che vi aspettate da The Innocents, potreste rimanere delusi. La serie è creata da Hania Elkington e Simon Duric, e si tratta di una produzione inglese-norvegese. Il mood britannico e scandinavo qui è più una dichiarazione d'intenti, è la base stessa dell'approccio della serie alla storia che racconta. Investe caratterizzazioni, intreccio, dialoghi.Se The Innocents fosse stata una serie americana, con un'idea di questo genere forse l'approccio sarebbe stato molto più caricato sul fattore di pura godibilità della storia, anche sulla capacità di giocare con una facoltà di questo genere e con le possibilità che offre. Al suo posto, abbiamo una serie visivamente fredda e narrativamente sofferta. Gli scenari plumbei si sposano perfettamente con gli occhi di ghiaccio della giovane protagonista Sorcha Groundsell (un volto davvero particolare, perfetto per il ruolo). C'è un continuo senso di dramma e soffocamento che perseguita questi ragazzi. Il dono è una maledizione, e anche i momenti più leggeri saranno solo una premessa a svolte più drammatiche.
È il poliziesco senza speranza di Broadchurch, o la fantascienza asfissiante di Dark. Insomma, un taglio "europeo" – volendo generalizzare – ad una storia che poteva essere narrata in vari modi diversi. Il riferimento ideale qui sarebbe The OA. Ci sono degli esperimenti compiuti su delle persone più o meno costrette, una strana mitologia più sovrannaturale che fantascientifica come punto di riferimento nemmeno troppo importante, perché qui il cuore sono i personaggi. In questo senso la serie punta molto sul rapporto tra genitori e figli, ma di più non si può aggiungere.In ogni caso, forte di un'identità ben chiara fin da subito e di una rigida coerenza nel portare avanti il proprio approccio fino alla fine, The Innocents è una buona serie. La stagione è composta da appena otto episodi, della durata media – molto apprezzabile – di 45 minuti circa. Nonostante la pesantezza del tutto, la visione non ne soffre eccessivamente, e la scelta molto azzeccata dei due protagonisti fa il resto. Probabilmente non diventerà una serie evento, ma The Innocents potrebbe soddisfare gli spettatori in cerca di una breve visione estiva.