The Flash 4x23, “We Are the Flash”[season finale]: la recensione
La nostra recensione del ventitreesimo episodio e ultimo della quarta stagione di The Flash, intitolato "We Are the Flash”
Tra le pieghe del pensiero dell'uomo più intelligente del mondo, Flash trova un aiuto inaspettato. E non sarà il solo per il Team Flash.
Sbrigare la minaccia del Pensatore con una soluzione come quella messa in atto è oggettivamente qualcosa in relativa controtendenza rispetto alla grande complessità e stratificazione del villain di questa stagione, così come quelle del suo piano. Ma in qualche modo ne si doveva uscire, al netto del fatto che il season finale sia anticlimatico rispetto a tutto ciò che lo ha preceduto (come del resto si era verificato anche nella passata stagione). Si è dunque trovato, in via evidentemente quanto accettabilmente pretestuosa, un compromesso tra qualità e quantità. Quello che però conta davvero, alla fine, è come gli autori siano stati in grado di avere ben saldo il polso della situazione, tenendo sempre al centro della storia i loro - ma anche nostri, oramai - personaggi, e i loro rapporti, sempre più stretti, sempre più veri. In We Are The Flash, come sottolineato dallo stesso titolo, il concetto di famiglia e di retaggio - due colonne portanti delle mitologia di Flash così come di altri super eroi DC - sono quanto mai il centro gravitazionale dello show, tra passato, presente e soprattutto futuro. Futuro che ha riservato una nuova e bella sorpresa.
In termini di resa visiva, We Are the Flash è un episodio dove viene fatto un largo uso di effetti speciali e computer grafica. In questo senso, non abbiamo potuto non notare una certa dicotomia qualitativa tra la sequenza ambientata nella mente di DeVoe - nella quale Flash ed Elongated Man affrontano un esercito di "cloni" del Pensatore - e quella che si svolge nel mondo reale, in cui il Velocista Scarlatto e la sua squadra devono distruggere i resti del satellite dell'avversario: nel primo caso, il risultato è dozzinale e sembra quasi di essere tornati ai tempi oscuri di Matrix Reloaded e Matrix Revolutions, mentre nel secondo ci troviamo di fronte di una messinscena ben confezionata.
La grande novità del season finale è la rivelazione dell'identità della misteriosa ragazza già vista in diversi episodi: come prevedibile, si tratta della figlia di Barry e Iris proveniente dal futuro, di nome Nora (proprio come sua nonna). Nei fumetti DC Comics non vi è un personaggio omologo, anche se in questo universo narrativo i due personaggi hanno avuto - nel futuro - ben due figli, gemelli, di nome Don e Dawn Allen, anche noti come i gemelli Tornado, apparsi per la prima volta sulle pagine di Adventure Comics #373 (1968), e creati da Jim Shooter e Win Mortimer. Anche loro, come Nora, hanno ereditato i poteri del genitore.
Molti, inoltre, i riferimenti e citazioni cinematografiche, a partire dall'estetica dei suddetti sequel di Matrix, a Star Wars - i "cloni" (Episodio II - L'attacco dei cloni) e il "there's no escape" à la Darth Vader (Episodio V - L'Impero colpisce ancora) - oltre che a Inception. Clamoroso strafalcione in termini di scrittura, proofreading, regia e interpretazione nelle battute finali, in cui Harrison cita il personaggio di nome Khan, celebre villain della mitologia di Star Trek; siamo rimasti letteralmente senza parole quando Iris ha spiegato agli altri tale citazione dicendo, semplicemente: "Star Wars". Inizialmente abbiamo pensato a una battuta voluta, ma poi abbiamo visto che così non era. Siamo ancora inorriditi e sconvolti, e ci chiediamo come sia stato possibile un errore del genere.