The Handmaid's Tale 2x11 "Holly": la recensione

La nostra recensione dell'undicesimo episodio della seconda stagione di The Handmaid's Tale intitolato Holly

Condividi
Spoiler Alert
Per essere un episodio di così poche parole Holly, undicesimo appuntamento con la seconda stagione di The Handmaid's Tale, è una puntata che grida a gran voce oltre ad accompagnarci in una sorta di strano microcosmo, avulso dalla realtà alla quale lo show ci ha abitato fino ad ora, nel quale avviene tuttavia uno degli eventi centrali per la serie: la nascita della piccola Holly, la secondogenita di June.

Nella puntata precedente, Difred era infatti rimasta sola nella grande ed isolata villa in cui aveva incontrato Hannah, dopo che alcuni soldati avevano portato via Nick ed Holly diventa quindi la rappresentazione di una lotta per la sopravvivenza in cui Elisabeth Moss fornisce forse una delle prove attoriali migliori della stagione, dimostrando come June, nonostante il dolore, le privazioni e le violenze subite sia ancora disposta a combattere con tutta se stessa per la salvaguardia della creatura che porta in grembo e che decide di venire alla luce nelle peggiori circostanze possibili. Sola, in una casa senza energia elettrica, con pochi generi di conforti che riuscirà ad usare con saggezza, June affronterà il gelo, il destino avverso, un lupo ed persino la resa pur di riuscire a portare in salvo la sua bambina.

Volendo fare una critica costruttiva allo show, soprattutto dopo un episodio come questo, abbiamo notato come questa seconda stagione stia seguendo forse un pattern che tende a ripetersi troppo spesso: messa infatti nelle condizioni di fuggire dalla sua prigionia, proprio come quando era nella sede del Boston Globe ad inizio stagione o nella casa dell sfortunato Omar, Difred continua infatti a sfiorare il suo sogno di libertà senza mai davvero riuscire a toccarlo, uno schema che si ripete appunto anche in Holly, con una June finalmente libera dal giogo degli Waterford, con a disposizione mezzi e tempo per sfuggire, ma impossibilitata a farlo a causa delle circostanze che, ancora una volta, precipitano.

Nonostante questa premessa, la puntata è profondamente diversa da ciò che abbiamo visto fino ad ora e lo si intuisce in momenti come quelli in cui gli Waterford irrompono nella scena e, convinti di essere soli, danno sfogo a tutto il loro reciproco risentimento per l'accaduto.
Serena Joy è furiosa con il marito per aver permesso a Difred di vedere la figlia, facendola allontanare da casa con il parto così vicino e Fred lo è con la moglie per il comportamento che le imputa di aver sempre tenuto con la loro Ancella. In una serie di accuse che i due si gettano in faccia senza alcun filtro, con Serena Joy che smette di usare sottintesi dicendo senza mezzi termini al marito che Nick è il padre del bambino di June, il culmine arriva tuttavia quando la donna usa per la prima volta apertamente la parola stupro, dando al Comandante dello stupido per non aver pensato che Difred avrebbe tentato la fuga approfittando dell'occasione subito dopo aver subito violenza.
Fred, a sua volta, la accusa di essere stata la mente di quella idea, ma il solo fatto che quel termine, quel concetto aleggi nell'aria, dando a quella terribile azione il suo vero e brutale nome, è il segnale di un velo che cade o viene piuttosto strappato, rivelando tutta l'amara ed in un certo senso deludente verità.
Non solo infatti gli Waterford dimostrano di essere sono perfettamente consapevoli della loro ferocia verso June, ma anche i nodo che è sempre stato costituito dalle motivazioni di Serena viene finalmente sciolto. C'è forse stato infatti forse un tempo in cui Serena Joy ha creduto nella Repubblica di Gilead e nel suo messaggio ed in ciò che rappresentava e per quello ha combattuto rinunciando a così tanto di sé per il marito, ma il suo vero ed unico desiderio è sempre stato quello di avere un figlio ed il fatto che questo personaggio così crudele e complesso ammetta di aver compiuto così tanti orrori unicamente per questo motivo, lascia uno strana sensazione: come se la rivelazione sia insieme inattesa ed prevista e come se, nella sua banale semplicità, faccia cadere quel velo di mistero che ha così a lungo circondato questa donna, disposta a porre fine all vita di chiunque si fosse frapposto tra lei e la sua ossessione.

A fare da contraltare all'esplosiva scena tra i due coniugi troviamo chiaramente June - nel silenzio - che dall'altro li spia mentre cerca di trovare il coraggio di premere il grilletto del fucile che gli punta contro. Proprio come il personaggio si trova in un punto di osservazione rialzato rispetto a quanto accade sotto di lei nell'origliare il furioso scambio di accuse degli Waterford, June - pur non riuscendo a sparare - sarà comunque testimone della debolezza dei suoi carcerieri poiché tra loro, da questo momento in poi, ora che la verità è stata svelata, non vi sarà più spazio per ipocrite bugie.

E poi, ovviamente, il tutto culmina nella scena della nascita di Holly e con l'uso davvero toccante dei flashback che ci mostrano anche il momento felice della venuta al mondo di Hannah, in circostanze completamente di verse e ben più felici. La Moss, che pure ha dato più volte prova della sua abilità come attrice, aggiunge qui un nuovo strato al suo personaggio mettendosi a nudo - letteralmente e metaforicamente - e dando prova di tutta la fierezza di cui solo una madre sarebbe capace. La nascita di Holly è dolorosa, sfacciata ed insieme bella e soprattutto dà a June l'opportunità di vivere questo miracolo come altrimenti non avrebbe mai potuto fare, soffocata da una serie di inutili e vuoti riti, il che, già di per sé, è qualcosa che né Serena, né Fred, né nessun altro a Gilead potrà mai toglierle.

Concludiamo infine questa recensione con una curiosità: la voce della resistenza della speaker che si sente alla radio quando quando June la accende nell'auto in garage, è quella di Oprah Winfrey, ospite speciale dell'episodio (nonché grande fan dello show) che con le sue parole porta un segno di speranza alla protagonista.

La seconda stagione di The Handmaid's Tale va in onda negli Stati Uniti ogni mercoledì su Hulu, mentre in Italia gli episodi inediti sono trasmessi ogni giovedì, a sole 24 ore dalla première americana, in esclusiva su TIMVision.

Continua a leggere su BadTaste