The Good Doctor 2×11 “Quarantine Part Two”: recap e commento [MIDSEASON PREMIERE]
La nostra recensione dell'undicesimo episodio della seconda stagione di The Good Doctor intitolato Quarantine Part Two
CORRELATI - The Good Doctor 2×10 “Quarantine”: recap e commento [MIDSEASON FINALE]
Per gran parte del tempo e sin da quando è arrivata per la prima volta in ospedale, vestendo idealmente i panni dell'antagonista della più amata ed equilibrata dottoressa Claire Browne, Morgan è stata descritta come un personaggio negativo, eccessivamente competitiva e professionalmente scorretta, finendo per essere incasellata in un ruolo che le è sempre stato stretto, a causa dei limiti imposti dagli autori stessi. In questo senso, gli eventi di Quarantine Part Two, sono un riscatto per questo personaggio fino ad ora sin troppo monodimensionale, non solo per il sangue freddo con cui affronta la crisi, pur essendo particolarmente colpita essa stessa dalla morte di un paziente a cui teneva particolarmente, ma anche per il coraggio e la forza di carattere che dimostra quando si scontra con il suo superiore, il dottor Andrews, sul migliore corso di cure per la dottoressa Lim, finendo per salvarle la vita.
Per quanto concerne quest'ultima, Audrey è riuscita senza dubbio a conquistare rapidamente i cuori dei fan della serie, era quindi difficile credere - anche per uno show che ha già saputo prendere decisioni controverse e coraggiose per quanto riguardava alcuni dei suoi protagonisti - che gli autori trovassero davvero avuto il coraggio di eliminarla, soprattutto considerate le opportunità che la sua nascente reazione con il collega Neil Melendez potrebbero offrire e che non sono state esplorate in queste circostanze, se non per una sporadica dimostrazione di preoccupazione da parte di Neil che chiede a Morgan di mostrargliela nel corso di una video-chiamata.
Uno dei momenti più toccanti di quest'ora è infatti proprio quello in cui Alex trova il coraggio di scusarsi con il figlio per la propria assenza, nonché le parole per spiegargli le proprie ragioni, finendo per riuscire a salvare un rapporto sulla via del naufragio, non tanto per la decisione di rischiare la propria vita per quella del figlio, irrompendo nel Pronto Soccorso in quarantena durante una crisi asmatica da parte del ragazzo, quanto per aver trovato il coraggio di ammettere la propria vulnerabilità ed i propri errori, nonostante una vita vissuta con la convinzione che mostrare fragilità fosse un difetto.
Per quanto concerne invece la convinzione di Aaron che il suo tumore sia tornato, in questa première di metà stagione scopriamo che il suo stato di salute è meno preoccupante di quanto lui stesso non avesse presupposto e che, nonostante sia affetto da una meningite, causa anche dei suoi problemi di memoria e per cui dovrà subire un altro intervento, il tumore non si è riformato. L'aspetto migliore della storyline dedicata a questi due personaggi, tuttavia, è il modo in cui gli autori hanno trovato un metodo decisamente sincero, se non brutale di mettere sia Glassman che Lea di fronte ad alcune scomode verità: l'insistenza di lui di voler vivere questo difficile momento nella solitudine, senza coinvolgere Shaun e trattandolo di conseguenza come un bambino bisognoso di protezione, e l'ambiguità con cui Lea si è comportata nei confronti di colui che definisce solo un amico, lanciandogli dei segnali decisamente contrastanti.
Ultimo, ma non ultimo, abbiamo infine Shaun Murphy: nonostante sia riuscito, grazie all'intervento di Morgan prima e Alex poi, a superare la più grande crisi alla quale, come pubblico, abbiamo assistito dall'inizio della serie, le circostanze vissute in queste ore tese e difficili hanno messo in luce dei concreti problemi che concernono il protagonista ed il normale svolgimento della professione che ha scelto. Sebbene si possa argomentare che difficilmente Shuan si ritroverà a vivere simili circostanze, non è possibile ignorare come la sua risposta emotiva abbia potenzialmente messo in pericolo i pazienti: come reagirebbe Shaun, da solo, in una situazione di crisi, come riuscirebbe a ritrovare il controllo senza qualcuno accanto a guidarlo e cosa accadrebbe se qualcuno morisse per la sua impossibilità a riguadagnare il controllo?
Tutti questi interrogativi, in sospeso sin dal debutto dello show, sembrano essere venuti finalmente alla luce, creando una questione etica e professionale di non facile soluzione e che ci auguriamo gli autori troveranno il coraggio di affrontare.
https://www.youtube.com/watch?v=wI_YYinqvmo
La seconda stagione di The Good Doctor va in onda negli Stati Uniti ogni lunedì sulla ABC.