The Handmaid's Tale 4x10 "The Wilderness": la recensione [FINALE DI STAGIONE]

L'episodio 4x10 di The Handmaid's Tale conclude una riuscitissima quarta stagione, ma mette anche June sulla strada del non ritorno

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Spoiler Alert
The Handmaid's Tale 4x10 "The Wilderness": la recensione

Con l'episodio 4x10 di The Handmaid's Tale si conclude questa 4^ stagione di The Handmaid's Tale, iniziata in sordina, ma rivelatasi poi una delle migliori della serie, lasciandoci come d'abitudine con molto su cui riflettere.

Il leitmotiv di questa stagione è sempre stato incentrato sulla domanda se sia possibile o meno trovare una qualsiasi forma di pace dopo aver subito ciò che June ha patito negli anni e se la rabbia da lei covata sia solo una forma di elaborazione del trauma. Fino anche solo all'episodio precedente avremmo potuto probabilmente rispondervi senza timore di smentita di sì, ma The Wilderness compie un passo, che pur non essendo del tutto inaspettato, è certamente rischioso.

In una condizione in cui June sembra rifiutare di prendersi cura della propria salute mentale ed è giunta in Canada con l'unico chiodo fisso della vendetta, non si può dire che il fatto che riesca effettivamente a portarla a termine ci colga impreparati. Il suo percorso d'altronde - particolarmente nelle ultime due stagioni - è stata una lenta discesa nell'oscurità, culminato nell'ultima scena di questo finale di stagione, ed è perfettamente coerente con lo stato emotivo del personaggio. Se il bisogno di sfogare la propria rabbia è insito in tutti coloro che hanno subito un trauma, sarebbe stato impossibile per June non attraversare questa fase. Ciò di cui sentiamo la mancanza, nella serie, è però una realistica cura delle vittime. Se il Canada è diventato di fatto il paese in cui buona parte degli ex americani fuggiaschi hanno trovato rifugio ed è anche il paese che più di ogni altro ha adottato un'attiva politica anti-Gilead, come è possibile che non si sia mai vista June prendere parte ad una seduta di terapia e che nessuno si renda davvero conto della spirale in cui è discesa? Per quanto Moira possa aver condiviso con lei questa tragica esperienza, così come lo hanno fatto i membri del gruppo di sostegno che June frequenta, nessuno di loro ha una vera preparazione per poterla aiutare davvero ad incanalare in maniera meno distruttiva tutto il legittimo odio che sente ed in una simile condizione, a passare da vittima e carnefice, il passo è breve."June su Fred: Magari quello che gli sta dando ha maggior valore di quello che mi ha tolto".

Nonostante Fred Waterford meritasse certamente una seria punizione e non certo di essere lasciato libero di vivere la propria vita con Serena Joy ed il loro bambino in cambio delle informazioni che poteva condividere su Gilead, non crediamo in alcun modo che la fine che fa in questo episodio 4x10 di The Handmaid's Tale sia liberatoria per June. Nel momento in cui Gilead è riuscita a trasformarla in una persona capace di uccidere, facendosi peraltro aiutare da altre persone a commettere questo crimine, in una perfetta applicazione della sua legge del taglione, Gilead ha indiscutibilmente vinto e questa è la considerazione più triste che si possa fare sulla morte di Fred Waterford.

June avrebbe potuto portare a casa un'enorme vittoria nel consegnarlo al Comandante Lawrence ed a Nick, ma quello di cui aveva bisogno era vederlo morire con i propri occhi, nella speranza di non fare avverare le profetiche parole di Joseph che la mette in guardia di fronte al fatto che qualunque cosa avesse deciso di fare a Fred, non le sarebbe mai bastata, né le avrebbe ridato la pace. Pur di potersi vendicare con le sue stesse mani di Waterford, non per nulla, June è disposta a rinunciare a ciò che l'ha tenuta in vita fino a che era a Gilead, Nichole, cioè l'unico cosa davvero pura che sia uscita da quel luogo ed una delle poche speranze di salvezza che aveva assieme al pensiero di Hannah. Perfettamente consapevole di aver superato un limite inaccettabile anche per Luke, l'episodio si conclude infatti tristemente con il commiato di June dalla sua famiglia, sebbene non sia chiaro cosa questo comporti, se lei intenda consegnarsi alla giustizia (ma ne dubitiamo) o semplicemente proseguire nella sua missione contro Serena Joy.

Dal punto di vista dei contenuti, uno degli aspetti meno chiari di questo episodio è come Lawrence potrà giustificare di aver liberato 22 prigioniere accusate di spionaggio in cambio di un traditore che non arriverà mai a Gilead, così come quale sarà il futuro di Tuello, il cui rapporto con Serena Joy è stato sempre piuttosto ambiguo. Tuello è sostanzialmente la Svizzera del Canada, il burocrate super partes che cerca di seguire la giustizia senza farsi coinvolgere da questioni morali, ma il legame che aveva instaurato con Serena Joy non è mai stato veramente imparziale, fino a che, proprio nell'episodio 4x10 di The Handmaid's Tale e forte della sua posizione di forza, Serena Joy non commette l'errore di passare il segno, avanzando pretese e turbando chiaramente quello che avrebbe potuto rimanere un suo prezioso alleato.

Questo finale di stagione lascia davvero molte porte aperte per il futuro, soprattutto se si considera che Hulu ha acquisito anche i diritti per I testamenti di Margaret Atwood, il seguito de Il racconto dell'Ancella, e pur riconoscendo che questo show non è assolutamente adatto a tutti i palati, non riusciamo a non riconoscerne la qualità complessiva, anche dopo 4 stagioni.

La 4^ stagione di The Handmaid's Tale è disponibile negli Stati Uniti su Hulu ed in Italia su TIMVision.

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