The Handmaid's Tale 4x05 "Chicago": la recensione

L'episodio 4x05 di The Handmaid's Tale offre un netto cambio di scenario permettendo agli spettatori di conoscere il mondo al di là di Gilead

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Spoiler Alert
The Handmaid's Tale 4x05 "Chicago": la recensione

The Handmaid's Tale ha sempre giocato al massacro con le emozioni del suo pubblico e l'episodio 4x05 non fa eccezione.

A giudicarlo razionalmente o da cinici recensori quali siamo, che seguono questa serie da ormai 4 anni di interminabili torture e sofferenze, il finale di Chicago - accompagnato dalla più strappalacrime delle canzoni dei Coldplay - con una June che si salva miracolosamente da un bombardamento e lo sguardo di lei e di Moira che si incrocia casualmente nel caos del post attacco in una Chicago quasi post-apocalittica, non avrebbe dovuto rompere di nuovo l'argine delle lacrime. Eppure, eccoci qui.

L'episodio 4x05 di The Handmaid's Tale colpisce ancora e lo fa con la solita mancanza di cerimonie che solo questa serie sa riservare ai suoi spettatori. Nelle prime 4 puntate di questa stagione avevamo lamentato la mancanza di un cambio di scenario e gli autori, finalmente, ci hanno accontentato.
Sebbene non sia specificato, dalla fuga di June e Janine sembrano essere trascorsi solo pochi giorni nei  quali ci troviamo catapultati in un mondo completamente diverso a quello a cui eravamo abituati in cui persino la fotografia subisce un netto cambiamento. Se Gilead è un luogo lineare, simmetrico e buio, tagliato da violenti raggi di luce che come severi occhi di bue mettono al centro della scena alcuni personaggi, Chicago è una realtà dominata dal caos e da una luce accecante, a cui gli occhi faticano quasi ad abituarsi ed i cui spazi aperti sembrano più minacciosi che mai.
Il poco che percepiamo dell'esistenza al di fuori del giogo di Gilead è che quest'ultima non tiene affatto sotto scacco tutto il territorio americano e che anche la Resistenza, che sembrava così unita vista con gli occhi delle Ancelle, è più frammentata che mai. Oltre a Mayday, che il gruppo di ribelli che ha "accolto" June e Janine non hanno mai sentito nominare, nell'episodio scopriamo per esempio che ne esiste anche un altro conosciuto come Nighthawks, molto più violento e disposto a dare battaglia al governo oppressore.

La situazione di stallo in cui le due ex Ancelle si trovano, porterà inevitabilmente ad uno scontro, ma anche ad un bellissimo confronto tra i personaggi interpretati da Elisabeth Moss e Madeline Brewer. June è una ribelle la cui irrequietezza ha più volte rischiato di investire chiunque si trovasse sul suo cammino, tanto da essersi guadagnata una pessima reputazione nonostante sia riuscita nell'incredibile impresa di far fuggire più di 80 bambini in Canada, mentre Janine ha sempre cercato di evitare i conflitti e trovare il bene in ogni realtà come una Pollyanna in versione Gilead che sublima il dolore attraverso l'innocenza. Sarebbe fin troppo facile classificare la prima come una coraggiosa e la seconda come una debole, ma la cosa in cui gli autori di The Handmaid's Tale riescono fortunatamente ancora molto bene è rifuggire i cliché.
Janine non è una debole e sa quel che vuole non meno di June, ha solo metodi diversi per ottenerlo. Il fatto che lei scelga inizialmente di restare con i ribelli di Chicago e pensi davvero di potersi costruire una famiglia con Steven nel mezzo di una guerra, non fa di lei una sciocca, come June vorrebbe, ma una donna che sceglie consapevolmente di non farsi piegare da tutto il male che ha subito, trovando la gioia nelle situazioni più impensabili e rifiutandosi di ribellarsi contro tutto e tutti come fa invece June. Nonostante la posizione delle due amiche sia diversa, ciò che hanno condiviso finirà per tenerle unite, dimostrando come il loro legame trascenda ogni cosa e le due si sentano davvero più sicure quando camminano assieme, proprio come quella stessa Gilead da cui cercano di fuggire gli ha inculcato.

Oltre alla loro fuga, l'episodio 4x05 di The Handmaid's Tale si incentra anche sui personaggi di Nick, di Zia Lydia e del Comandante Lawrence. Mentre il primo, continuando a rischiare la vita, cerca di rintracciare June ed, una volta trovata, di facilitare la sua fuga da Chicago, Zia Lydia ed il Comandante Lawrence tramano nell'ombra. Una volta ripresasi dall'aggressione subito per mano delle Ancelle in cui sono fuggite anche June e Janine, Lydia si rende conto di rischiare di essere scalzata dalla sua posizione e come un predatore che annusa sangue fresco, con l'arrivo al Centro Rosso di un nuovo gruppo di Ancelle da istruire, è decisa a tornare in attività. Dove il personaggio di Zia Lydia è sempre stato perfettamente coerente con se stesso, quello del Comandante Lawrence che era stato fino ad ora l'epitome dell'ambiguità, si rivelerà per ciò che è.

Lawrence, che continua ad intrattenere una relazione con Nick e che sembra lasciar intendere di voler aiutare June nell'ombra, farà un passo falso nel momento in cui Zia Lydia si presenterà da lui per proporgli un patto. Se lui la aiuterà a riconquistare la sua posizione, lei in cambio gli fornirà informazioni segrete sugli altri Comandanti da usare per tornare nelle loro grazie e tornare tra gli eletti che fanno parte del Consiglio di Gilead. Una volta stretto il patto, non solo il Comandante Lawrence tradirà la fiducia di Nick dimostrando di aver agito sempre e solo nel suo interesse ed al fine di aver salva la vita a prescindere dal suo alleato, ma riuscirà anche a convincere gli altri Comandanti a bombardare le città in mano ai ribelli qualche attimo prima del cessate il fuoco e dell'ingresso dei corpi di pace in territorio americano per, come verrà molto elegantemente sottolineato, "stanare gli scarafaggi", anche se questo significherà sacrificare delle vittime innocenti.

La 4^ stagione di The Handmaid's Tale va in onda negli Stati Uniti ogni mercoledì su Hulu ed il giorno dopo in Italia in esclusiva su TIMVision.

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