The Flash 4x05, “Girls Night Out”: la recensione

La nostra recensione del quinto episodio della quarta stagione di The Flash, intitolato “Girls Night Out”

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Il matrimonio tra Barry e Iris si avvicina prepotentemente e i protagonisti si ritrovano a festeggiare il lieto evento: immancabilmente però i problemi non tardano a palesarsi.

Iris, Caitlin, Cecile e Felicity - protagonista di Arrow giunta appositamente da Star City - danno vita a un tranquillo addio al nubilato che però si trasforma ben presto in una notte molto movimentata per le quattro, con il ritorno in scena di Killer Frost, obbligata ad affrontare la sua ex boss, Amunet. Nel frattempo, Ralph porta Barry, Joe, Cisco e Harrison in un locale molto particolare, dove il consumo eccessivo di alcolici produce conseguenze piuttosto chiassose.

In tutto questo, il machiavellico Pensatore continua a portare avanti il suo grande piano.

Dopo una sequela di episodi sempre più positivi, la terza stagione di The Flash tocca davvero il fondo con Girls Night Out, un episodio pessimo sotto ogni aspetto. Va detto che si tratta di una semplice e breve parentesi prima del grande crossover Crisis On Earth-X, che a fine mese andrà a unire in un'unica grande storia i vari show dell'Arrowverse, ma al netto di ciò, lo spettacolo al quale abbiamo assistito questa settimana nella serie TV dedicata ad Velocista Scarlatto della DC Comics rappresenta una pagina molto triste per un franchise quasi sempre di buona qualità, che dimenticheremo ben presto.

L'idea di far "prendere una pausa" ai protagonisti, catapultandoli in un episodio apparentemente più leggero e sbarazzino, non è sbagliata a priori: la componente comedy, con elementi da teen drama, è da sempre parte costituente di questo universo narrativo (come di un po' tutte le produzioni della the CW), ma in questo caso la pausa sembrano essersela presa anche i produttori dello show. In Girls Night Out non funziona nulla, a partire dall'avversario di turno, la tutto-fuorché-credibile Amunet. Ma lo scivolone più clamoroso si verifica quando la narrazione va a toccare quello che dovrebbe essere il tema chiave dell'episodio, dichiaratamente: il femminismo. In questo capitolo della storia i personaggi femminili - che godono di un minutaggio ben più esteso delle loro controparti maschili - diventano delle vere e proprie macchiette, vittime di stereotipi e luoghi comuni a più non posso, con dialoghi che fanno letteralmente accapponare la pelle a causa della loro superficialità. La stessa inclusione del personaggio di Felicity è, a conti fatti, inutile.

Nel corso della narrazione si cerca più volte di strappare una risata allo spettatore, ma sempre in maniera forzata: la gag risultano macchinose e mai originali, basti pensare a quante volte troviamo ben a favore di camera un Barry Allen sporco del suo stesso vomito, che piange per la morte del personaggio di Jack in Titanic e grida ubriaco di essere Flash a tutti coloro che gli sono attorno. Da brividi.

In Girls Night Out il protagonista non indossa mai i panni del suo alter ego Flash: tale soluzione ha funzionato molto bene in Arrow, specie nella scorsa stagione dello show dedicato a Freccia Verde, ma se il risultato deve tradursi in una serie di momenti che oscillano tra il noioso e l'imbarazzante, preferiamo di gran lunga quando il Velocista Scarlatto prende a pugni giganti gorilla parlanti. Speriamo vivamente di non dover più assistere a uno spettacolo talmente indegno.

La connessione più evidente ai fumetti DC Comics è quella rappresentata Amunet Black alias Blacksmith, personaggio creato da Geoff Johns ed Ethan Van Sciver sulle pagine di The Flash: Iron Heights #1 (2001): boss criminale specializzata nel reclutare metaumani da utilizzare come arma o risorsa per i propri traffici, nei fumetti ha il potere di fondere la materia inorganica con quella organica, oltre a una pelle di vero e proprio metallo. L'iterazione televisiva del personaggio sembra invece avere poteri telecinetici su particolari materiali, in particolare quelli di natura metallica.

Villain minore è il braccio destro di Amunet, Norvok. Nei comics ne esiste una versione speculare di nome Hunk Norvock, boss criminale che, tra gli altri, ha collaborato con il Pensatore.

Infine, segnaliamo l'ennesimo rimando alla Ferris Air, azienda per la quale (nei fumetti) lavora Hal Jordan, la prima Lanterna Verde terrestre: siamo sempre più in attesa che questo personaggio possa fare la sua comparsa nell'Arrowverse.

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