Nello scorso episodio
Serena Joy (
Yvonne Strahovski) aveva messo in guardia
Offred (
Elisabeth Moss), dicendole che le cose per le sarebbero potute essere decisamente peggiori e per dimostrare il peso delle sue parole, dopo aver scoperto che la sua ancella è bel lontana dall'essere incinta come aveva sperato, decide di vendicarsi rinchiudendola nella propria stanza per due settimane consecutive, impedendole di vedere la luce del sole se non attraverso le persiane della sua finestra. L'isolamento a cui è costretta finisce per avere su
Offred un pessimo effetto e farle rimpiangere anche quel poco di libertà che le era concessa: sempre più perseguitata dai ricordi, il silenzio di quelle quattro squallide mura la obbliga a pensare al severo addestramento da parte delle Zie, alla sua amica Moira, alla sua vita passata, a sua figlia ed a tutto quello a cui ha dovuto rinunciare e, per chiunque fosse sano di mente, non c'è evidentemente punizione peggiore.
In questo quarto episodio di The Handmaid's Tale si parla molto di potere e di come venga esercitato da coloro a cui è concesso: Serena Joy può vendicarsi di Offred per qualcosa che trascende completamente il suo controllo e non potendo farle fisicamente del male (è una delle poche leggi che le mogli di Gilead sono obbligate a rispettare), le impone l'isolamento, portandola quasi alla pazzia. A sua volta la moglie del Comandante, di cui da spettatori non sappiamo ancora molto e che gode di libertà e privilegi decisamente superiori a quelli di un'ancella, deve comunque sottostare alle decisioni del marito. All'inizio dell'episodio c'è una piccola, breve scena, in cui ci viene infatti mostrato come anche la signora della casa non abbia poi tutta questa libertà. Il Comandante le racconta infatti di come una Zia sia riuscita a fuggire dal Centro, abbia passato il confine con il Canada e abbia diffuso, intervistata da un quotidiano, quelle che secondo lui sono solo falsità e menzogne su Gilead. Quando Sara Joy interviene consigliandogli di non screditare quanto ha dichiarato, ma la donna, dimostrando di avere una certa cognizione di causa di come ci si debba muovere nel mondo della comunicazione, il Comandante le risponde che non si deve preoccupare del problema e che ci sono degli uomini molto validi che si stanno prendendo cura del problema, lasciandola per un momento interdetta. E' solo un attimo, ma l'espressione che passa sul volto della moglie è abbastanza per far capire che anche lei vive la sua dose di frustrazioni in questa società così maschilista: chi era Serena Joy prima dell'avvento di Gilead e prima di essere solo la moglie di "qualcuno"? Ancora, da spettatori, non ci è dato saperlo, ma fino a che punto la donna si comporta come fa per pura cattiveria o piuttosto come risposta alla sua personale frustrazione?
In una posizione non dissimile, anche se agiscono perfino con maggiore livore, sono
le Zie, le donne addette alla rieducazione delle ancelle nel Centro. Le Zie sono persone che esercitano il proprio potere nel peggior modo possibile: instillando la paura e usando la violenza, soprattutto quando
June e
Moira cercano di fuggire dal centro in cui sono rinchiuse aggredendo una delle Zie. Dopo averla rinchiusa in un sottoscala, Moira ne indossa i vestiti e finge di accompagnarsi a
Offred nel tentativo di salire sul treno per Boston. Proprio a pochi metri dalla salvezza, tuttavia,
Offred viene fermata, mentre la sua amica riesce a scappare e a mettersi in salvo. Ovviamente la punizione che aspetterà
Offred sarà terribile: legata a pancia sotto su una brandina, verrà frustata violentemente sulle piante dei piedi: una tortura usata ancora oggi in Cina e Medio Oriente, dove è conosciuta con il nome di
falaqua.
Infine c'è il Comandante con il suo atteggiamento così disarmante e diverso: agisce con umanità nei confronti di Offred perché davvero tiene a lei o si concede una certa dose di magnanimità perché gli piace giocare con le proprie vittime e sa di poter esercitare un potere enorme sulla propria ancella? Waterford è il personaggio della storia più difficile da comprendere fino ad ora, poiché non ci è chiaro quale sia il suo scopo finale. Anche in questa puntata sembra sinceramente cercare una connessione umana con Offred, tanto che il giorno della cerimonia non riesce a portare a termine il suo compito, né tanto meno a guardare in volto la sua ancella distesa sul suo letto, tra le ginocchia di sua moglie, e quando Offred - la sera stessa - bussa alla porta del suo ufficio accettando il suo invito a giocare una nuova partita a Scarabeo, il Comandante si comporta con lei con quello che sembra sincero interesse. I due finiranno persino per avere una conversazione sull'ancella che ha preceduto Offred nella casa degli Waterford, morta suicida e che ha scritto un frase in latino all'interno dell'armadio della sua stanza "Nolite Te Bastardes Carborundorum" che il Comandante accetterà di tradurre per lei e che significa "che i bastardi non ti schiaccino", un monito che diventerà sinonimo di speranza per Offred.
Come ci viene mostrato il punto di vista dei carnefici, vediamo anche l'inevitabile reazione della vittima:
Offred, spinta dalla disperazione e dalla solitudine, finge infatti di essere svenuta per essere portata da un medico, pur di riuscire ad uscire fuori di casa. La cosa che fa riflettere di più in questo episodio è lo stato di totale prostrazione in cui versa la protagonista, costretta a subire talmente tanto da perdere quella che per noi sarebbe la più comune dignità pur di sopravvivere. Di fronte ad un medico che di fatto le propone di violentarla per metterla incinta ed evitare così le attenzioni del suo Comandante ("
probabilmente sterile", così asserisce il buon dottore),
Offred si trova costretta a ringraziare e rispondere di non essere interessata per paura di essere scoperta, come se la proposta che le viene fatta non fosse la cosa squallida ed orribile che è. E allo stesso modo, una volta rientrata in casa, si presenta al cospetto di
Serena Joy chiedendole umilmente scusa per non essere rimasta incinta e dicendole di aver capito la lezione che ha cercato di impartirle e che la cosa non si ripeterà più. Fino a che punto, viene spontaneo domandarsi, l'amor proprio di una persona può essere calpestato quando si viene privati di tutto? E come si può continuare a vivere in queste condizioni? Nonostante in
Nolite Te Bastardes Carborundorum la speranza sembri un miraggio, scopriremo invece che risiede in piccole cose che hanno per la protagonista un immenso valore: la sensazione di libertà data dal respirare aria fresca dopo giorni di reclusione, altre ancelle che condividono in segreto con lei, ferita e dolorante per le torture subite dalle zie, piccoli avanzi del loro pranzo, per poterla aiutare a ritrovare le forze e una frase incisa all'interno di un armadio in una lingua sconosciuta che la incoraggia a non arrendersi.