The Handmaid's Tale 1x02 "Birth Day": la recensione

La nostra recensione del secondo episodio di The Handmaid's Tale intitolato Birth Day

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Spoiler Alert
Il secondo episodio di The Handmaid's Tale, se possibile, è persino più intenso di quello pilota che ci ha introdotti alla vita di Offred (Elisabeth Moss) e delle altre ancelle, costrette come lei a fare da fattrici per leader di questo nuovo, orrendo, ordine sociale che si chiama Gilead. La puntata inizia così senza perdere tempo nel ricordare allo spettatore che cosa significhi essere un'ancella e mostra quella che viene chiamata "la cerimonia", che altro non è se non uno stupro di stato, con la protagonista stesa sul letto, con il capo sul grembo di Serena Joy (Yvonne Strahovski) che fissa il soffitto della stanza della stanza del Comandante Waterford (Joseph Fiennes) il quale viola il suo corpo, mentre la sua mente si concede quella libertà che a lei non è più permessa e si allontana da quelle quattro pareti nel pensiero di sua figlia, portandola finalmente lontana da quella casa e da quelle persone.

La regia di Reed Morano fa un ottimo lavoro nel mostrare tutta la brutalità di alcune scene senza essere mai troppo esplicita, esattamente come quando vediamo Offred fissare impotente il lampadario che oscilla sopra al letto del comandante, senza mai inquadrare direttamente l'uomo. La fotografia, come la regia, è l'altro punto di forza dello dello show e anche in questo secondo episodio è letteralmente da levare il fiato, diventando in alcuni momenti quasi ipnotica.

"C'è un "noi"? [...] Ora l'oscurità ed i segreti sono ovunque. Ora deve esserci un "noi", perché ora c'è un "loro"."

Nonostante la vita della protagonista scorra con una certa monotonia, la sua nuova amicizia con  Ofglen (Alexis Bledel) è evidentemente motivo di sollievo per Offred che capisce di aver trovato in lei un'alleata, anche quando la giovane le propone di associarsi ad una rete di resistenza, che vuole evidentemente rovesciare il nuovo governo, passando loro informazioni sui movimenti del Comandante. Un compito che le verrà reso più semplice dall'inaspettato messaggio che Nick (Max Minghella), l'autista di Waterford, che sembra decisamente interessato a lei, le recherà al ritorno da una delle sue passeggiate, comunicandole il desiderio del padrone di casa di poterla incontrare nel suo ufficio, una cosa che teoricamente le sarebbe vietata, ma che nella sua posizione non può comunque evitare di fare.

La giornata di tutte le ancelle viene poi sconvolta dall'annuncio che una di loro, Janine (Madeline Brewer) è sul punto di dare alla luce il suo bambino e tutte quante vengono accompagnate da lei per supportarla in questo difficile e miracoloso compito. Tutta la scena del parto e la cerimonia ad esso collegata, è quanto di più grottesco si possa immaginare, con le numerose ancelle a sostenere la partoriente assieme a zia Lydia (Ann Dowd) in un incessante cantilena di "inspira", "espira" e "spingi", mentre le mogli, in un'altra stanza, assistono la donna che si approprierà presto del bambino di Janine, la quale finge in maniera tragicomica di condividere gli stessi dolori del parto con la sua ancella, il tutto fino al culmine del momento della nascita vera e propria, in cui - come nel caso della "cerimonia" - la moglie si siede alle spalle di Janine simulando di essere lei stessa a dare alla luce una bimba che si rivelerà bellissima ed in perfetta salute. La nascita di questa nuova creatura, inevitabilmente, finirà per riportare alla mente della protagonista il ricordo del suo parto e della venuta al mondo della piccola Hannah, avvenuta quando già il numero dei parti era drasticamente diminuito, tanto che Offred (che allora ancora si chiamava con il suo vero nome June) si trova ad essere l'unica partoriente dell'ospedale, trovandosi persino a dover affrontare la minaccia del un rapimento di Hannah da parte di una donna che si introduce nel reparto di maternità, cercando di sottrarle la bambina.

Tornata a casa Offred deve esaudire la richiesta del Comandante di incontrarla e nonostante i suoi timori su cosa davvero l'uomo possa volere o pretendere da lei, Waterford la sorprenderà chiedendole semplicemente di fare una partita a Scarabeo, un'azione apparentemente innocente eppure totalmente trasgressiva, che avrà su di lei un incredibile impatto ora che persino cose elementari come leggere un libro le sono precluse. Il modo nostalgico in cui Offred accarezzerà le tessere del gioco da tavola finisce così per essere evocativo di tutto quello che una volta per lei era dato per scontato ed oggi è invece ormai perduto. La mattina successiva, dopo essere persino riuscita a strappare al Comandante l'informazione sulla destinazione del suo prossimo viaggio, è quindi una trionfante Offred che si avvia all'appuntamento con la sua amica, accompagnata dalle note di Don't You Forget About Me dei Simple Minds, un senso di trionfo che viene però bruscamente interrotto, come la canzone, dalla scoperta che non è la sua amica ad attenderla al cancello, ma un'altra ancella che, quando Offred le chiederà se Ofglen sia stata trasferita, risponderà con un laconico: "sono io Ofglen".

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