The Flash 4x19, “Fury Rogue”: la recensione

La nostra recensione del diciannovesimo episodio della quarta stagione di The Flash, intitolato "Fury Rogue”

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Dopo aver uccido Ralph, al Pensatore resta un solo "bus meta" dei cui poteri impadronirsi, Fallout. Barry e il Team Flash decidono allora di spostarlo in una location sicura, dove DeVoe non possa trovarlo.

Per fare ciò, i protagonisti avranno bisogno dell'aiuto di un inaspettato alleato: Citizen Cold, il Leonard Snart della realtà di Terra-X. Sfortunatamente assieme a lui giungerà su Terra-1 anche la temibile Siren X, in cerca di vendetta per quanto accaduto ai suoi compagni di squadra nel crossover Crisis on Earth-X.

Nel frattempo, Cisco comincia a insospettirsi sulle conseguenze che un utilizzo spropositato del Thinking Cap da parte di Harrison potrebbe comportare a quest'ultimo.

Dopo il travolgente - e commovente - episodio della scorsa settimana, The Flash ritorna con un capitolo meno entusiasmante e con una trama lineare; nonostante ciò, però, il filone narrativo primario continua a dispiegarsi in modo efficace, contribuendo ulteriormente alla crescita dei personaggi principali.

Non mancano, inoltre, le sorprese: il ritorno in scena di Citizen Cold non era certo dei più prevedibili - e forse nemmeno attesi - ma il modo in cui gli autori riescono a trovare un funzionale pretesto per riportarlo al centro della storia è apprezzabile. Nelle sue diverse iterazioni, il personaggio interpretato dal bravo Wentworth Miller è sempre una valida aggiunta all'interno delle varie trame dell'Arrowverse, sia per il carisma e le capacità recitative dell'interprete, sia per il profilo sui generis di Snart (specie nella sua versione alternativa, eroica e omosessuale). Il discorso si fa un po' diverso per quanto concerne Siren X, la Laurel Lance di Terra-X: nonostante il personaggio originale interpretato da Katie Cassidy sia già venuto meno da tempo, in Arrow ci viene forzatamente propinato ancora e ancora la presenza di Black Siren, originaria di Terra-2; come se ciò non bastasse, oggi abbiamo una terza iterazione del personaggio - de facto identica alla suddetta - cosa che francamente ha lo stesso sapore di un'insipida minestra riscaldata. Sarebbe ora di esplorare nuovi orizzonti su questo fronte, o magari liberarcene proprio.

Abbastanza valido è inoltre il modo in cui viene affrontata la fase di elaborazione del lutto da parte di Barry: Flash è un personaggio che ha perso molti dei suoi cari e per questo abituato alla morte. L'aver perduto Ralph, colui che era diventato la sua spalla dopo una lunga e complessa fase d'addestramento, si rivela però essere la proverbiale goccia capace di far traboccare il vaso, e mettere in discussione la stessa missione del Velocista Scarlatto. Questo è uno spunto intelligente, ma forse non approfondito alla perfezione, dato che gli stessi processi psicologici e attitudinali del protagonista risultano un po' macchinosi e forse anche non pienamente coerenti.

Bel potenziale risvolto - già intuibile nello scorso episodio - per quanto riguarda il Pensatore: DeVoe è divenuto oramai un essere di pura logica, e così facendo si è talmente estraniato dalle emozioni, da intendere come "variabili dell'equazione", da aver perso di fatto una totale e assoluta onniscienza: questo è un classico "tallone d'Achille", che non vediamo l'ora di scoprire a quali conseguenze porterà.

Mai come oggi, quindi, la quarta stagione di The Flash si sta dimostrando pilotata dai personaggi principali della storia, il che, sulla carta, è sempre un bene.

Fury Rogue, il titolo dell'episodio, è un chiaro rimando al film Mad Max: Fury Road. Sul fronte easter egg, viene menzionata la cittadine di New Brighton che nell'Universo DC a fumetti è un quartiere residenziale di Central City.

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