The Handmaid's Tale 1x07 "The Other Side": la recensione

La nostra recensione del settimo episodio della prima stagione di The Handmaid's Tale intitolato The Other Side

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Spoiler Alert
Per comprendere le ragioni di un episodio come The Other Side, il settimo di The Handmaid's Tale è necessario forse fare un breve accenno al romanzo della Atwood che, a differenza di ciò che in molti forse pensano, è piuttosto breve e fa del non detto una autentica forma d'arte. Molto di ciò che abbiamo visto fino ad ora nella serie è lasciato, nel libro, all'immaginazione del lettore e l'effetto è in un certo senso persino più devastante delle crude immagini che ci propone la televisione, perché la mente è in grado di creare demoni davvero spaventosi. Con questa premessa, bisogna tenere conto del fatto che la serie, che è già stata rinnovata per una seconda stagione, è stata evidentemente concepita per avere una certa struttura narrativa lineare, che permetta allo spettatore di andare oltre al romanzo e gli conceda l'opportunità di riempire quei vuoti che nel libro sono lasciati all'immaginazione del lettore. In questo contesto è assolutamente logico che ci venga quindi mostrata anche l'altra faccia della medaglia e ci venga raccontata questa terribile vicenda anche dal punto di vista di Luke (O-T Fagbenle), il marito di June.

L'episodio ci porta quindi in un viaggio nel passato e, attraverso una serie di flashback, ci mostra - dopo la scoperta della scorsa settimana di Offred che Luke è vivo - cosa sia successo all'uomo dal giorno in cui la famiglia in fuga è stata catturata e separata. La puntata contribuisce sicuramente ad allentare la tensione generale della serie: The Handmaid's Tale è uno show che va centellinato (sconsigliamo assolutamente il binge watching per un simile prodotto), esattamente come il libro va dosato con misura ed affrontato senza fretta, e nonostante l'episodio sia interessante e ben recitato, finisce per apparire forse un troppo piatto rispetto a ciò a cui eravamo abituati. Non sappiamo se una così ampia introduzione al pubblico del personaggio di Luke significhi che, dal momento in cui anche lui verrà a conoscenza del fatto che la moglie e la figlia sono vive, assisteremo al suo tentativo di salvarle, ma il modo in cui le sue vicissitudini vengono narrate, in una storia che è stata capace di colpire spesso alla bocca dello stomaco lo spettatore lasciandolo senza fiato, risulta più antologico che emotivo. Luke riesce a scampare per un soffio dalla morte e alla fine troverà rifugio nel luogo in cui avrebbe voluto portare la propria famiglia, in Canada, dove prenderà la decisione di aiutare gli altri come non è riuscito a fare con June e Hannah, ma l'aspetto più interessante della storia sarebbe stato quello di capire il punto di vista di un uomo nei confronti di quello che sta accadendo a Gilead, un persona che è chiaramente addentro alla Resistenza e contrasta questo regime, un punto di vista maschile, ma di persone che sono molto diverse dal Comandante e hanno rifiutato di abbracciare le leggi di quello che una volta era il loro liberale paese. Nello stesso modo in cui la serie ci ha accompagnato per mano ad esplorare l'animo femminile, sarebbe stato forse più intenso vedere meno fatti ed imparare a conoscere più approfonditamente la persona. Di Luke sappiamo certamente che è un uomo che ha fatto di tutto per proteggere la propria famiglia, ma anche che è qualcuno che - fino a che la verità di quanto stava accadendo non lo ha colpito in pieno volto - ha avuto l'ingenuità di sottovalutare gli eventi, proprio come quando, ai tempi del terzo episodio, June gli disse di aver perso il lavoro e lui si limitò a rispondere che si sarebbe preso cura di lei. Considerato tuttavia il fatto che siamo ancora a quattro episodi dalla fine della prima stagione, non escludiamo affatto che questo viaggio nell'animo di Luke possa ancora avvenire, il che renderebbe questo episodio semplicemente un filler, anche se non nel senso canonico del termine.

"Ti amo. Moltissimo. Salva Hannah."

Non per nulla il momento più forte di questa puntata è proprio quello in cui i due mondi, quello di Luke e di June, tornano a toccarsi e ad interagire, con Luke che legge le poche parole a lui indirizzate scarabocchiate velocemente su un foglio da sua moglie. Grazie a quei momenti e al supporto dell'attenta regia di Floria Sigismondi, vediamo una parte di Luke che tutti i concitati eventi passati non ci avevano ancora mostrato: un uomo profondamente innamorato che ritrova la speranza. Per quanto orribili e tristi siano infatti le vicende narrate in questa serie, non bisogna mai dimenticare che è proprio sull'idea della speranza che essa è basata. Senza quell'appiglio all'idea che le cose possano cambiare, una persona come June si sarebbe probabilmente già abbandonata alla disperazione e si sarebbe lasciata andare, ma lei deve mostrarsi forte per se stessa e soprattutto per sua figlia, esattamente come ci fa capire in quel "salva Hannah", scritto nel messaggio a suo marito, in cui si racchiude tutto il coraggio di una madre ed il senso del suo sacrificio.

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