The Forgotten Queen, la recensione
Pur poggiando su una solida componente action, The Forgotten Queen manca di una caratterizzazione forte della protagonista che inficia il risultato finale
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Si intitola The Forgotten Queen la miniserie scritta da Tini Howard per i disegni di Amilcar Pinna presentata da Star Comics in un volume brossurato. Al centro della scena troviamo la Signora della Guerra, quella Vexana che abbiamo già avuto modo di conoscere qualche anno fa sulle pagine del sesto volume di Unity. In questo nuovo lavoro, il passato secolare della War-Monger viene passato al setaccio, facendoci rivivere alcuni momenti salienti durante i quali la letale assassina è stata al fianco di personalità del calibro di Chinggis Khan o di Vlad III Tepes.
Come spesso successo in questi ultimi anni, la Valiant decide di portare sotto i riflettori una figura femminile in grado di tener testa – non solo a livello fisico – ai ben più noti volti della casa editrice. La Nostra ha sicuramente tutte quelle peculiarità che le permetteranno di ritagliarsi il suo spazio nelle storie a venire: è una donna forte, emancipata, che accetta la sua natura e la sfrutta per affrontare un mondo maschilista che la etichetta come “strega”. Agendo con caparbietà e assecondando la sua sete di potere, la Signora della Guerra supera indenne le epoche e giunge fino al presente per prendersi la sua vendetta.
A voler ricercare qualche difetto in The Forgotten Queen, non possiamo non evidenziare la poca incisività della Howard nello scavare nell’anima della protagonista: come successo sulle pagine di L’Era di Conan vol. 1: Bêlit, la protagonista sembra mancare di quell’elemento che la renda un unicum nel vasto panorama di supereroi della casa editrice. Potremmo fare l’esempio di Faith per meglio rendere il paragone ,e il come un personaggio anticonvenzionale sia riuscito a catturare l’attenzione del pubblico. Sicuramente, resta una caratterizzazione forte, incarnazione di un femminismo ante litteram, ma la sceneggiatrice statunitense non avrebbe dovuto limitarsi a lavorare in superficie ma approfondire la motivazione dietro le gesta della villain.
La componente artistica del volume, invece, soddisfa in ogni suo aspetto: Pinna è bravissimo nel tratteggiare figure femminili potenti e al contempo sensuali, che portano in scena perfettamente lo spirito che anima la sceneggiatura. Sempre pulito e preciso, il tratto dell'artista brasiliano rende l'esperienza di lettura più che piacevole, regalandoci pagine di grande espressività e dinamismo, rese ancora più accattivanti dalle colorazioni di Ulises Arreola: ogni ambientazione o epoca viene caratterizzata da una palette che la rende riconoscibile.
The Forgotten Queen ci restituisce un personaggio pericoloso e agguerrito come pochi, pronto a prendersi la sua personale rivincita. Se questi sono i presupposti, allora ne vedremo davvero delle belle.
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