The Handmaid's Tale 3×01 “Night”, 3×02 “Mary and Martha” e 3×03 “Watch Out”: la recensione
La nostra recensione dei primi tre episodi della terza stagione di The Handmaid's Tale intitolati Night, Mary and Martha e Watch Out
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Quando Emily, che stringe al petto Nichole cercando di proteggerla dal freddo della notte dopo essere stata lasciata da sola a raggiungere il confine, giunge finalmente in Canada, siamo pronti a scommettere che ci saranno pochi occhi asciutti a guardare la scena. Sentire infatti gli agenti di frontiera domandarle se vuole richiedere asilo a causa delle persecuzioni che potrebbe subire nel proprio paese per il solo fatto di essere nata donna, provoca un grande senso di sollievo e quel senso di speranza di cui la seconda stagione dello show ci aveva in un certo senso privato, considerati i tentativi di fuga falliti da parte della protagonista.
Uno degli aspetti che abbiamo maggiormente apprezzato, poi, della storia di Emily post-fuga e che in un certo senso ci fu negato quando fu Moira a trovare la libertà, è la possibilità di poter accompagnare questo personaggio nel difficilissimo percorso della riabilitazione e dell'adattamento ad una vita normale, in cui può scegliere per se stessa, può parlare senza essere redarguita e può fare tutte quelle cose che le sono state negate per così tanto tempo senza subire orribili torture. Gli autori non ci hanno mai dato davvero la possibilità di vedere quanto grave possa essere la sindrome post-traumatica da stress di una vittima soggetta a certi livelli di violenza ed il fatto che questa parte del racconto sia stata riservata al personaggio della Bledel, le darà un ruolo davvero importante nell'arco di questi episodi, che ci auguriamo continui nel prosieguo della stagione e che non vediamo l'ora di esplorare.
CORRELATO - The Handmaid’s Tale: abbiamo visto in anteprima i primi episodi della terza stagioneA nostro avviso togliere June dall'equazione Gilead sarebbe stato tuttavia impossibile per varie ragioni, la prima e più ovvia delle quali è che oltre a lei ed Emily, non ci sono altri personaggi dal punto di vista dei quali sarebbe stato poi possibile narrare le esperienze delle vittime del regime e con cui empatizzare per poter in un certo senso aumentare esponenzialmente l'odio nei confronti dei responsabili di queste insensate scelte politiche e sociali. The Handmaid's Tale è una serie che non ha vie di mezzo, è un racconto del bene contro il male, e per portarlo avanti c'è bisogno di vittime e di carnefici come di eroi: eri che hanno il coraggio di fuggire (Moria, Emily) ed altri che sono disposti a sacrificare se stessi per proteggere i più deboli (June, Hannah).
Uno dei maggiori problemi che la serie doveva invece affrontare era quello dello stallo subito dal personaggio di June cristallizzata dalla sua routine nella casa degli Waterford, la protagonista aveva certamente bisogno di una via di fuga da quella situazione e, come accadrà presto nell'arco di questa nuova stagione, vedrete che questo ostacolo verrà presto superato, perché - in sostituzione della fuggitiva Emily - June diventerà la nuova Ancella del Comandante Joseph Lawrence (Bradley Whitford) prendendo il nuovo nome di Ofjoseph.
Questa storyline porterà ad una vera e propria rivoluzione nella vita di June che non solo si troverà a non dover più adempiere ad i suoi "doveri" di Ancella, ma doverà imparare da zero come comportarsi con un uomo profondamente diverso da Fred Waterford (Joseph Fiennes).
A nostro avviso Lawrence è senza dubbio il valore aggiunto di questa stagione di The Handmaid's Tale, nei tre episodi che abbiamo avuto l'opportunità di vedere in anteprima, scoprirete infatti che vi sarà impossibile decifrarne la natura ambigua: sebbene infatti sia proprio lui il responsabile della fuga di Emily, ci verrà rivelato come abbia deciso di aiutarla in qualità di uomo di cultura che riconosce l'indiscussa superiorità intellettuale di un altro essere umano e non perché contrario all'istituzione delle Ancelle in sé. Per ogni gesto che quest'uomo compirà e che darà l'illusione che possa essere annoverato tra "i buoni", ve ne sarà in sostanza un altro contrario che vi farà mettere in dubbio le vostre precedenti conclusioni in un continuo saliscendi di emozioni che potrebbe fare di quest'uomo il peggiore dei nemici di June o uno dei suoi più validi alleati.
Oltre a questo, nella sua nuova sistemazione abitativa, June si ritroverà anche attivamente a collaborare con la Resistenza assieme alle Marte e in questa stagione il suo personaggio acquisterà un coraggio e forse persino un'incoscienza di cui abbiamo visto alcuni sprazzi soprattutto nella prima stagione, ma che fino ad ora erano per lo più stati esplicitati in termini di resistenza passiva nei confronti di ciò che le stava accadendo. La June della terza stagione osa invece molto di più, prende dei rischi a volte eccessivi e delle iniziative non sempre sagge, ma incredibilmente non sempre subisce serie conseguenze alle sue azioni, soprattutto ora che non è nemmeno più protetta dalla gravidanza. Che cosa sta succedendo quindi al regime di Gilead? Sta perdendo colpi? E' meno severo perché impegnato ad occuparsi di altro? O semplicemente June, in una scelta narrativa che risulterebbe discutibile, la passa liscia perché è la protagonista della serie ed è difficile immaginare che le possa accadere qualcosa di troppo drastico?
Un altro personaggio che subirà grandi cambiamenti è quello di Serena Joy (Yvonne Strahovski) e questo è forse l'aspetto di questa stagione verso cui ci siamo trovati ad essere più critici per varie ragioni. Quando incontreremo nuovamente Serena, da dopo la rinuncia a Nichole, la donna si sarà temporaneamente trasferita a casa della madre per riprendersi dalla sua perdita e trovare rifugio dalla sua vita e dal marito, ma è evidente che quando lei e June si incontreranno di nuovo il loro rapporto avrà subito un notevole cambiamento e che la protagonista della serie mostrerà di avere nei suoi confronti una disposizione d'animo più improntata al perdono che all'odio o al desiderio di vendetta.
Sebbene June le sia infatti comprensibilmente grata per averle permesso di salvare Nichole, quello che ci lascia più perplessi del cambiamento di Serena Joy è che sembra sia dato per scontato che sia avvenuto perché ha potuto vivere le gioie della maternità, come se questo fatto costituisse una sorta di misteriosa formula magica in grado di trasformare anche la persona più ignobile in qualcuno di più degno ed umano. Sebbene sicuramente l'essere riuscita ad esaudire uno dei suoi più grandi desideri, ed avervi dovuto rinunciare, possa aver contribuito a farle mettere in discussione molte cose, per quanto ci concerne non riusciamo a dimenticare che parliamo della stessa donna che, tra le altre cose, ha aiutato il marito a stuprare June a pochi giorni dal parto per accelerare la nascita della bambina o di una persona in generale molto intelligente, non una vittima, che ha sempre dimostrato di credere fermamente in Gilead essendo stata peraltro una delle fondatrici del suo pensiero.
Per quanto il concetto di maternità e ciò che ne consegue, sia ovviamente una delle colonne portanti di questa serie, le persone non sono degli interruttori e soprattutto personaggi complessi come quello di Serena Joy meritano un livello di cura maggiore che non sia la riduttiva idea che tutte le donne madri sono buone e quelle che non lo sono, sono invece cattive e ci auguriamo che nel resto della stagione sia dedicato al personaggio un maggiore approfondimento al fine comprenderne meglio la complessità delle ragioni. Il cambiamento c'è, è evidente ed è reso noto da una scena particolarmente spettacolare e dall'impatto simbolico davvero potente, ma come ogni persona intelligente, Serena Joy non può cavarsela troppo facilmente, perché è sempre stata perfettamente cosciente di ciò che faceva e di ciò a cui ha rinunciato ed ha fatto subire a June pur di avverare il suo sogno.
La verità è che anche se ci sono persone che pensano che The Handmaid's Tale sia una serie superata, che cerca inutilmente di spaventare il pubblico muovendosi in una realtà inimmaginabile e lontana da noi anni luce, per noi basta guardare un telegiornale, tra leggi antiabortiste, diritti delle donne negati, paesi in cui l'infibulazione e le spose bambine sono una realtà, Congressi della Famiglia e quant'altro per rendersi conto quanto sia invece attuale, il che fa di questo show un racconto spaventosamente rilevante che non deve e non può essere sottovalutato.
https://www.youtube.com/watch?v=RcTvQx1Wot0
La terza stagione di The Handmaid's Tale va in onda negli Stati Uniti ogni mercoledì su Hulu, mentre in Italia sarà trasmessa ogni giovedì su TimVision.