The Guardians of Justice (prima stagione): la recensione
È con estremo piacere che siamo finalmente pronti per parlarvi di The Guardians of Justice, la nuova serie supereroistica targata Netflix
Con rinnovato interesse ci siamo quindi approcciati alla serie, nella speranza di trovarci tra le mani un’opera quantomeno avvincente. E invece The Guardians of Justice è molto di più.
Watchmen sotto LSD
Non ci sono modi meno eleganti per dirlo: The Guardians of Justice è davvero il Watchmen di Alan Moore e Dave Gibbons sotto droghe allucinogene. La trama racconta la storia di Marvelous Man, un Superman alternativo che, con il suo arrivo sul nostro pianeta, ha modificato l'evolversi degli eventi storici. Per essere precisi, la trama inizia quando Marvelous Man, sconvolto dall’incapacità della razza umana di superare i propri difetti, si suicida sparandosi un colpo in bocca. Toccherà quindi a Knight Hawk (Batman) e al resto dei Guardiani della Giustizia (la Justice League) scoprire cosa abbia spinto il celebre eroe a compiere l’insano gesto. Il tutto mentre nel mondo impazza la guerra, con i russi armati di robot letali e con terribili dinosauri robot intenzionati a prendere possesso di alcune nazioni.
Per fare in modo che tutto questo sia tanto folle dal punto di vista narrativo quanto da quello estetico, Shankar ha ben pensato di mettere in piedi un’opera che mescola diversi stili visivi. The Guardians of Justice è principalmente una serie TV in live action con forti strizzate d’occhio ai B-Movie sulla falsa riga di Kung Fury. I green screen e i costumi in gommapiuma si alternano a sequenze in animazione 2D, ad altre in stop motion, a quelle in pixel art e ad altre ancora che adattano l’estetica videoludica degli anni Ottanta e Novanta al piccolo schermo.
Rispetto per i fumetti
Ogni singolo minuto dello show Netflix ci ha fatto esplodere il cervello. Talvolta abbiamo persino fatto fatica a capire cosa stesse accadendo perché rapiti dalla follia estetica di Shankar. Per un fan dei fumetti Marvel e DC, inoltre, The Guardians of Justice è uno tsunami di citazioni. Nomi, situazioni, personaggi, eventi fanno tutti riferimento al mondo dei supereroi di carta, con una riverenza a tratti davvero sorprendente. Il folle showrunner conosce a fondo il lessico dei fumetti americani e lo adatta per renderlo fruibile sia ai fan che ai neofiti.
LEGGI ANCHE - The Guardians of Justice: cosa aspettarsi dalla nuova serie Netflix ideata da Adi Shankar
Inutile dire che lo show non ha realmente lo spessore del già citato Watchmen, ma è innegabile che all’interno della serie TV siano presenti anche dei temi dal forte impatto sociale. The Guardians of Justice sembra stupido, ma non lo è mai per davvero. Ogni singolo elemento della serie è calcolato con estrema precisione, a partire dal comparto estetico per arrivare persino alla straordinaria colonna sonora. Persino il cast, che non brilla mai per capacità recitative, fa il suo e contribuisce a quell’atmosfera da B-Movie della quale non sapevamo di avere bisogno.
A quando la seconda stagione?
Fidatevi quando vi diciamo che siamo stupiti quanto voi di essere rimasti tanto rapiti dalla nuova opera di Adi Shankar. Rapiti a tal punto da desiderare immediatamente una seconda stagione, sopratutto dopo aver assistito al finale del settimo episodio. The Guardians of Justice è una vera e propria sorpresa. Non è certo l’opera migliore di questo inizio 2022, ma è sicuramente una delle più coraggiose. Se amate i supereroi non dovete assolutamente lasciarvela sfuggire. Se avete adorato Iron Sky e Kung Fury dovreste chiedervi perché non la state ancora guardando. Se siete semplicemente stanchi di vedere sempre le stesse cose e siete alla ricerca di opere fresche, divertenti e divertite, il nuovo show di Netflix potrebbe essere ciò che state cercando. Mai come ora vale il detto: vedere per credere.