The Flash 4x20, “Therefore She Is”: la recensione

La nostra recensione del ventesimo episodio della quarta stagione di The Flash, intitolato "Therefore She Is”

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Gyspy giunge su Terra-1 per discutere con Cisco dello stato della loro relazione e del lavoro che suo padre, Breacher, gli ha offerto: è l'occasione giusta perché i due possano unire i loro poteri ai fine di aiutare il Team Flash ad affrontare il Pensatore, così che il villain non possa mettere in atto il suo piano finale, denominato come "l'Illuminazione".

Grazie a delle sequenze in flashback, inoltre, scopriamo come nel passato sia nato l'amore tra Clifford DeVoe e Marlize, colei destinata a divenire sua moglie e alleata.

Therefore She Is è un episodio che ci dimostra come anche un'ottima stagione televisiva come la quarta di The Flash può soffrire di una fase di decompressione, senza però che la bontà narrativa della storia sia messa a repentaglio. L'atto conclusivo di questa annata dello show ci sta effettivamente mettendo un po' troppo a ingranare, con alcuni episodi che sono poco più di meri fill-in, ma nonostante ciò la narrazione rimane complessivamente godibile, nonostante non possiamo esimerci dal sottolineare come l'assenza di un personaggio come Ralph Dibny si avverta già molto; in questo senso, però, quanto fatto dagli autori è giudicabile solamente in positivo: le penne dietro a The Flash sono state infatti estremamente affilate nel farci molto affezionare a un personaggio complesso quanto riuscito, strappandocelo poi di colpo e abbastanza inaspettatamente. Così si scrive una storia, senza "se" ne "ma".

Dunque, nonostante la narrazione risenta della mancanza di almeno un personaggio fondamentale, e nonostante ci si ritrovi in una situazione di relativa quiete - il cattivo che deve procurarsi la "roba" per mettere in atto il suo piano finale è uno dei pretesti narrativi atti a prendere tempo più antichi del mondo - Therefore She Is è un buon episodio perché non solo riesce a tenere stabile il fuoco su tutti i protagonisti, concedendo a ciascuno il suo momento, ma ci permette anche di tornare indietro nel tempo ed esplorare la backstory di Clifford e Marlize, con quest'ultima che sta prendendo sempre più spazio sull'ideale palcoscenico, rivelandosi ben più della semplice "moglie del cattivo", come dimostra il cliffhanger finale di questo capitolo.

La storia, dunque, continua incessantemente la sua fase di espansione in attesa dei fuochi di artificio finali che dovranno necessariamente dimostrarsi all'altezza di ciò che li ha preceduti.

Il momentum in cui ci troviamo ora è di labilissimo equilibrio: è una fase in cui lo show rifiata quasi fisiologicamente, non entrando però in una fase di stallo che potrebbe pregiudicarne l'esito conclusivo. Ciò dimostra quanto sia oggettivamente difficile lavorare su serie TV le cui stagioni hanno una così lunga durata e sono composte da più di venti episodi, motivi per il quale sarebbe ingiusto essere troppo severi.

In termini di rimandi ed easter egg sottolineiamo come il titolo dell'episodio richiami quello del settimo della quarta stagione di The Flash - Therefore I Am - che a sua volta richiamava il celebre motto del filosofo Rene Descartes alias Cartesio: "Cogito Ergo Sum", traducibile in inglese come "I think, therefore I am" e meglio noto in Italia come "Io penso dunque esisto". La declinazione al femminile dello stesso evidenzia il sempre più importante ruolo di Marlize all'interno della storia.

Nel corso della narrazione, il Pensatore compie una rapina in un'azienda nota come Vandarmeer Steel. Questa è presente anche nei fumetti della DC Comics; nel dettaglio nell'Universo DC si tratta di un'industria guidata da un uomo corrotto di nome James Hancock Finch, nemico del supereroe Firestorm.

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