The Handmaid's Tale 1x01 "Offred": la recensione

La nostra recensione dell’episodio pilota episodio di The Handmaid's Tale intitolato Offred

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Spoiler Alert
Il primo episodio dei 10 che comporranno la prima stagione di The Handmaid's Tale, adattamento televisivo dell'omonimo romanzo Il racconto dell'ancella, scritto da  Margaret Atwood nel 1985, non perde tempo nell'introdurre allo spettatore l'agghiacciante realtà in cui vive la sua protagonista Offred (Elisabeth Moss). Ci troviamo in una società distopica, proprio come nel caso di The Man in the High Castle, cioè una realtà alternativa e diversa rispetto a quella in cui viviamo oggi, in un futuro non troppo lontano dal nostro. A causa di motivi che non vengono svelati nel pilot, l'America vive in un regime patriarcale in cui a comandare sono gli uomini ed in cui le poche donne fertili rimaste, chiamate appunto ancelle, a causa di un drastico calo delle nascite, vengono trattate come animali da monta, utili sostanzialmente solo a procreare figli con i leader di questa moderna società.

Offred, la protagonista, è l'ancella del Comandante Waterford (Joseph Fiennes), una silenziosa figura che si aggira nella lussuosa casa diretta con rigore dalla moglie del Comandante Serena Joy (Yvonne Strahovski) che mal sopporta la sua presenza nella propria dimora, ma si trova comunque costretta ad accettarla a causa delle circostanze. Nonostante, come anticipavamo, non venga ancora spiegato in questo primo episodio come si sia arrivati a questo estremo, da alcuni flashback della vita della protagonista capiamo che c'è stato un passato in cui la società era proprio come quella che noi ricordiamo, fatta di coppie normali e di libertà di espressione. La Offred del passato aveva una figlia di 8 anni ed un marito dai quali viene separata mentre tentano la fuga in Canada, per poi venire "rieducata" ai suoi nuovi doveri dalle maniere forti di una donna chiamata Zia Lydia (Ann Dowd), che con pugno di ferro e metodi piuttosto violenti, costringe le poche donne che hanno dato alla luce nel passato un figlio a piegarsi ai doveri imposti loro da questo nuovo ordine sociale.

In quanto ancella Offred gode di molti privilegi a cui altre donne possono solo aspirare, chiunque sia bollata come sterile - a meno che non sia un prominente membro della società come la moglie del Comandante o una domestica - è infatti dichiarata una "non donna", deportata e costretta a fare lavori massacranti che porteranno a morte certa. In un mondo in cui medici, gay e preti vengono massacrati e trattati come i peggiori dei criminali, Offred deve cercare di sopravvivere giorno per giorno, sopportando umiliazioni e violenze con l'unico pensiero di poter un giorno essere riunita con la figlia che le è stata strappata.

Elisabeth Moss, in un'interpretazione che già si dice essere degna di un Emmy, si aggira in questo mondo come un'ombra, con dialoghi interiori che equivalgono a grida di dolore e ribellione per la situazione in cui si trova e dalla quale non può fuggire. In un silenzio quasi assordante passa da incombenze prosaiche come fare la spesa a scene in cui è costretta ad accopparsi con il Comandante, entrambi interamente vestiti, ad impedire ogni pensiero impudico e con il capo appoggiato sul grembo di Serena Joy mentre il marito cerca di ingravidarla senza emettere alcun suono che possa lasciare anche solo immaginare che possa trovare l'atto piacevole.

Handmaid’s Tale è un racconto brutale e magistralmente eseguito, grazie anche alla regia di Reed Morano che ha diretto i primi tre episodi. I colori sono un elemento fondamentale per la serie, che trasformano lo schermo televisivo nella tavolozza di un artista: dal rosso sangue dei vestiti delle ancelle, al blu degli abiti delle mogli dell'alta borghesia, fino ad arrivare al nero delle divise dei soldati del regime che governano con pugno di ferro una società in cui l'unica regola è tenere il capo chino e non fidarsi di nessuno. Per questo motivo i pochi rapporti umani che si riesce a intrattenere diventano l'unico spiraglio di umanità, come quello che la protagonista instaura con un'altra ancella di nome Ofglen (Alexis Bledel) o quello che aveva nel passato con la sua amica Moira, interpretata da Samira Wiley, divenuta un'ancella come lei e apparentemente uccisa per aver cercato di sfuggire al suo destino.

Nei prossimi giorni recensiremo anche gli altri due episodi già disponibili su Hulu ed i sette restanti che verranno distribuiti dalla piattaforma online ogni mercoledì fino al finale di stagione del 14 giugno, per concludere infine questo viaggio con uno speciale che metterà a confronto la serie con il libro della Atwood.

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