The Goddamned vol. 1: Prima del Diluvio, la recensione

Abbiamo recensito per voi il primo volume di The Goddamned, la saga antidiluviana di Aaron e Guéra

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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The Goddamned 01 Interni 3

Esiste al mondo un'anima più tormentata di colui che ha letteralmente inventato la violenza, che ha partorito il peggiore dei sentimenti che albergano nel cuore dell'Uomo? Caino è quella persona: il creatore dell'odio e dell'omicidio. Goddamned, condannato da Dio a non poter morire, marchiato dall'immortalità affinché possa apprezzare ogni secondo, ogni minuto, ogni atrocità del mondo disperato a cui ha dato vita, si aggira senza posa per la Terra prima del Diluvio Universale. La corruzione che lui stesso ha portato nel mondo è tutta attorno a lui, sempre presente, come la peggiore delle torture.

Per questo, errante e disilluso, distaccato e impietoso, viaggia per le lande desolate, inquinate dai cadaveri che si affollano nei fiumi, rese aride dall'ansia delle tribù di guerrieri spietati di costruire armi, di accendere roghi e dare tutto in pasto alle fiamme. Il mondo sta morendo, ucciso dai figli spirituali di Caino, dagli assassini e dai violenti, dai pazzi accecati dalla rabbia e dal risentimento nei confronti di un Dio che ha smesso di manifestarsi. L'unico desiderio di Caino è morire e la speranza è quella di incontrare un Nefilim, un essere più che umano, l'unica cosa in grado di mettere fine alle sue sofferenze, di consegnarlo all'oblio. O forse, solo a un'altra sofferenza. Tanto non potrebbe essercene di peggiore.

In una storia dal ritmo serratissimo, Jason Aaron e R.M. Guéra pongono una delle figure più tragiche della storia della narrativa umana in un'era antidiluviana perfettamente costruita. Razze di uomini diversissime tra loro, figli caduti di Adamo ed Eva, si massacrano a vicenda in cerca di schiavi, di cibo e di soddisfazione degli istinti più bassi. Non solo Caino è costretto ad osservare la caduta di un mondo che ha causato e a condividerlo con esseri disgustosi, ma il suo tormento è anche quello di essere uno dei pochi a ricordare cosa sia l'amore incondizionato. Oltre un millennio a viaggiare per il mondo sapendo di aver contribuito a cancellare, forse per sempre, quanto di più sacro ci sia ed esista. Centinaia di vite passate a ricordare l'abbraccio di Eva, le carezze di una madre, l'affetto che ha perduto e che si è alienato per sempre.

The Goddamned #1, anteprima 02

Solo una cosa potrebbe peggiorare ulteriormente questo dolore: l'occasione di un riscatto. Ed ecco che prontamente si presenta nella sua vita, mettendo in moto gli eventi di questa storia spietata con i suoi lettori, sia nei temi che nello stile e nel modo in cui sono presentati.

Aaron non ci lascia nemmeno un attimo di respiro. Le pause, in questa cavalcata tra atrocità disumane, servono soltanto a mostrarci sprazzi di passato: la vista dell'Eden, ormai perduto, non è un sollievo per il nostro sguardo, ma solo una parentesi momentanea che crea ancora più tensione narrativa. I tempi del racconto sono scanditi da scene di battaglia rapidissime e di grande impatto visivo, da pagine che alternano vignette che indugiano sui dettagli a tante splash page e doppie splash page di grande effetto.

Guéra ha uno stile realistico e particolareggiato, perfetto per mettere in scena i corpi sofferenti che ci accompagnano per tutto questo primo volume di The Goddamned. Il disegnatore serbo, catalano d'adozione, ha un tratto fortemente e riconoscibilmente europeo, che ci ricorda a tratti un Moebius molto più ancorato al terreno, molto più sporco, ma con uno sguardo molto simile a quello del leggendario artista francese, soprattutto per quanto riguarda le inquadrature ampie e le scene di massa, davvero mozzafiato, e l'abitudine a riempire le vignette sfruttando lo spazio al massimo possibile.

The Goddamned 01 Interni 1Fondamentale per la riuscita di questo volume che ci ha entusiasmati anche il contributo dell'italiana Giulia Brusco. I suoi colori sono il perfetto contraltare dello stile pesante e ricchissimo di Guéra: dominati dal marrone desolante del deserto, dal nero e dal blu notte dell'oscurità e del fumo putrido, dal rosso onnipresente del sangue, il vero petrolio, la vera merce desiderata da tutti nel mondo allucinato che Aaron ruba all'Antico Testamento.

Lo sceneggiatore è perfettamente a suo agio con i dialoghi duri e appuntiti di questa storia senza compromessi; con la volgarità di un mondo che ha dimenticato ogni gentilezza, che ha scordato il rispetto; con la disperazione di un genere umano che ha rinnegato l'umanità e quella del suo campione, del suo testimone, del suo padre ideologico e della sua vittima designata.

Se questo è l'antipasto della saga antidiluviana di Jason Aaron, ne siamo rimasti colpiti e affascinati. E terribilmente spaventati. Di questi incubi, prima che la pioggia incessante metta fine alla notte, ne vogliamo ancora e ancora.

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