The Flash 4x10, “The Trial of The Flash” [midseason première]: la recensione

La nostra recensione del decimo episodio della quarta stagione di The Flash, intitolato “The Trial of The Flash”

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Con una mossa decisamente a sorpresa, il Pensatore ha incastrato Flash: Clifford DeVoe è stato infatti in grado di trasferire la sua coscienza nel corpo di Dominic Lanse - rubandone anche la telepatia - e ha "ucciso" il suo precedente involucro, abbandonando il cadavere nell'appartamento di Barry Allen. Quest'ultimo ha inavvertitamente lasciato il suo DNA sulla scena del crimine, rendendosi ancora più colpevole all'occhio dell'opinione pubblica, benché innocente. Barry ha inoltre scelto di non fuggire all'arrivo delle forza dell'ordine, facendo sì che lo arrestassero per l'omicidio.

Adesso, il protagonista si trova a dover fronteggiare un processo per omicidio di primo grado, che potrebbe costargli l'ergastolo. Nonostante il supporto dei suoi familiari e amici, l'unica opzione per Barry potrebbe essere quella di rivelare al mondo di essere Flash, ed essere così virtualmente scagionato.

Nel frattempo, un nuovo metaumano con il potere distruttivo di una bomba nucleare ambulante vaga per Central City, seminando scompiglio. Senza il proprio capitano, il Team Flash deve dimostrarsi all'altezza di una sfida con pochi precedenti.

Che ribaltone. La quarta stagione di The Flash riprende la sua corsa esattamente con lo stesso passo con il quale era andata in pausa, circa un mese fa. Anzi, se possibile, il ritmo e conseguentemente la qualità dello show paiono essere perfino aumentati. Complice una buona idea di partenza, che ha messo il Velocista Scarlatto di fronte a una sfida inedita quanto impegnativa - possiamo già sbilanciarci adesso, definendo senza paura il Pensatore come il main villain più riuscito della serie TV, finora - la narrazione ha attraversato più fasi, giungendo a un climax notevole, le cui conseguenze saranno mostrate progressivamente nella seconda parte della stagione. Il tutto è stato affrontato con coerenza ed equilibrio, come è facilmente dimostrabile notando l'evoluzione dei personaggi, vecchi e nuovi, buoni e cattivi. Il dar vita a una trama fortemente character driven ha permesso a tutti i protagonisti di amalgamarsi al meglio in una storia con un notevole spessore, ma che allo stesso tempo non ha (quasi) mai rinunciato al suo sapore squisitamente pop e talvolta perfino sbarazzino.

Giunti al punto attuale, fa sicuramente specie trovare un personaggio in grado di correre più veloce della luce catturato e ammanettato come il più comune dei criminali e che sceglie coscientemente di non sottoporsi a giudizio, per rispettare egli per primo la giustizia e la legge che difende ogni giorno, nonostante stia palesemente subendo un'ingiustizia. Senza ombra di dubbio, questa è una soluzione narrativa apprezzabile e che apre a una serie di potenziali scenari decisamente interessanti.

The Trial of The Flash è un episodio che prende in prestito il proprio storytelling procedurale da show televisivi di genere, sebbene con un tono più lieve e alcune libertà stilistiche sulle quali possiamo facilmente soprassedere. Allo stesso tempo, c'é anche spazio per una buona dose d'azione, corredata dall'apparizione di un nuovo nemico. Inizio d'anno migliore per la serie TV pare proprio non esserci, nonostante il buon Barry Allen non se la stia passando bene, vittima di un contrappasso sbilenco che lo ha messo nella stessa posizione che fu di suo padre in passato. Adesso, non vediamo l'ora di scoprire cos'altro potrà accadere, con un Pensatore rinnovato nella mente e soprattutto nel corpo, con una nuova e micidiale abilità, che pare avere ancora degli assi da calare sul tavolo.

Il titolo dell'episodio fa ovviamente riferimento alla celebre maxi-saga a fumetti de Il processo di Flash - firmata da Dick Giordano e Carmine Infantino - durata ben due anni a cavallo tra il 1983 e il 1985 (The Flash #323/350), che mise fine alla serie del Velocista Scarlatto con protagonista Barry Allen, trascinato poi negli eventi della miniserie Crisi sulle Terre Infinite (1986) dove perse la vita, sacrificandosi per salvare il Multiverso DC e rimanendo morto per decenni, sostituito dal suo pupillo, l'ex Kid Flash, Wally West. Nella suddetta saga Barry veniva messo a processo per aver ucciso, spezzandogli il collo, l'Anti-Flash, cercando di salvare il suo interesse amoroso Fiona Webb. In questa storia il protagonista è difeso dall'avvocato Cecile Horton, così come nella serie TV (benché le due versioni del personaggio siano fenotipicamente molto diverse). Perfino il nome dell'avvocato dell'accusa - Anton Slater - è identico nelle due versioni della storia.

Il villain denominato come Fallout ha invece un'origine assai recente, creato sulle pagine pagine di The Flash: Iron Heights #1 (2001) da Geoff Johns ed Ethan Van Sciver. Le due iterazioni del villain sono pressoché speculari.

Infine, due curiosità: nei fumetti della DC Comics Barry Allen non ha mai mostrato di possedere il potere di far muovere alla sua stessa velocità anche terzi individui, contrariamente a Wally West; Terra-15 è priva di forme di vita anche nel Multiverso DC a fumetti, devastata dal supervillain noto come Superboy Prime.

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