The Following 1x03 "The Poet's Fire": la recensione

Terza puntata e ancora un passo indietro per la serie di Kevin Williamson, che non riesce a sorprendere...

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Se The Following ha davvero degli assi nella manica, allora dovrebbe iniziare ad usarli per recuperare parte delle aspettative con le quali aveva esordito e che sono state drasticamente ridotte dopo i primi, non mediocri ma nemmeno esaltanti, episodi. L'opinione sulla terza puntata della serie, intitolata The poet's fire, ricalca, ma arrivati a questo punto in maniera più decisa, quanto espresso in precedenza: esattamente, che tipo di prodotto stiamo guardando?

Nella migliore delle ipotesi queste prime tre puntate sono state una colossale premessa a qualcosa di grandioso, la costruzione di una base che verrà ribaltata con inaspettate rivelazioni e ribaltamenti insospettabili. Nel peggiore scenario possibile invece la storia continuerà stancamente su questi binari, con un numero imprecisato di burattini senz'anima i quali – conquistati dal "carisma" di Carroll – si sono coalizzati per raggiungere l'importante obiettivo di far impazzire il povero Kevin Bacon/Ryan Hardy. Probabilmente la verità sta nel mezzo: la supervisione al progetto di Williamson dovrebbe garantire più di qualche sorpresa nel futuro. Ma a questo punto la domanda è: quando?

Per ovvi motivi i tempi televisivi sono diversi da quelli cinematografici e una "fase di preparazione" può durare solo fino ad un certo punto senza andare a discapito della tensione narrativa. E, purtroppo, è proprio quest'ultima a mancare nell'episodio, tra svolte prevedibili, alcuni palesi riempitivi e la quasi scomparsa del tanto discusso gore degli esordi. A proposito del primo punto, cioè la prevedibilità della scrittura, se all'inizio poteva essere difesa come semplice coerenza con gli elementi del genere, oggi questa è diventata una costante. Due sono gli eventi sul cui svelamento poggia l'intera puntata. Il primo replica fedelmente – anche per questo è molto facilmente intuibile – un espediente usato nelle puntate precedenti: un soggetto chiave della puntata si rivela essere uno dei seguaci di Carroll (a questo punto lanciamo una provocazione/ipotesi: uno dei prossimi colpi di scena sarà che anche Claire Matthews è una follower). Il secondo è, se possibile, ancora più prevedibile, e riguarda un particolare elemento del rapporto a tre fra Emma, Jacob e Paul.

Per il resto, sorvolando su varie ingenuità della scrittura, tra eccessive coincidenze e personaggi non sempre coerenti con se stessi, a sorprendere sono le tappe del percorso della setta. Dopo tutti i discorsi sul pensiero, peraltro abbastanza distorto, e sulla poetica di Poe, e dopo la celebrazione dell'arte, della morte e della bellezza assoluta, tutto si riduce, almeno finora, ad una mediocre e abbastanza semplicistica vendetta contro coloro che, in un modo o nell'altro, hanno danneggiato Carroll. Nota positiva le ultime due scene della puntata, la prima di impatto, molto violenta e in grado di restituire un pò di tensione narrativa dopo un episodio non ad altissimi ritmi, la seconda, anche se inquadrata in un contesto non molto verosimile, in grado di gettare una potenziale svolta per il futuro della serie.

We'll see...

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