The Gifted 1x11 "3 X 1": la recensione

Fresco di rinnovo, The Gifted non riesce a risolvere i suoi molti problemi

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Spoiler Alert
Arrivato a questo punto, The Gifted è quel tipo di serie in cui tutto potrebbe anche essere deciso da un generatore casuale di storyline, temi e dialoghi. Un triste privilegio che non aveva nemmeno Inhumans, da parte sua talmente disastrato da risultare imprevedibile, ma si tratta di una magra consolazione. Fresco di rinnovo, The Gifted si avvia a concludere la sua prima, blanda stagione. Lo fa nell'undicesimo episodio, intitolato 3 X 1. Se la puntata non riesce in alcun modo a costruire hype per il doppio finale della prossima settimana, al tempo stesso si rivela come un discreto riassunto delle fragilità di scrittura e messa in scena della serie. Tutto questo mentre sullo schermo accadono cose di dubbio o inesistente interesse.

Si parte con un flashback su Blink che sperimenta un episodio di discriminazione nei suoi confronti. Un gruppo di “purificatori” la minaccia per strada e le incendia la macchina, avvertendola di non mischiarsi con gli umani. La cold open a quel punto finisce e inizia l'episodio, ma basterebbero solo queste prime scene a definire il grande problema che attanaglia The Gifted fin dall'inizio. Questa è una serie che non sa cosa farsene delle sue tematiche e dei suoi personaggi e che fondamentalmente nemmeno prova a costruire qualcosa che abbia un barlume di originalità o di potenziale narrativo. Tutto è sicuro, rodato, superficiale nella più noiosa delle accezioni. I mutanti vogliono dire pregiudizi, e questo – lasciando stare i fumetti – dopo quasi vent'anni di storie tra cinema e tv probabilmente l'abbiamo capito.

Un momento di questo genere allora è rumore in sottofondo, come tutto ciò che accade in questa serie. Polaris a quanto pare è figlia di Magneto, ma la rivelazione cade nel vuoto, e non c'è nessun personaggio a raccoglierla perché nessun personaggio è ben definito qui. La scrittura si arrovella sul ritorno delle tre Esme dagli altri (l'effetto è tremendo), sui dubbi di qualcuno, sui ripensamenti di altri. Gli Strucker sono veicoli spenti di dialoghi ai quali non credono mai. I genitori vogliono andarsene, i figli vogliono rimanere perché possono fare la differenza, qualcuno parla sottovoce, qualcun altro ha paura, ma non c'è mai enfasi, e quando questa viene ricercata si scade nel melodramma spicciolo.

La scena d'azione settimanale puntualmente arriva perché dovrà arrivare, confusa e tutto sommato inutile. E vengono impostati gli ultimi tradimenti (che tali in realtà non sono, perché qui tutti i personaggi sono ritagliati per essere i più semplici possibili) per il doppio finale della prossima settimana. Il tutto si mantiene sempre in perfetto equilibrio, senza sganciarsi dalle sicurezze e senza tentare nulla di particolare. Probabilmente il momento più rischioso dell'intera stagione è stata l'uccisione di Dreamer, e il fatto che la puntata debba ricordarci continuamente il fatto, anche tramite flashback, la dice lunga sulla caratterizzazione del personaggio.

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