The Good Doctor 2x02 "Middle Ground": recap e commento
La nostra recensione del secondo episodio della seconda stagione di The Good Doctor intitolata Middle Ground
Con l'uscita di scena di Chuku Modu dalla serie, la Chang è stata promossa series regular, non sorprende quindi che una parte tanto predominante dell'episodio sia stata dedicata proprio al suo personaggio ed alla sua paziente, una giovane donna di nome Asha (Camille Hyde) che giunge in ospedale chiedendo alla dottoressa di essere sottoposta ad una plastica vaginale. Dopo il primo momento di sconcerto da parte della dottoressa Lim, che si rende conto immediatamente di trovarsi di fronte ad una minorenne, Audrey accetta di aiutarla quando scopre che la ragazza è stata infibulata.
L'infibulazione, cioè la recisione o rimozione totale degli organi femminili esterni, è un rituale di origine culturale praticato per lo più in Africa ed Asia, che non ha nessuna ragione medica valida ed è considerata un'usanza obsoleta ed è vietata sia dall'Organizzazione Mondiale della Sanità che dalle dalle Nazioni Unite. Tra le altre cose, la mutilazione genitale femminile è considerata un modo per controllare le donne attraverso la privazione del piacere sessuale ed è anche denunciata come un abuso sui minori, dato che viene per lo più praticata - con il consenso dei genitori - su bambine che non sono in grado di prendere una decisione informata.
Lo sconcerto della dottoressa Lim di fronte a questa pratica assurda a cui Asha è stata sottoposta e che la ragazza stessa ricorda con terrore, raccontandole di averla subita all'età di 2 anni dopo essere stata forzatamente legata ad un letto, è secondo solo a quello degli spettatori nel sentire che circa 200 milioni di donne nel mondo subiscono mutilazioni genitali e che questa piaga è culturalmente molto difficile da combattere, come l'atteggiamento dei genitori della paziente molto presto dimostrerà.
Pur sapendo infatti che Asha le ha dato un falso nome e non è maggiorenne, la dottoressa accetta di aiutarla, assicurandole che i suoi genitori non avrebbero mai saputo nulla e che nel giro di mezza giornata sarebbe potuta tornare a casa. Come era prevedibile le cose non vanno però come Audrey le aveva pianificate ed Asha si sveglia dall'intervento in preda a dolori atroci, una notizia che finirà per rivelarsi positiva, perché rivelerà che non tutti i nervi dei suoi organi sessuali sono stati recisi e che la ragazza potrebbe - con un ulteriore intervento - avere in futuro una vita sessuale completa e soddisfacente.
Il vero ostacolo da affrontare sarà però questa volta quello dei genitori della ragazza, il cui vero nome è in realtà Mara. La coppia, inizialmente, rifiuterà di dare il consenso all'intervento e solo a causa del coinvolgimento dei Servizi Sociali, sarà costretta ad accettare la decisione della figlia, alla quale verrà chiesto cosa scegliere tra un intervento di chirurgia ricostruttiva, che pone maggiori rischi, ed una definitiva escissione degli organi sessuali.
Posta di fronte alla pressione della decisione e soprattutto alla paura di deludere il padre e la madre, che vedono nell'infibulazione un rito di passaggio, nonché un'azione quasi dovuta, per rendersi desiderabile agli occhi degli uomini appartenenti alla loro stessa comunità, Mara chiederà che le venga definitivamente fatta un'asportazione e nulla, nemmeno le parole accorate della dottoressa Lim, che tenterà anche di parlarle da sola, le farà cambiare idea. Giunta sul tavolo operatorio la Lim, tuttavia, dirà ai colleghi che Mara ha optato verbalmente per la chirurgia ricostruttiva e procederà con l'intervento senza avere il consenso della propria paziente che - una volta svegliatasi dall'operazione - comprenderà la verità, capirà che i suoi genitori non sapranno mai nulla e finirà per dimostrare la propria gratitudine alla dottoressa.
Considerata la vicenda non si può dire che gli autori dello show non si siano dimostrati coraggiosi nell'affrontare un tema tanto delicato: al di là dell'ovvia e sacrosanta condanna nei confronti del rito dell'infibulazione, ciò che fa chiaramente discutere è la decisione della dottoressa Lim di operare senza avere il consenso espresso della paziente, sapendo che la giovane era troppo sopraffatta dai propri genitori per fare per se stessa la scelta migliore.
Cosa sarebbe accaduto, tuttavia, se l'intervento non fosse andato come sperato? Davvero un medico può arrogarsi il diritto di decidere per gli altri, anche quando convinto, in buona fede, di avere ragione? Troppo spesso le serie TV trattano le questioni morali come qualcosa di molto facile e definito, riducendole ad una scelta semplicistica tra giusto e sbagliato, bianco o nero, ignorando invece i delicati equilibri di decisioni che non hanno nulla di netto. Il solo fatto che questo episodio abbia quindi il coraggio di portare sul piatto della bilancia questo dilemma morale, sfidando gli spettatori a chiedersi se le azioni di uno dei suoi protagonisti siano da lodare e condannare, a nostro avviso dimostra quanto evoluto questo show sia a livello narrativo.
Come se non bastasse il caso della giovane Mara a scuotere le coscienze, anche le altre trame parallele dell'episodio risultano altrettanto intense: mentre infatti il dottor Glassman (Richard Schiff) riesce finalmente a sfogarsi con Shaun, ammettendo di essere più terrorizzato dalla possibilità che l'intervento che deve subire lo privi della propria intelligenza che lo uccida, il suo pupillo fatica a comprendere la differenza e le sfumature che ci sono tra il dire una bugia o il mentire per omissione o a fin di bene.
Shaun, lo ricordiamo, in quanto autistico, non è incapace di provare emozioni - che sperimenta comunque ad un livello diverso dagli altri - ma ha piuttosto problemi a controllarle e comprenderle, motivo per cui, essendo già provato dal ritorno di Lea, avrà qualche problema a relazionarsi con il suo ultimo paziente: un addetto alle pulizie dell'ospedale di nome Paul che il brillante medico scopre essere aggredito da un cancro al pancreas.
Per Shaun la logica è una sorta di porto sicuro in cui rifugiarsi quando fatica a gestire la propria emotività, per questa ragione assistere al suo sfogo con Claire (Antonia Thomas) e soprattutto a quello finale con Lea (Paige Spara) è particolarmente commovente, grazie anche all'abilità con cui Freddie Highmore riesce a trasmettere tutta la frustrazione ed il dolore del personaggio che interpreta. Se mentire alla famiglia di Paul gli riesce infatti semplice, perché logicamente arriva a comprendere che una bugia detta per alleviare il dolore, senza che questa abbia conseguenze negative su nessuno, è un male accettabile, gli diventa invece impossibile accogliere la ragazza per la quale sa di provare dei sentimenti, perché la stessa logica gli suggerisce che una persona come Lea non rimarrà mai accanto a qualcuno come lui e di conseguenza sente di doversi proteggere dal dolore che conseguirebbe da un'ennesimo abbandono.
La seconda stagione di The Good Doctor va in onda negli Stati Uniti ogni lunedì sulla ABC.