The Head: la recensione

La miniserie The Head racconta di un gruppo di persone in Antartide che devono risolvere una catena di omicidi

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The Head: la recensione

Un gruppo di persone isolate in Antartide richiama subito alla mente La cosa di Carpenter. The Head lo sa e si leva subito il dente mostrandoci nei primi minuti i protagonisti che guardano il film in tv. Passato quel momento, la miniserie in sei episodi distribuita da noi su Amazon Prime Video diventa quello che aveva promesso di essere. Si tratta della classica variazione su Dieci piccoli indiani, con i personaggi destinati a morire per mano di un misterioso assassino. The Head funziona agli estremi, con un antefatto ben collaudato e un finale che dà un senso a tutto quello che abbiamo visto fino a quel momento, mentre soffre di più nella parte centrale.

Protagoniste della serie sono delle persone che rimangono in una base in Antartide ad affrontare il periodo di buio. Tra di loro ci sono personaggi molto diversi, veterani con qualche segreto e giovani internisti ancora poco avvezzi alle abitudini della squadra. Tutti loro però saranno sorpresi da una catena di omicidi. Il racconto utilizza l'espediente del racconto a posteriori, presentando la versione narrata da chi è riuscito a sfuggire al massacro. Attraverso questo lungo flashback intervallato al presente, viene ricostruita la storia.

The Head ha poche pretese e le idee chiare su quel che vuole essere: una scatola in cui intrappolare personaggi generalmente anticipatici in attesa della loro esecuzione. Ci riesce, nel senso che sarà difficile provare empatia per i vari personaggi della storia, o trovare figure interessanti a cui appassionarsi. Grazie a La casa di carta, Alvaro Morte è sicuramente il volto più riconoscibile del cast, ma la maggior parte del lavoro ricade sulla giovane Katherine O'Donnelly. Il lavoro sull'ambientazione glaciale, che doveva essere il punto trainante, è invece praticamente assente. Nonostante vari momenti all'esterno, il senso di isolamento e claustrofobia ambientale non si percepiscono.

Ciò che affatica oltre il dovuto la visione di The Head è la scansione temporale della vicenda, che salta continuamente tra il presente e il passato (e poi ancora più indietro!) per far quadrare i conti. La gestione della storia per certi versi è ripagata dalla spiegazione finale, che per funzionare deve vivere di questo continuo dialogo tra presente e passato. Ma si tratta anche di una scelta che spezza il ritmo e addolcisce ogni momento più duro in un fiume di eventi e fatti. La serie paga la scelta di durare così tanto, e con episodi talvolta di durata eccessiva. Una serie più asciutta e incalzante e focalizzata solo sui fatti di sangue avrebbe forse funzionato meglio. Il finale, non del tutto imprevedibile, della miniserie comunque restituisce alla vicenda un senso pieno.

THE HEAD LA RECENSIONE

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