The Handmaid's Tale 4x07 "Home": la recensione

L'episodio 4x07 di The Handmaid's Tale è una puntata brillante e coinvolgente che dà il via ad un nuovo ed agognato capitolo per la serie

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The Handmaid's Tale 4x07 "Home": la recensione

L'episodio 4x07 di The Handmaid's Tale è una puntata brillante e coinvolgente che dà il via ad un nuovo ed agognato capitolo per la serie in cui la protagonista, June Osborne, assieme a tutti coloro che come lei sono fuggiti dal regime di Gilead, può finalmente guardare con speranza al futuro e cercare di ottenere giustizia e, perché no, anche vendetta.

L'intensa puntata, che non risparmia nulla né in termini di emozioni che di azioni, si conclude con June che, seduta di fronte a a Mark Tuello, rilascia una dichiarazione che descrive Serena Waterford come un'abusiva sociopatica, capace di manipolare tutti coloro che la circondano, incoronandola definitivamente come l'antagonista per eccellenza della serie. Se nelle stagioni passate gli autori avevano più volte giocato con l'ambiguità di questo complesso personaggio, facendola passare da carnefice, a vittima e persino alleata di June, la Serena prigioniera del Canada è una donna più facile da capire, come se averla spogliata del suo ruolo avesse messo a nudo tutto il marcio che porta dentro.

È difficile da spettatori non essere frustrati sentendola per esempio innalzare una preghiera al suo Dio, come se davvero uno dei personaggi più controversi e crudeli di questi serie potesse meritare il perdono ed essere "premiata" con il dono di un figlio. Ma Serena è una donna diffidence e pur essendo perfettamente cosciente dei crimini commessi, tanto da cercare l'alleanza del marito che ormai detesta pur di non dover rimanere da sola a difendersi, è anche sinceramente convinta che il figlio che porta in grembo sia una sorta di assoluzione superiore e proprio per questo sia un simbolo di quanto intensamente debba prepararsi a combattere con ogni arma a sua disposizione.

L'incontro tra June e Serena, inutile dirlo, è il cuore di questo episodio e va in una direzione inaspettata, ma assolutamente gradita e necessaria. Senza mezzi termini e senza filtri gli autori permettono infatti a June di esprimere tutta la propria rabbia in un contesto in cui sarebbe stato forse più facile concedergli del tempo per riflettere e calmarsi. Ma June fortunatamente non è un personaggio che ama le mezze misure ed invece di attendere ed elaborare il proprio trauma, alla prima occasione utile si scaglia contro la sua carnefice con tutto l'odio che prova, ripagandola con la sua stessa moneta.
Buona parte di ciò che questa serie ci ha concesso di vedere nel tempo delle vittime di Gilead che fuggivano in Canada, era una sorta di lungo processo di guarigione, fatto di accettazione del trauma, terapia e rieducazione, mentre ciò che vediamo con June è completamente diverso e più immediato ed apre la porta alla possibilità che il trauma possa essere curato anche tramite la vendetta, cosa che magari non sarà politicamente corretta, ma non si può certo dire che non sia comunque appagante.

L'unica cosa che eccepiamo del duro sfogo di June contro Serena è che, forse, la punizione peggiore per lei non sarebbe perdere il bambino che porta in grembo, ma vederselo strappare dalle braccia e non poterlo crescere, perché condannata a vita per i suoi crimini, patendo così una frazione di ciò che ha fatto soffrire alle sue vittime. "Il mio nome è June Osborne. Sono una cittadina degli Stati Uniti e chiedo asilo al Canada".

L'episodio 4x07 di The Handmaid's Tale non si limita però solo ad affrontare in maniera magistrale il primo incontro tra Serena e June su suolo Canadese, ma riesce anche a trasmettere cosa significhi per quest'ultima aver raggiunto finalmente la libertà. La scena all'interno del supermercato, in particolare, sembra svolgersi su due piani paralleli: se da una parte è infatti evidente il senso di estraniamento di June nel vedere così tante persone vivere una vita nomarle, apparentemente ignare dell'orrore che si sta compiendo non molto lontano da loro, da un altro viene mostrato l'inarrestabile impatto di un trauma della portata di quello sofferto dalla protagonista, in grado di colpire senza preavviso né pietà, che la lascia letteralmente senza fiato e le fa provare sensazioni che non aveva mai sentito prima, dimostrando l'alto costo che un sopravvissuto come lei finisce comunque per pagare.

Il palpabile imbarazzo tra June e Luke è un altro interessante aspetto dell'episodio e sarà intrigante vedere se i due riusciranno, in quanto coppia, a superare ciò che li aspetta, soprattutto considerato che entrambi si portano dietro un reciproco e pesante senso di colpa. La pietosa bugia che June riserva a Luke quando gli risparmia la verità su Hannah, che potrebbe cioè essere ormai stata riprogrammata da Gilead e li ha probabilmente dimenticati, è un esempio di tutto ciò che potrebbe frapporsi inevitabilmente tra loro ed il loro rapporto.

Anche se ciò che ci aspetta in futuro è un territorio ignoto, dopo un episodio come Home è difficile non essere entusiasti di quanto potrebbe accadere da qui in avanti.

La 4^ stagione di The Handmaid's Tale va in onda negli Stati Uniti ogni mercoledì su Hulu ed il giorno dopo in Italia in esclusiva su TIMVision.

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