The Flash 4x01, “The Flash Reborn” [season première]: la recensione

La nostra recensione del primo episodio della quarta stagione di The Flash, intitolato “The Flash Reborn”

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Sono passati sei mesi dalla scomparsa di Barry Allen, sacrificatosi per salvare il mondo e auto-esiliatosi nella Forza della Velocità, un limbo virtualmente paradisiaco, ma anche una prigione dalla quale è quasi impossibile fuggire.

Nel gap temporale che ha visto l'assenza di Flash, Central City è stata dignitosamente protetta dai membri restanti del Team Flash - orfano anche di Caitlin Snow - con Iris che ha assunto un ruolo ancora più centrale, guidando da remoto i suoi alleati nelle loro missioni, come dimostra la riuscita cattura della bizzarra criminale teleporta nota come Peak-A-Boo.

L'apparizione di un nuovo misterioso villain, dalle sembianze di un samurai provvisto di attrezzatura hi-tech e con spaventosi poteri, costringe però Cisco a svelare anticipatamente il suo piano volto a riportare Flash nella sua realtà di appartenenza. Questo riesce, anche grazie al ritorno in squadra di Caitlin (in grado di controllare la sua parte "mostruosa"), ma il Barry che conoscevamo sembra essere scomparso, lasciando il posto a un ragazzo sconvolto e instabile, il cui esilio nella Forza della Velocità gli ha causato rilevanti scompensi neurologici.

Flash è davvero tornato?

La risposta è sì. E non può ritenersi uno spoiler dato che tale interrogativo nascondeva insito il più proverbiale dei "segreti di Pulcinella". Nonostante una campagna promozionale volutamente sibillina, l'annuncio del crossover di quest'anno tra le serie dell'Arrowverse, con tanto di rivelazione anticipata del matrimonio tra Barry e Iris, ha dato una sostanziale conferma che tutto sarebbe - apparentemente e ben presto - tornato al suo status quo.

The Flash Reborn è un episodio lineare e dinamico, e una degna apertura di stagione. Il ritmo della narrazione non va mai incontro a sconvenienti rallentamenti, e la storia, che si apre con una sequenza davvero notevole in termini di scrittura e soprattutto regia, è narrata fluidamente, grazie a uno sviluppo verticale assolutamente convenzionale, e per questo funzionale.

Non ci sono infamie in questo season première, ma nemmeno particolari lodi. I grandi sconvolgimenti del finale della terza stagione di The Flash sono rapidamente messi da parte, con un colpo di spugna spudorato quanto prevedibile. Non si possono imputare particolari colpe a chi ha il compito di sviluppare la serie TV: "the show must go on" - finché gli ascolti lo permettono - è un comandamento scolpito nella pietra in questo tipo di produzioni. Certo, ne consegue che la trama del capitolo d'apertura della quarta stagione è quantomai telefonata, così come le dinamiche che permettono il recupero di Barry dalla Forza della Velocità sono spiegate in maniera totalmente semplicistica: è tutto un artificio non celato, una soluzione nello stile deus ex machina che persiste sin dall'antica Grecia, dove è sostanzialmente nata la fiction. "Basta che funzioni", potrebbe dire qualcuno. E in effetti, tutto funziona molto bene, e sin dalle battute iniziali vediamo ripristinati tutti quegli elementi che fanno di The Flash, sostanzialmente, una buona serie TV. Attenzione, inoltre: il fatto che tutto sembri apparentemente risolto in una manciata di minuti potrebbe nascondere anche qualche futuro colpo di scena.

In episodio che un fan delle opere shakespeariane potrebbe riassumere con un "much ado about nothing", fanno il loro esordio tre nuovi villain, a partire dalla versione rivisitata di Flying Samurai, avversario minore del Velocista Scarlatto che ha fatto il suo esordio sulle pagine di The Flash #180 (1968). Di ben altra caratura è di sicuro Clifford DeVoe alias il Pensatore, che sarà il principale avversario della quarta stagione dello show: creato da Garder Fox ed Everett E. Hibbard sulle pagine di All-Flash Comics #12 (1943), il personaggio è uno dei nemici più storici di Flash e ha nella sua potente mente la sua arma più letale. Aspettiamo di scoprire di più sulla versione televisiva del villain per approfondire il discorso ed evitare pericolose e/o fuorvianti anticipazioni. L'assistente del Pensatore, accreditata come The Mechanic, è apparentemente una creazione originale dello show, anche se nei fumetti DC Comics (oltre che nella serie animata di Batman) vi sono stati diversi criminali noti come "il Meccanico".

Segnaliamo infine, in un episodio zeppo di rimandi e citazioni, che il misterioso Amunet in qualche modo connesso a Caitlin Snow dovrebbe essere Amunet Smith alias Blacksmith (ci torneremo quasi sicuramente più avanti), che la Broome Tower è un omaggio all'autore John Broome (co-creatore di Lanterna Verde Hal Jordan e autore di un ciclo memorabile di storie di Flash), che la battuta "Samurai Jackass" è un rimando alla serie d'animazione Samurai Jack, e che la zona di Danville è canonicamente un sobborgo periferico di Central City nei fumetti DC.

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